Essere felici è di certo fra gli obiettivi più importanti condivisi da miliardi di persone. Tutti vogliono essere felici ma non tutti hanno chiari quali siano i passaggi obbligati della vita per riuscire ad esserlo.
Essere felici è una cosa seria e se quindi vuoi trovare delle risposte continuando a leggere, mettiti comodo perché dovremo affrontare diversi temi insieme.
Tutti (o quasi) abbiamo esperienza della felicità, tuttavia molto spesso ci troviamo a non esserlo, incapaci di organizzarci per ritrovare questo stato naturale dell’essere.

Una prima questione: essere felici è uno stato naturale?
Prima di tutto per comprendere come fare ad essere felici è necessario porsi una domanda. Ovvero se la felicità sia uno stato naturale o meno.
Su questo tema ci sono tante opinioni, ma prima di approfondire la questione vi è un dato a mio avviso certo sotto gli occhi di tutti. I bambini.
Se ti chiedessi: “secondo te i bambini sono più felici o meno degli adulti?” Tu cosa mi risponderesti?
La risposta che le persone danno è spesso la stessa e la ricerca conferma questo luogo comune. I bambini dimostrano la loro maggiore felicità degli adulti con i loro sorrisi. I bambini sorridono. In media più di due, trecento volte al giorno. Gli adulti arrivano, quando va bene, a una ventina di sorrisi ogni giorno.
Ingenuità? Spensieratezza? Follia? Che cosa rende i bambini più felici? Certo, i bambini hanno affrontato meno difficoltà degli adulti e questo (salvo purtroppo alcuni casi) è vero, ma cosa li rende più felici? Solo questo? E se così fosse potremmo allora dire che le difficoltà della vita ci fanno perdere la nostra felicità? Ma se perdiamo qualcosa vuol dire che l’abbiamo già. Allora la felicità è innata. In dotazione fin dalla nascita. E se non proprio la felicità almeno forse la nostra tendenza alla felicità stessa.
Gli studi sulla felicità
Molti studi confermano questo dato. I bambini risultano in media più felici, altruisti, spontanei e aperti.
Certamente è necessario che sussistano delle condizioni di base come una certa stabilità relazionale, economica, affettiva. Ma in generale un bambino che cresce in una famiglia senza particolari problematiche risulta in genere felice.
Affinché i genitori riescano nel loro compito genitoriale, mantenendo felici i propri figli, non servono molte cose.
In uno studio condotto in Inghilterra denominato the British birth cohort durato 70 anni, i ricercatori hanno seguito circa 70.000 bambini.
Lo studio, titanico, è stato avviato nel dopoguerra intervistando 14.000 madri che avevano partorito nella stessa settimana in Inghilterra nel 1946. Da allora, di generazione in generazione, lo studio è stato ripetuto sviluppando una mole enorme di dati.
Secondo i ricercatori ciò che i genitori devono fare per rendere i propri figli felici è prima di tutto provvedere alla sicurezza economica, dato questo risultato fondamentale. Parlare e ascoltare i propri figli, far si che i figli sappiano che in quanto genitori hanno chiare aspettative per il loro futuro, essere emotivamente calorosi, insegnare loro i rudimenti come lettere e numeri, portarli in escursioni fuori porta, leggere loro ogni giorno qualcosa (e incoraggiandoli a leggere per piacere), mantenere un sonno regolare.
Semplici regole che hanno tuttavia dimostrato di fare la differenza nella felicità o meno dei bambini.
La felicità di base
Un altro fattore interessante riguarda la felicità di base che ciascuno di noi avrebbe.
La ricerca ha scoperto che tutti noi abbiamo una sorta di “baseline” della felicità. Una quantità tipica di felicità che permane durante la nostra vita. Tuttavia, con il giusto sforzo possiamo AUMENTARE la nostra base di felicità.
Noi possiamo imparare ad essere felici. Non importa chi tu sia, quali siano le tue esperienze o come pensi, puoi apprendere come essere felice. Si tratta assolutamente di una competenza acquisita.
La felicità non è semplicemente qualcosa che accade e basta. La felicità è uno stile di vita.
Qui se vuoi può approfondire gli studi sulle neuroscienze e sul connettoma umano che possono aiutarti a comprendere che cosa intendo con il fatto che possiamo cambiare.
Da dove nasce la nostra capacità di essere felici?
Come corpo e anima influenzano la felicità
Ma da dove nasce la nostra felicità di base? Di certo vi è una componente è innata, temperamentale. Legata essenzialmente alle caratteristiche di corpo e anima.
La genetica del nostro corpo ha qui un ruolo importante, definendo molti aspetti del nostro funzionamento mentale, ma anche altro sembrerebbe incidere significativamente.
Studi su gemelli omozigoti hanno dimostrato, già dalle prime fasi della vita, differenze significative pur crescendo nello stesso ambiente. Per alcuni ciò sarebbe causato da diverse micro-interazioni che porterebbero nel tempo a esiti diversi. Per altri si tratterebbe di differenze individuali innate, legate alla coscienza o anima di ciascuno. In questo caso si aprono temi non ancora oggettivabili che hanno a che fare con la coscienza e con il suo permanere nel tempo, temi questi difficili da affrontare in un post.
Qui possiamo dire che la differenza fra i bambini è evidente per chiunque ne abbia avuto più di uno o avuto modo di osservarne di diversi nelle varie fasi dello sviluppo. Anche gemelli omozigoti, con lo stesso identico patrimonio genetico, mostrano fin da subito significative differenze individuali non facilmente identificabili in differenti esperienze di vita.
L’influenza del sistema culturale di riferimento sulla nostra capacità di essere felici
Come già accennato un’altra influenza decisiva deriva dai nostri genitori e in particolare dal clima familiare in cui siamo immersi fin dal periodo della gestazione. Come sta nostra madre, se felice, triste, depressa. Molti studi confermano oggi questi dati.
Se una madre soffre di depressione la carenza ad esempio di dopamina o l’eccesso di cortisolo, l’ormone dello stress, potrà incidere anche significativamente sullo sviluppo fetale e sulla tendenza del figlio a sviluppare anch’egli problematiche depressive in maggiore età.
Ancora, ad incidere soprattutto nei primi anni, sarà la famiglia e in generale le relazioni che in essa prenderanno vita. Quando nasciamo lo facciamo in uno spazio pieno, fatto di sistemi culturali complessi, credenze, modi di fare e di pensare che ci “donano” regole per interpretare e vivere nel mondo.
La nostra capacità di essere felici dipenderà molto anche da questo.
Crescendo altri gruppi ci influenzeranno molto. Gli insegnanti, gli adulti in generale che incontreremo lungo il nostro cammino, i nostri pari, compagni di classe, amici (o nemici) del cuore. I vari gruppi sociali che frequenteremo ci trasferiranno dei codici, dei linguaggi, dei modelli di riferimento che cambieranno la nostra prospettiva sulla felicità e sul senso che diamo ad essa.
La felicità in una prospettiva ecologica
Espandendo ancora l’area di influenza troviamo i gruppi di riferimento più ampi, la città o paesi in cui nasciamo e cresciamo, le condizioni economiche della nostra nazione, le sue leggi. La stabilità, o meno, sociopolitica.
Alcune realtà indipendenti hanno iniziato a misurare nell’ultima decade i livelli di felicità delle nazioni, scoprendo molte differenze legate spesso alla condizione economica della nazione ma non solo.
Se vuoi qui puoi approfondire e scaricare il report di quest’anno.
Come potrai leggere l’Italia è al 36° posto (nel 2019). Al primo posto troviamo tutte realtà nazionali con un alto benessere socio economico come Finlandia, Danimarca, Norvegia, Islanda. All’ultimo posto troviamo Rwanda, Tanzania, Afghanisthan, la Repubblica Centroafricana, e il Sudan del Sud.
Ovviamente nascere in Finlandia o nel Sudan del Sud avrà un impatto sui nostri livelli medi di felicità.
Quanto possiamo incidere sulla nostra capacità di essere felici
Ma a questo punto la domanda fondamentale diventa: “Quanto possiamo modificare il nostro livello di felicità?“
E soprattutto quanto possiamo modificarlo a prescindere dalle nostre condizioni di partenza?
Alcune premesse necessarie per poter costruire una felicità stabile
Facciamo delle premesse. Sarebbe sicuramente inutile andare da un ragazzo che vive nel bel mezzo di una guerra civile a spiegargli quali siano i passi che deve affrontare per essere felice. Prima di tutto possiamo dire che, sempre in generale, è necessario che vengano soddisfatti alcuni requisiti minimi per raggiungere dei livelli di felicità stabile. Potremmo comunque avere dei picchi di felicità ma perché questa diventi stabile saranno necessari alcuni passaggi.
Questi requisiti hanno a che fare con il soddisfacimento dei bisogni di base della famosa piramide di Maslow secondo cui alla base della piramide troviamo quelli fisiologici come mangiare, dormire, poi quelli di sicurezza, appartenenza, stima e infine di autorealizzazione.
È inutile parlare di realizzazione spirituale a una persona che sta morendo di fame. Prima di tutto dobbiamo sentirci al sicuro, con una certa prospettiva di serenità consolidata nel tempo. Dobbiamo poter soddisfare i nostri bisogni fisiologici come bere, mangiare, dormire, avere un luogo dove vivere stabilmente, una certa tranquillità economica che ci consenta di non essere costantemente preoccupati o in uno stato di necessità.
Devono sussistere anche condizioni di tranquillità emotiva, morale, cognitiva. Se vivo ad esempio in un contesto familiare in costante conflitto è difficile che possa sentirmi al sicuro e in grado così di sviluppare un senso di felicità. Lasciamo poi stare nei casi di traumi o abusi.
Essere felici, un’abitudine per la vita
Fatte queste premesse la questione diventa quella di impostare nella nostra vita delle condizioni che possano portarci con sicurezza ad uno stato di felicità. Come già detto la felicità è una scelta.
Forse siamo stati fortunati e abbiamo avuto tutte le condizioni necessarie di partenza come genitori adorabili che ci hanno a aiutato a sviluppare sicurezza e felicità, ma anche se questo non è accaduto possiamo fare tantissimo per modificare il nostro stato di felicità interna.
Inoltre, proprio se non abbiamo avuto tutto ciò fin dall’inizio, e se invece abbiamo dovuto lottare per conquistare la nostra felicità, saremo ancora più in grado di mantenerla. Se sappiamo come poter consapevolmente diventare felici, potremo sempre più facilmente tornare al nostro stato di benessere.
Tornare a noi stessi per essere felici
E così, fatte tutte queste premesse, la prima cosa che voglio dirti rispetto al riuscire di nuovo ad essere felice ha a che fare con la motivazione che ti spinge ad esserlo. Anche questo è spesso un condizionamento. Credo che la felicità sia uno stato naturale dell’essere umano. Tuttavia i condizionamenti che riceviamo fin dalla nascita ci influenzano impedendoci di essere felici.
Nella nostra società veniamo educati fin da bambini a rivolgerci ad un tempo diverso da quello attuale. Dobbiamo andare a scuola per poter poi lavorare, lavorare per guadagnare, guadagnare per poter costruire casa e famiglia e poi ancora lavorare di più per mantenere tutto questo.
Continuamente veniamo educati a sviluppare desideri che solo se realizzati ci permetteranno di concederci la nostra felicità. Così facendo siamo sempre proiettati altrove. Sempre da un’altra parte. Sempre lontani dall’unico luogo e tempo in cui dovremmo stare per poter essere davvero felici, qui e ora.
Prova a pensarci. Chi lo ha detto che per essere felice devi per forza raggiungere questo o quello? In realtà la felicità che ci procurano le conquiste della vita tipicamente dura poco.
Acquistiamo un auto o una casa, oppure raggiungiamo una posizione di prestigio. All’inizio siamo felici e soddisfatti. Dopo poco quella felicità sperimentata inizia a diminuire, lasciandoci un senso di vuoto che potremo colmare solo con un nuovo progetto. Un recente studio ha messo in relazione autostima e felicità mostrando quanto il raggiungimento dei nostri obiettivi sia più legato all’autostima che alla felicità vera e propria.
Si, raggiungere degli obiettivi ci fa star bene ma la felicità duratura può dipendere da qualcosa di così volubile come la vita? I bambini in genere sono felici e basta. Ridono e basta. Non hanno bisogno di qualche particolare motivo. Stanno nel presente e da esso traggono grande soddisfazione.
Impara a fermarti per tornare alla felicità
Il primo suggerimento pratico che quindi voglio darti è quello di iniziare a fermarti. Cerca l’anima. Cerca di ritrovare il contatto con te stesso, ciò che permane nel tempo. Rilassati, prenditi del tempo per ascoltarti, vai a fare una bella passeggiata, stacca per un pò dalle tue usuali attività. Trova un luogo naturale bellissimo da poter contemplare e passa li qualche ora in ascolto senza fare nulla. Inizia a usare pratiche meditative come la Mindfulness.
Si tratta di pratiche di consapevolezza che, impostate nella tua quotidianità, ti aiuteranno giorno per giorno a ritornare a te stesso. Ascoltarsi, prendere coscienza di ciò che accade dentro di noi è il primo passo per ritornare al nostro stato di naturale felicità.
In questo breve corso online gratuito di Mindfulness spiego le basi della pratica. Troverai anche degli Mp3 per iniziare. Per questo ti lascio anche ai tanti video che ho pubblicato su YouTube.
Ne trovi qui una selezione.
La Mindfulness è una pratica molto antica che principalmente ti aiuterà a controllare sempre più la tua mente a fermare il continuo pensiero che inconsapevolmente ci rapisce dal presente.
Oltre alla mente però, se davvero vuoi recuperare la tua felicità, devi iniziare a lavorare anche sul corpo.
Rimettiti in forma fisicamente, sarai più felice
Un’altra questione riguardante l’essere felici, confermata dalla ricerca, riguarda infatti la salute del nostro corpo.
Corpo e mente sono la stessa cosa. Se vuoi essere felice devi lavorare anche sul tuo corpo. E’ il tuo corpo che ti permette di pensare, provare emozioni, sentire, percepire te stesso e gli altri. Se il tuo corpo è in perfetta salute allora starai naturalmente bene.
Ricorda quanto detto sulla piramide di Maslow. Se hai delle carenze vitaminiche importanti o semplicemente vivi in uno stato sedentario che giorno dopo giorno compromette sempre più il tuo corpo, è difficile che tu possa raggiungere o mantenere nel tempo uno stato di felicità costante.
Prova ad immaginare di avere un figlio di dieci anni. Forse lo hai, e allora ti chiedo, come organizzi la sua giornata?
Scuola, studio, sport, amici, tempo libero, tempo in famiglia. Perché proprio queste attività? Perché tutti, bene o male, diamo la stessa risposta? Perché sappiamo che ne abbiamo bisogno per crescere. Ciò di cui sembriamo non renderci conto è che noi cresciamo ogni giorno! Costantemente siamo in crescita.
La nostra vita è una continua crescita e ciò che ci alimenta e nutre a 10 anni lo fa anche a 60! Se continuerai a fare sport, ad alimentarti con cura facendo attenzione a ciò che ingerisci, ad apprendere e studiare, a passare tempo di qualità con amici e parenti è difficile che tu possa incontrare la mole di difficoltà che invece la maggior parte delle persone incontra.
Difficoltà che semplicemente insorgono perché non facciamo ciò che ci fa star bene.
Essere felici è uno stato naturale che va salvaguardato e mantenuto
Veniamo così a una questione fondamentale da comprendere. Se vuoi essere felice non basta dirti che si tratta di uno stato naturale ed essere felice. Certo se ci riesci va bene così! Di norma tuttavia ciò che diventa fondamentale è che tu riesca ad impostare la tua vita cercando quanto più possibile di rispecchiare la tua natura. Ciò che è naturalmente sano per te.
Il problema è che oggi siamo talmente condizionati da modelli e abitudini, che spesso perdiamo completamente il contatto con noi stessi, non riuscendo più neanche a discernere fra ciò che ci nutre e ciò che ci intossica.
Nel mio lavoro come psicoterapeuta mi capita costantemente di lavorare su questo punto. Anzi su questa questione ruota tutta la terapia. Tornare a se stessi. Imparare ad ascoltarsi e sulla base di questa comprensione riorganizzare la tua vita.
Ti farò un esempio. Parliamo ancora dello sport, dell’attività fisica. Tutte le ricerche hanno dimostrato quanto sia utile fare ogni giorno almeno una mezz’oretta di attività fisica, magari alternando diverse attività: camminare, nuotare, un qualche sport aerobico ecc.. Oltre a ciò anche gli studi sull’evoluzione umana hanno mostrato quanto il nostro stesso corpo sia stato creato dal tempo per camminare, per essere primariamente nomade. Questa è la nostra natura, la natura del nostro corpo, eppure le nostre abitudini di vita sedentaria ci portano a sovralimentarci e a perdere di vista completamente la nostra attività fisica. Passiamo decine di ore ogni giorno seduti su una sedia davanti ad uno schermo. Nulla che abbia a che fare con la nostra natura, con le reali esigenze del nostro corpo.
Inizi a comprendere? Questo è solo un esempio ma ne potremmo fare a decine. La felicità è il nostro stato naturale ma, visto che le abitudini che nella maggior parte dei casi assimiliamo non rispecchiano la nostra natura, dobbiamo impegnarci affinché la nostra vita cambi, la nostra quotidianità, ciò che facciamo ogni giorno. Dobbiamo imparare a credere in noi stessi e a investire su di noi.
L’impatto delle relazioni sulla nostra capacità di essere felici
Arriviamo così ad un’altra questione molto importante. L’unico punto su cui la quasi totalità delle ricerche convergono.
La felicità sembra essere primariamente collegata alle relazioni della nostra vita. Per essere felici è necessario avere buone relazioni. Relazioni caratterizzate da rispetto, sostegno, amore.
In uno studio di Harvard condotto per circa 80 anni l’unico fattore emerso come fondamentale per il benessere delle persone nel tempo era proprio la relazione.
Relazione intesa non tanto come quantità quanto come qualità. A 50, ad esempio, la previsione di vita a 80 dipende più dalle relazioni in essere che dal livello del colesterolo. La solitudine uccide al pari di alcool e fumo.
I dati mostrano come le persone più soddisfatte (e longeve), non sono per forza persone che hanno ottime relazioni ma persone che hanno relazioni importanti, profonde, caratterizzate da un reale sostegno e una reale accettazione reciproca. Ciò non vuol dire quindi che non si possa litigare, ma che nonostante litigi e difficoltà la percezione è che l’altro ci sia per noi e noi per lui.
Se vuoi così imparare ad essere felice un altro suggerimento che voglio darti è quello di imparare a lavorare sulle tue relazioni. Cerca di comprendere il ruolo che hanno nella tua vita e decidi quali relazioni davvero ti nutrono aiutandoti a crescere e quali relazioni invece ti intossicano, rovinandoti la vita. Questo farà la differenza.
La felicità e il senso della vita
Le relazioni sono importantissime anche perché esse danno senso alla vita.
Ed il senso è un’altra delle questioni fondamentali parlando di felicità. Se vuoi essere felice occupati del senso della tua vita. Se la vita avrà per te senso e questo senso riguarderà la tua crescita e la tua evoluzione, allora molto probabilmente non avrai grossi problemi con la felicità. Spesso è proprio l’assenza di senso che ci getta nella sofferenza e nella disperazione.
Relazioni, eventi, scelte di vita o professionali, tutto ciò che viviamo ogni giorno impatta profondamente sul nostro umore. Se ciò che viviamo è per noi sensato, e rientra quindi in una rappresentazione chiara nella nostra mente, allora riusciremo probabilmente a raggiungere una duratura felicità. Se viceversa sperimenteremo un’assenza di senso, allora saremo molto più aggregabili da nemici interiori come il dubbio, la paura, la noia o a volte dalla disperazione.
Cerca il senso della tua vita. Il senso ci aiuta a sviluppare resilienza, ad affrontare con maggiore serenità le difficoltà. Anche momenti o periodi difficili possono essere facilmente affrontati se rientrano in un disegno di senso più ampio che abbiamo accettato. Uno studente accetta di buon grado le lunghe ore di studio o a volte anche i fallimenti, perché sa che insistendo arriverà a raggiungere buoni voti e a completare i suoi studi. Viceversa se dovesse stare li ad impegnarsi senza nessuna prospettiva, ecco che il senso per lui verrebbe a mancare a così anche quella spinta necessaria per affrontare le piccole, grandi prove della vita.
Il senso è davvero fondamentale. Allenati dunque a domandarti qual’è il senso di ciò che vivi. Vai in profondità.
La via spirituale per la felicità
Ultimamente sempre più ricerche stanno studiando anche l’effetto della fede sul nostro umore e, conseguentemente, anche sulla nostra capacità di essere felici nella vita. La fede è di certo un grande dono. Questi sono tempi complessi dove i sistemi di credo si differenziano sempre più, uscendo spesso dal mainstream di riferimento, ed è quindi difficile parlare di fede.
Di fatto, tuttavia, le ricerche confermano che, in generale, credere in un potere superiore, in un disegno più ampio, aiuta molto le persone a sentirsi meglio, più in pace e serene.
Rispetto alla spiritualità penso che essa sia fondamentale nella vita delle persone. In questo post ho spiegato quanto penso che la spritualità ti cambi la vita.
Qui mi limiterò a dire che a mio avviso il concetto più profondo di spiritualità ha a che fare con il fatto che nel profondo siamo tutti connessi, gli uni agli altri e con il mondo circostante, la natura, tutto.
Spiritualità è a mio avviso semplicemente il cercare sempre più di vivere in accordo con questa grande verità.
Farlo attiva in noi meccanismi virtuosi che, nel tempo, ci portano sempre più a sviluppare sentimenti di compassione, amore, apertura, rispetto che nel tempo portano sempre più a vivere situazioni intense e positive.
Per cui, a prescindere dalla via che hai scelto, anche qui mi sento di suggerirti di insistere, ricercare, andare sempre più in profondità fino a sperimentare stati di coscienza nuovi, di apertura e connessione. Di certo starai meglio.
Consigli pratici per essere felici
Veniamo così infine a qualche consiglio pratico. Questo è solo un post e, sebbene lungo, non potrà mai essere esaustivo sull’argomento. Come avrai compreso la felicità è davvero una cosa “seria”. Perché essa diventi duratura è necessario un lavoro profondo su se stessi che non mi è possibile spiegarti qui. Vorrei però lasciarti con qualche ulteriore suggerimento più concreto.
Abbiamo già detto: pratica la meditazione, fai sport, mangia sano, migliora le tue relazioni, dai un senso a ciò che vivi, cerca una via più profonda nella vita. Se farai questo sarà probabilmente già sufficiente ma ecco qui qualche altro spunto da cui partire.
Focalizzati sulla felicità
Impara a dedicare ogni giorno un pò di tempo a riflettere sulla felicità. Su come poter essere felice, sulla sensazione della felicità. Pensa a d essa, guarda persone felici, domandati come fanno ad esserlo. Se ci focalizziamo su un qualsiasi argomento nella vita esso ci nutre modificandoci. Se pensi alla felicità tutto il tuo assetto mentale si sposterà in quella direzione.
Sviluppa abitudini felici
Creati abitudini felici come queste:
- Impara a ringraziare, amici e parenti. Parla con loro, scrivigli, fagli sentire a tua gratitudine. La gratitudine ha un grande impatto sulla felicità.
- Una volta un mio formatore mi diede un bellissimo consiglio: “Per affrontare un anno di lavoro, inizia pianificando le vacanze”. Se hai a mente i momenti in cui farai ciò che per te è importante e ti da piacere, la tua mente sarà più serena e in grado di affrontare meglio le difficoltà. Nel medio termine possono essere le vacanze ma fallo anche nel breve termine, ad esempio organizzando bene il tuo tempo libero o nel lungo allenandoti al Life Design, a organizzare la tua vita (anche professionale) per poter essere sempre più predone del tuo tempo.
- Abbellisci sempre più l’ambiente intorno a te. La bellezza crea gioia e ispirazione. Se vivi in un tugurio malsano difficilmente proverai emozioni positive. Migliora il tuo ambiente, metti in ordine, alle volte basta davvero poco.
- Cerca di allenarti alla gentilezza. Non ferire le persone intorno a te, cerca, per quanto possibile, di aiutarle. La gentilezza che rivolgerai agli altri sarà la stessa che rivolgerai a te stesso.
- Più che oggetti, compra esperienze. La ricerca ha dimostrato che investire i nostri soldi in attività positive anziché oggetti aumenta i nostri livelli di soddisfazione e felicità.
Usa le difficoltà per crescere
Di questo abbiamo già accennato. usa le difficoltà per crescere, per migliorarti, per evolvere. Non pensare che le difficoltà che incontri siano il segno del tuo fallimento. Esse sono forse la prova da superare per dimostrare che ci credi veramente, che veramente vuoi arrivare fino in fondo. Più andrai avanti e più crescerà anche la tua percezione di autoefficacia.
Riprendi il controllo
Ricorda che in ogni istante hai la possibilità di modificare delle cose. Forse non tutto e forse non subito ma in genere sottostimiamo il nostro potere. Domandati, rispetto ai vari ambiti della tua vita, che cosa puoi migliorare e poi fallo. Riprendere il controllo è molto utile per sentirci di nuovo in grado di essere felici.