La psicoterapia è un’esperienza unica che letteralmente può cambiare la vita di una persona.
Grazie ad un percorso di psicoterapia è possibile affrontare le dinamiche più profonde che ci impediscono di vivere una vita serena, riuscendo a ristrutturare il nostro modo di vedere e intendere la vita, cambiando in profondità le nostre credenze e vissuti.
Psicoterapia, che cos’é?
La psicoterapia è oggi sempre più diffusa e grazie ad essa molte persone sono riuscite ad affrontare e superare diversi problemi quali: ansie, fobie, depressione, disturbi dell’umore, disturbi di personalità, disturbi del comportamento alimentare come bulimia o anoressia e molto altro ancora.
In realtà ciascuno di noi è diverso e a volte le categorie non rendono onore all’unicità di ciascuno, tuttavia per comodità puoi leggere qui di che cosa mi occupo prevalentemente.
Nel mio studio offro un servizio di psicoterapia a Milano rivolta ad adulti e minori. Nel caso di minori è necessario il consenso di entrambi i genitori.
I tempi della psicoterapia
Uno dei temi cruciali che vengono portati in seduta riguarda il tempo della psicoterapia.
Questo è infatti un argomento molto dibattuto e soprattutto molto sentito da chi inizia a valutare la possibilità di seguire un percorso più strutturato. In realtà, proprio a “causa” dell’unicità di ciascuno di noi è veramente difficile riuscire a dare tempi specifici.
Ciò che propongo in genere è di iniziare con una serie di almeno tre colloqui per comprendere al meglio la situazione, definire gli obiettivi e concordare poi insieme l’eventuale percorso da seguire.
In genere all’inizio di un percorso ripeto sempre che la psicoterapia dev’essere utile. E’ necessario poter sperimentare dei miglioramenti effettivi. E’ a mio avviso inutile proseguire per mesi o addirittura anni se non si riscontrano dei cambiamenti. D’altro canto è anche inevitabile che iniziato un percorso vi possano poi essere momenti di difficoltà, magari proprio in prossimità di un passaggio fondamentale. In questi casi l’esperienza insegna come sia molto più utile proseguire.
In ogni caso una psicoterapia per essere tale dev’essere efficace.
Ovviamente il tempo della psicoterapia varierà anche in base all’obiettivo concordato. Se il trattamento fosse mirato a lavorare su una specifica fobia, questo potrebbe durare anche solo poche sedute. In altri casi di fronte ad un malessere generalizzato e continuativo da diversi anni è difficile pensare di poter cambiare il proprio assetto interno ed esterno così velocemente.
Anche la frequenza delle sedute è un altro tema cruciale. In genere una psicoterapia prevede una frequenza almeno iniziale di una seduta alla settimana, tuttavia mi è capitato di fare degli ottimi lavori anche con frequenze quindicinali o alle volte trisettimanali. In ogni caso anche qui, vista l’unicità di ciascuno, non è davvero possibile dare delle linee guida che vadano bene per tutti.
Il costo della psicoterapia
Un altro tema tanto importante quanto delicato è quello legato al costo della psicoterapia. Anche in questo caso ritengo sia necessario fare delle distinzioni. Non sempre è possibile utilizzare lo stesso metro per tutti. La mia tariffa media si aggira intorno ai 120 euro a seduta, tuttavia capita di concordare una parcella diversa in base alle necessità del mio interlocutore.
Non ha alcun senso iniziare una psicoterapia per poi passare la maggior parte del tempo a preoccuparsi del suo costo e della difficoltà per riuscire a mantenerla. Per questo motivo, qualora vi siano delle difficoltà economiche oggettive, preferisco concordare anche una cifra inferiore che tuttavia sia sostenibile, per entrambi, ma sostenibile.
Viene emessa regolare fattura sanitaria che può essere così detratta nella dichiarazione dei redditi.
I tanti modelli di terapia
Così come ciascun paziente è diverso, ovviamente lo è anche ciascun terapeuta. Pensare di definire un terapeuta in base al suo modello di riferimento è a mio avviso poco saggio tanto quanto ritenere di poter usare lo stesso modello di riferimento per tutti.
Oggi i modelli di psicoterapia sono moltissimi, tuttavia ancora di più sono le persone che li utilizzano. E le persone sono diverse.
Dovendo scegliere uno psicoterapeuta, consiglio sempre di provare, sperimentare, e in base a come ci siamo sentiti scegliere e portare poi avanti il lavoro.
In ogni caso è anche utile avere un’indicazione di massima su che cosa aspettarsi. Un approccio cognitivo comportamentale, magari di prima generazione, può in effetti risultare molto diverso da uno psicoanalitico tradizionale.
Il mio modello di psicoterapia
Nel mio lavoro come psicologo a Milano ho strutturato nel tempo un modello di psicoterapia frutto dell’integrazione di diversi approcci, che mi permette di modulare il mio intervento in base alle specificità della persona.
Dopo i cinque anni di Università per diventare psicologo e un anno di tirocinio svolto soprattutto in ambito psichiatrico, ho seguito un percorso formativo in psicoterapia durato cinque anni con più di tremila ore di tirocinio formativo presso CPS (centri psico sociali) e UONPIA (Unità Operativa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza) a Milano. Tale pratica mi ha permesso di approfondire la base del mio modello di riferimento, questo sotto la supervisione di Gherardo Amadei, allora direttore della mia scuola.
Inoltre, durante e dopo la mia scuola di Specializzazione in Psicologia del Ciclo di Vita, ho avuto modo di interessarmi a diversi approcci alla cura che a mio avviso ben si integrano nel modello psicoanalitico relazionale (clicca sul link per una spiegazione approfondita del modello psicoanalitico relazionale), che da sempre ho sentito come più vicino al mio modello.
In particolare fra i vari approcci che ho integrato nel mio lavoro si trovano di certo:
- La terapia centrata sulla persona di Carl Rogers
- Gli studi sull’attaccamento
- L’analisi Transazionale
- La Gestalt
- Lo Psicodramma Moreniano
- Il modello relazionale Sistemico soprattutto in riferimento ad autori come Boszormenyi-Nagy o Virginia Satir
- L’ipnosi Eriksoniana e neoeriksoniana
- L’ipnosi regressiva
- La terapia cognitivo comportamentale di ultima generazione
- L’EMDR
Grande influenza ha avuto per me inoltre il pensiero di Carl Gustav Jung e in generale tutto il movimento transpersonale e in particolare la Psicosintesi di Roberto Assagioli.
Avendo a che fare con la vita, la psicoterapia deve occuparsi di tutti gli aspetti di essa, compresa la dimensione spirituale che per primo Jung ha così ampiamente esplorato in ambito psicoterapeutico. La psicologia transpersonale è a mio avviso l’evoluzione e l’espansione delle basi create da Jung.
Oggi lavoro presso il mio studio come libero professionista da una decina d’anni.
Come si svolge un percorso di terapia
Come accennato la radice del mio modello di psicoterapia può essere fatto risalire in prevalenza al modello psicoanalitico relazionale. Un testo di riferimento che più di tutti a mio avviso permette di comprendere la portata di un lavoro relazionale così inteso è quello di David J. Wallin, Psicoterapia e Teoria dell’attaccamento (Clicca qui per vedere dove acquistare il testo).
Questo modello costituisce nel mio lavoro la cornice di riferimento entro cui si inscrive l’intervento. Negli anni ho avuto modo di sperimentare come questo approccio sia funzionale nella maggior parte dei casi, basandosi soprattutto sull’empatia e la partecipazione piena del terapeuta.
All’interno di questa cornice come detto mi piace poter utilizzare diverse tecniche o integrazioni che permettono di andare a modificare con maggiore facilità i modelli operativi interni che ci dicono come vivere o percepire la vita, più in generale il nostro sistema di credo più profondo.
Ciascuno di noi, senza rendersene pienamente conto, nel corso della propria esistenza assimila delle regole che gli dicono come leggere e interpretare la realtà. La sua interna e quella esterna. Queste regole ci guidano in ogni pensiero parola ed azione della nostra vita, definendo chi siamo.
Il punto è che nella maggior parte di noi queste regole non sono state scelte consapevolmente, ma semplicemente assimilate dalla nostra cultura di riferimento, dalle persone che si sono prese cura di noi e soprattutto dalle relazioni che con esse abbiamo instaurato.
Dalla comprensione alla trasformazione
Uno degli aspetti principali della psicoterapia è quello di andare sempre più in profondità nel comprendere quali siano le regole che guidano la nostra vita. I vissuti e le emozioni più profonde che ci portano a seguire una direzione anziché un’altra. I processi ricorsivi di funzionamento della nostra mente, forse un tempo funzionali, ma che oggi possono essere fonte di dolore e sofferenza. E molto altro ancora.
Comprendere è così il primo passo, divenire consapevoli. Uscire da una prospettiva di immersione inconsapevole in cui tendiamo a funzionare secondo il “pilota automatico”, per passare ad una visione che inizi a tenere conto di diversi punti di vista, grazie alla quale riuscire a mettere in discussione le tante regole assimilate e iniziare a trasformarle.
Cambiare certe abitudini non è facile, specialmente se si tratta di abitudini di pensiero o emotive. Se per una vita abbiamo funzionato in un certo modo è difficile cambiare velocemente. Tuttavia oggi sono diversi i metodi e le tecniche che si possono utilizzare per facilitare questo processo.
Nella mia pratica clinica mi avvalgo molto di strumenti come la Mindfulness, l’EMDR, l’ipnosi nelle sue diverse forme e utilizzi, o esperienze di gruppo che a mio avviso possono aiutare notevolmente le persone in questo processo di “emersione consapevole”.
La psicoterapia si configura così come un percorso in cui si alternano sedute classiche basate sul dialogo con momenti di Mindfulness, sedute di ipnosi, esperienze di Gestalt e così via.
L’obiettivo di una psicoterapia
Come accennato gli obiettivi di una psicoterapia vengono in genere concordati insieme. Questo è un aspetto a mio avviso importante. Spesso infatti gli obiettivi del paziente non sono gli stessi del terapeuta e su questo argomento si potrebbe scrivere a lungo.
Alle volte il lavoro si incentra su singoli aspetti o sintomi della vita di una persona. Mi è capitato che dopo una seduta, risolto il problema, la terapia potesse ritenersi conclusa.
In ogni caso, in generale, ciò che mi piace pensare è la psicoterapia possa portare le persone a stare bene, ad essere felici, a raggiungere dei livelli sempre più elevati di benessere e soprattutto a divenire autonome, in grado di affrontare con forza e serenità la propria vita, trovando in essa un senso più profondo, capace di dar significato a tutto ciò che possono vivere o sperimentare.