Gestire l’insicurezza, alcuni suggerimenti

Gestire l’insicurezza non è sempre facile. Nel corso della vita può capitare di sentirsi insicuri. Alle volte l’insicurezza è specifica e relativa ad alcuni ambiti come l’amore, la professione, la famiglia. In altri casi possiamo percepire un senso di insicurezza più generalizzato, che riguarda la nostra persona.

In questi casi riuscire a gestire l’insicurezza diviene molto importante. L’insicurezza può divenire totalizzante, associandosi ad ansia, stress o depressione. In alcuni casi può essere così intensa da compromettere la nostra vita quotidiana, impedendoci di svolgere le normali attività.

Gestire l'insicurezza

Da dove nasce l’insicurezza

Essenzialmente l’insicurezza nasce da esperienze di insuccesso, sia esso relazionale, affettivo o relativo alle attività della vita come studio, professione, sport e quant’altro.

Possiamo, ad esempio, avere una buona autostima e fiducia in noi stessi, ma trovarci ad affrontare un nuovo compito o attività e percepire un certo senso di insicurezza. In questi casi gestire l’insicurezza si rivela più semplice, avendo già costruito dentro di noi una solida percezione di autoefficiacia.

Il problema sorge quando fin da piccoli veniamo esposti a relazioni insoddisfacenti, o veri e propri fallimenti relazionali, con le nostre figure di attaccamento primario. In questi casi le difficoltà di relazione con i genitori potrebbero portarci a consolidare un senso di insicurezza più generalizzato.

Le traiettorie di vita delle persone sono svariate e complesse. È difficile definire tutti gli aspetti che concorrono a costruire l’insicurezza. Di certo la ricerca, come gli studi sull’attaccamento umano di John Bowlby, ha dimostrato come le dinamiche relazionali e interattive giochino un ruolo decisivo.

Ad esempio, genitori troppo ansiosi o preoccupati potrebbero passare al figlio un senso di insicurezza costante e, comunque, il messaggio che non è in grado o che si trova costantemente in pericolo. Altrimenti, anche l’evitamento relazionale da parte sempre dei genitori potrebbe concorrere alla costruzione dell’insicurezza. Se le persone che hanno per me valore non me ne danno, anche solo ignorandomi, è normale che io possa crescere con un senso di inadeguatezza e insicurezza.

Il cuneo dell’insicurezza

Indubbiamente esperienze relazionali primarie possono avere un grande impatto sulla sicurezza in noi stessi, ma non vanno sottovalutate anche esperienze “secondarie” vissute in ambiti come scuola, gruppo di pari o attività sportive.

L’insicurezza è come un cuneo che, silentemente e lentamente, può entrare in noi. All’inizio potrebbe nascere come un semplice fastidio, magari in uno specifico ambito. Nel tempo potrebbe però poi espandersi ad altre aree, arrivando a debilitarci e a intaccare l’immagine di noi stessi.

Esperienze scolastiche difficili, dove possiamo sentirci incompresi o di non comprendere, oppure dove altri si approfittano, mettendoci in difficoltà, potrebbero concorrere nel creare un’insicurezza che, se non gestita, potrebbe portarci molte difficoltà.

Imparare a gestire l’insicurezza

Il primo passo per imparare a gestire l’insicurezza è quello di accorgerci di essa. Dare un nome all’insicurezza può aiutarci a definirla e a intervenire su di essa. Alcune persone, ad esempio, mascherano la propria insicurezza mostrandosi particolarmente forti o decise o, al contrario, evitando di esporsi troppo. Queste abitudini di comportamento possono essere così radicate da impedire alla persona stessa di rendersi conto della propria insicurezza.

Intraprendere un percorso di conoscenza di sé e consapevolezza è molto importante. Se sappiamo su cosa intervenire possiamo iniziare a lavorarci. Preso atto dell’insicurezza che possiamo avere in uno specifico ambito o più in generale possiamo ricostruire la storia stessa dell’insicurezza. Comprendere come in noi si è andata a strutturare la paura di non andare bene ci permetterà di trasformare quei vissuti che ci portiamo dietro.

Riscrivere la storia

Di certo non possiamo cambiare la storia della nostra vita, ma possiamo riscrivere il nostro modo di reagire ad essa. Per come funzioniamo noi esseri umani, ricontattare i vissuti generati in particolari situazioni della vita, ci permette di modificarli. Questo processo ha a che fare con il nostro modo di immagazzinare e rievocare i ricordi.

Ciò che genera l’insicurezza sono i vissuti associati a specifiche situazioni passate e dimenticate. Ricontattando quei vissuti possiamo modificarli, oltre a entrare in contatto con tutta una serie di cognizioni negative rispetto a noi stessi che non hanno alcun fondamento razionale ma che, semplicemente, abbiamo dato per vere fin da piccoli.

Ho approfondito bene questo argomento in questo post sulle cognizioni negative rispetto a noi stessi.

Ad esempio, potremmo esserci convinti di non meritare amore, di essere “imperfetti”, di non essere abbastanza capaci ecc.. Tutte credenze che non hanno alcun fondamento scientifico e del tutto irrazionali. L’essere capaci non dipende certo solo da una predisposizione innata. Piuttosto è legato alla pratica e alle attività che svolgiamo nella vita.

Gestire l’insicurezza iniziando a cambiare

Il solo fatto di iniziare a ricordare e ricostruire da dove sia nata l’insicurezza ci permette quindi di incontrare vissuti, credenze e immagini di noi stessi su cui possiamo iniziare a lavorare. Chiaramente se ci rendiamo conto che una situazione attuale nella nostra vita ancora ci genera insicurezza dovremo allo stesso tempo focalizzarci su questo aspetto.

Capita infatti di incontrare situazioni nella vita che richiamano insicurezze antiche. In questi casi il nostro lavoro sarà duplice. Da un lato quello di rielaborare ciò che è stato. Dall’altro, andare a intervenire sulla situazione attuale.

La vita costantemente ci offre occasioni per migliorarci. Il più è rendercene conto e, anziché cedere allo sconforto, utilizzarle per migliorarci.

Alle volte basta poco. Potrebbe trattarsi di uscire da una sola relazione. In altri casi cambiare potrebbe essere maggiormente difficoltoso. Potremmo ad esempio trovarci male al lavoro o in famiglia, oppure in altri ambiti da cui non sentiamo di poter uscire. Come detto ogni percorso di sviluppo è differente ed è difficile indicare una precisa traiettoria da seguire. Di certo già accorgerci di cosa ci mette in difficoltà e cercare di arginare quelle situazioni o relazioni che maggiormente minano la nostra sicurezza è un primo passo importante.

Ti rimando a questo video della serie “pratica la mente” che ho realizzato sul tema dell’insicurezza. In esso spiego diversi esercizi e attività che possiamo mettere in pratica per iniziare a lavorare seriamente su questo tema.

Ti riporto qui di seguito anche alcune attività che possiamo mettere in atto per gestire l’insicurezza.

Meditare ogni giorno

La meditazione è un buon aiuto per imparare a gestire l’insicurezza. Praticare la consapevolezza ha l’effetto di ridurre il nostro giudice interiore e di predisporci con mente più equanime alla vita. Il grande insegnamento della Mindfulness (la pratica meditativa oggi più studiata) è quello di riuscire a vedere la realtà per ciò che è. L’insicurezza si basa in genere sull’idea irrazionale di non andar bene a priori. Capire che si tratta semplicemente di allenarsi e migliorare può essere un grande sollievo.

Diventare bravi in qualcosa

Un altro suggerimento pratico può essere quello di divenire bravi in qualcosa. Sempre più. Appassionarci e migliorarci ci permette di cambiare la percezione di noi stessi. Se divento bravo in qualcosa, e gli altri mi riconoscono questa mia bravura, la mia autostima potrà crescere, lasciandomi un senso di maggior sicurezza.

Coltivare buone relazioni

Un altro aspetto importante sono le relazioni. Le relazioni ci plasmano nella vita. E’ in esse che apprendiamo sicurezza o insicurezza. Se le relazioni sono tossiche staremo sempre peggio. Se viceversa impariamo a costruire relazioni di valore, che ci appagano, allora riusciremo sempre più a migliorare il senso del nostro “andare bene”.

Riconoscere gli aspetti positivi dell’insicurezza

Un altro punto da considerare è quanto l’insicurezza ci possa far sviluppare aspetti positivi del nostro carattere. Ad esempio potremmo essere diventati più riflessivi e empatici. Chi è insicuro si pone in genere questioni più profonde e rilevanti. L’insicurezza inoltre, una volta superata, può farci diventare sempre più in grado di aiutare chi si trova nella nostra stessa situazione, dandoci “una marcia in più”. Infine, alcune persone sono più sicure di sé perché meno complesse e alle volte anche meno intelligenti. Questo è un effetto noto in psicologia come Effetto Dunning-Kruger.

Gestire l’insicurezza un passo per volta

Un altro aspetto importante da tenere in considerazione è quello di essere pazienti. Possiamo sentirci insicuri in un particolare ambito ma ciò che dobbiamo comprendere è che per cambiare serve pazienza. Tutti cambiamo, ciò che molti non fanno è di dirigere il cambiamento nella direzione scelta. Ma tutti possiamo migliorare. Il più è darci il tempo ed essere clementi con noi stessi.

In questo corso online di crescita personale ho approfondito questi e altri temi.