John Bowlby e gli studi sull’attaccamento umano

John Bowlby è stato un famoso psicologo e psicoanalista britannico che, grazie al suo impegno e alla sua dedizione a clinica e ricerca, è riuscito a riportare l’attenzione a quanto realmente accade nella relazione fra madre e bambino e, in terapia, fra terapeuta e paziente.

John Bowlby

Gli studi sull’attaccamento ideati da John Bowlby

John Bowlby è riconosciuto come il padre degli studi sull’attaccamento, oggi considerati i fondamenti per la comprensione dello sviluppo del bambino. Secondo Bowlby per comprendere lo sviluppo del bambino è necessario andare a comprendere le interazioni che esso vive fin dai primi anni di vita. Grazie al suo lavoro e alla preziosa collaborazione avuta con Mary Ainsworth prima, e successivamente con Mary Main, Bowlby riuscì a confermare le sue teorie. Con approfondite ricerche scientifiche cross-culturali è riuscito, di fatto, a cambiare il nostro modo di vedere il bambino e il suo sviluppo.

Il sistema di attaccamento identificato da Bowlby

Secondo Bowlby i bambini nascono con una tendenza biologicamente programmata a cercare e rimanere vicini a delle figure dell’attaccamento. Ciò fornisce nutrimento e comfort, oltre a garantire la sopravvivenza del bambino stesso.

Bowlby definì l’attaccamento come una “connessione psicologica duratura tra gli esseri umani“. La sua teoria etologica dell’attaccamento suggerisce che i bambini hanno un innato bisogno di formare un legame di attaccamento con un caregiver, una risposta evoluta che accresce le possibilità di sopravvivenza del bambino. Nato con un numero di comportamenti biologicamente determinarti, come pianto e sorrisi, i caregiver sono programmati biologicamente per rispondere a questi segnali e soddisfare i bisogni del bambino.

Le forme di attaccamento secondo la sua teoria seguirebbero una serie di fasi:

  1. Durante la prima parte della fase di pre-attaccamento, i bambini riconoscono il loro caregiver primario ma non hanno ancora un attaccamento. Il loro pianto e agitarsi attira l’attenzione e la cura del genitore e questo è gratificante sia per il bambino che per il caregiver. Mentre questa fase progredisce per circa tre mesi, i bambini iniziano a riconoscere sempre più il genitore e a sviluppare un senso di fiducia.
  2. Durante la fase di attaccamento indiscriminato, i bambini mostrano una netta preferenza per i caregiver primari, così come per alcuni badanti secondari, nelle loro vite.
  3. Durante il periodo di attaccamento discriminatorio, i bambini formano un forte attaccamento a un individuo e sperimenteranno angoscia e angoscia di separazione quando si separano da quella persona.
  4. Infine, durante le fasi multiple di attaccamento, i bambini iniziano a sviluppare forti attaccamenti alle persone al di fuori dei caregiver primari.

I diversi stili di attaccamento

Un altro aspetto importante della teoria dell’attaccamento di John Bowlby è la suddivisione nei diversi stili di attaccamento che ciascun bambino è in grado di sviluppare.
Queste categorie sono nate dalla ricerca diretta svolta con migliaia di bambini utilizzando il protocollo di ricerca ideato da Mary Ainsworth della strange situation.

La strange situation è una situazione strana, dove il bambino si trova ad affrontare diverse situazioni. Prima entra ed esplora una stanza con la mamma, intanto entra un estraneo che incontra la mamma, poi la mamma esce e infine rientra ricongiungendosi con il bambino. Durante la situazione sperimentale si osserva il bambino e le sue relazioni. In base alle migliaia di rilevazioni fatte è stato possibile classificare quattro principali risposte di attaccamento.

  1. Attaccamento sicuro: il bambino si mostra tranquillo, quando la mamma esce la saluta e rientrando è felice di vederla, poi continua a giocare e a fare le sue cose.
  2. Attaccamento insicuro evitante: il bambino sembra far finta di nulla quando la mamma esce e rientra, come se nulla fosse accaduto. In realtà ad un esame più attento possono essere misurate diverse reazioni fisiologiche.
  3. Attaccamento insicuro ambivalente: il bambino si agita molto sia quando la mamma va via e sia quando ritorna, sembra inconsolabile.
  4. Attaccamento disorganizzato: Il bambino ha reazioni disorganizzate come cadere per terra o paralizzarsi. Questa tipologia molto minore è indice di possibili problematiche.

I primi anni di vita di John Bowlby

Edward John Mostyn Bowlby nacque a Londra da una famiglia di classe medio-alta. Credendo erroneamente che troppo affetto e attenzione avrebbero potuto rovinare un bambino, i suoi genitori trascorrevano solo una piccola quantità di tempo con lui ogni giorno. All’età di sette anni fu mandato in collegio, un’esperienza che in seguito descrisse come profondamente traumatica.

Bowlby frequentò il Trinity College di Cambridge, dove studiò psicologia, contemporaneamente lavorando con bambini che avevano commesso dei reati. Dopo essersi laureato a Cambridge si offrì volontario in una scuola per seguire due bambini disadattati. Queste esperienze segnarono il corso del suo futuro ispirandolo a diventare uno psichiatra dell’età evolutiva.

Studiò poi medicina all’University College Hospital e psichiatria all’ospedale Maudsley. Durante questo periodo Bowlby studiò al British Psychoanalytic Institute, influenzato inizialmente dal lavoro di Melanie Klein, da cui si scostò poi notevolmente a causa dell’eccessiva importanza che a suo avviso dava alle fantasie dei bambini anziché ai reali eventi nell’ambiente, compresa l’influenza di genitori e caregivers.

Dopo essere diventato psicoanalista nel 1937, prestò servizio nel Royal Army Medical Corps durante la seconda guerra mondiale.

L’esperienza nell’Organizzazione mondiale della sanità

Nel 1938 sposò una donna di nome Ursula Longstaff e insieme ebbero quattro figli. Terminata la guerra, Bowlby divenne direttore della Tavistock Clinic e nel 1950 divenne consulente per la salute mentale dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Nel 1949, l’Oms commissionò a Bowlby un rapporto sulla salute mentale dei bambini senzatetto in Europa. Nel 1951 fu pubblicato il lavoro. In esso, scrisse, “… il bambino dovrebbe vivere un rapporto caldo, intimo e continuo con sua madre (o con un sostituto materno permanente) in cui entrambi trovano soddisfazione e divertimento“.

Dopo la pubblicazione dell’influente rapporto, Bowlby continuò a sviluppare la sua teoria dell’attaccamento.

L’apporto teorico di John Bowlby

Bowlby ha attinto a una varietà di argomenti, tra cui la scienza cognitiva, la psicologia dello sviluppo, la biologia evolutiva e l’etologia (la scienza del comportamento animale). Fu anche influenzato dal lavoro di Konrad Lorenz, uno zoologo ed etologo che dimostrò che l’attaccamento era innato e finalizzato alla sopravvivenza.

Il tema centrale della teoria dell’attaccamento di Bowlby è che le madri che sono disponibili e sensibili ai bisogni del loro bambino stabiliscono in lui un senso di sicurezza. Il bambino sa che il caregiver è affidabile, il che crea una base sicura affinché il bambino si senta sicuro per esplorare il mondo.

Contributi alla psicologia

La ricerca di John Bowlby sull’attaccamento e sullo sviluppo del bambino ha lasciato un’impressione duratura su psicologia, educazione, cura dei figli e genitorialità. I ricercatori hanno esteso la sua ricerca per sviluppare tecniche di trattamento clinico e strategie di prevenzione. Il suo lavoro ha influenzato anche altri eminenti psicologi.

In un sondaggio del 2002 di psicologi pubblicato nel Review of General Psychology, Bowlby è stato classificato come il 49 ° psicologo più frequentemente citato del 20 ° secolo.

Una prosecuzione importante del suo lavoro è stata quella portata avanti da Mary Main che ha esteso la ricerca all’evoluzione dei diversi stili di attaccamento negli adulti. Grazie al suo protocollo di ricerca denominato Adult attachment interview la Main ha reso possibile classificare anche gli adulti nelle tre principali categorie definite grazie alla strange situation.

In base alle risposte dell’intervista è possibile definire il profilo della persona.

In particolare:

  1. Sicuro: L’intervista serve per riflettere su aspetti che non aveva considerato prima.
  2. Distanziante: le relazioni non hanno avuto peso o così si è convinto. Non trova motivo all’intervista.
  3. Preoccupato ansioso: le relazioni di attaccamento non gli hanno fornito sicurezza. È rimasto in qualche modo ingabbiato, coinvolto.

L’apporto di John Bowlby alla psicoterapia

Le teorie e le ricerche di John Bowlby sull’attaccamento umano hanno dato un grande impulso anche alla psicoterapia.

Il suo modello di riferimento ha mostrato al mondo l’importanza fondamentale di una relazione di attaccamento sicura, che permetta anche in terapia di interiorizzare una “base sicura” su cui poter costruire la propria esperienza del mondo.

Il terapeuta ha proprio il ruolo di fornire questa base sicura. Di offrire all’altro grazie alla suo ascolto, alla sua empatia e preparazione, uno spazio sicuro che permetta all’altro di aprirsi senza sentirsi valutato o giudicato.

Nel mondo sono diversi i centri che seguono il suo modello.

Cambiare gli stili di attaccamento

Una delle conquiste in psicoterapia è stata quella di comprendere che i diversi profili negli adulti, derivati dalle diverse relazioni di attaccamento, possono cambiare. La psicoterapia è in grado, grazie ad una relazione empatica e profonda, di trasformare i nostri stili di attaccamento.

La tendenza a distanziare, classica ad esempio nel disturbo evitante di personalità, potrà così cambiare grazie alla relazione instaurata.  In essa la persona potrà letteralmente reimparare ad accedere a sé stessa e all’altro. Anche la tendenza ad un profilo preoccupato potrà modificarsi grazie al rimando del terapeuta, in grado di riportare vissuti ed emozioni in un “range” più gestibile.

Nel mio lavoro di psicologo a Milano sono ormai anni che integro gli importanti studi di John Bowlby nella mia pratica clinica.

Il suo contributo è stato unico e la sua battaglia a riportare la psicologia a ciò che è effettivamente reale è stato uno dei contributi più significativi del secolo scorso.