Autostima, cos’è e a cosa serve
L’autostima è un pilastro fondamentale della nostra vita. Grazie all’autostima siamo in grado di far fronte alle difficoltà, di credere in noi stessi, di sapere che saremo in grado di creare e realizzare progetti nuovi e complessi.
L’autostima nasce dal giudizio che diamo di noi stessi. Da quanto crediamo o meno di essere persone valide, importanti, capaci di vivere in armonia dentro e fuori di noi. L’autostima si basa su quanto siamo in grado di essere coerenti con ciò che sentiamo esser giusto nel profondo e sull’effetto che questa nostra coerenza ha nella nostra vita.
Agendo “bene”, coerentemente con i nostri valori di base, l’autostima cresce perché migliora l’immagine che abbiamo di noi stessi. Diventiamo sempre più convinti di essere davvero ciò che sentiamo di poter e dover essere.

Caratteristica particolare o generale?
L’autostima non andrebbe sempre e solo intesa come qualcosa di generale che caratterizza tutti gli aspetti della vita di una persona, in realtà l’autostima può essere sia generale ed estesa a tutta la personalità e sia parziale, legata a specifici ambiti della nostra vita.
Potrò ad esempio avere un’alta autostima di me stesso per la mia capacità di cucinare o di suonare uno strumento musicale ma magari sentirmi poi carente in altre aree. Oppure avere un’alta autostima in generale a prescindere dai diversi ambiti.
Ovviamente se riesco a far crescere la mia autostima almeno in qualche aspetto della mia vita questo potrà fungere da traino per la mia autostima in generale.
Per questo motivo una delle tecniche più semplici per aumentare la nostra autostima è quella di partire ad incrementarla almeno in un ambito specifico, cercando di diventare sempre più bravi in qualcosa, possibilmente riuscendo ad eccellere nell’attività che scegliamo di portare avanti.
Questo in genere è un passaggio che da sé ci permette di sviluppare sempre più la nostra autostima. L’attività scelta potrà diventare una sorta di apripista per permetterci di acquisire sempre più fiducia in noi stessi.
Da dove nasce l’autostima
L’autostima si sviluppa soprattutto nelle relazioni primarie della nostra vita.
E’ grazie alle relazioni con le persone che si prendono cura di noi che diveniamo in grado di credere o meno in noi stessi, di avere, o meno, fiducia in ciò che siamo e di come riusciremo a vivere nel mondo.
Diverse ricerche hanno dimostrato come l’amore incondizionato dei genitori sia uno dei fattori più importanti nel determinare se i figli svilupperanno e manterranno una buona autostima.
Se un bambino sente di essere accettato e amato per quello che è e non per come appare o per ciò che fa, questo contribuirà notevolmente nella crescita della sua fiducia in sé stesso. Apprenderà di essere una persona degna di amore.
Ovviamente quando si parla di amore incondizionato non si deve intendere il semplice lasciar fare tutto quello che si vuole. Questo non ha nulla a che fare con l’amore. Amore incondizionato vuol dire esserci, impegnarsi, dare attenzione e partecipazione. Significa tenere a mente l’altro e guidarlo con amore verso il raggiungimento del suo massimo potenziale.
Che cosa fa crescere la fiducia in sé stessi
Bambini che mostrano di avere livelli più alti di autostima sono bambini che hanno genitori autorevoli, supportivi, che si prendono cura di loro fissando standard chiari, condivisi e negoziati all’interno di una relazione rispettosa e amorevole.
I fattori più importanti che risultano essere implicati nella costruzione di una buona autostima e della capacità di credere in sé stessi nelle relazioni primarie sono il fatto di essere ascoltati, di essere trattati (verbalmente e non) con rispetto, di ricevere attenzione e affetto, di sentire apprezzati i propri successi e riconosciuti e accettati i propri fallimenti.
In buona sostanza, l’essere trattati come una Persona, degna di attenzione e partecipazione.
Mi capita spesso di fare formazione ai genitori su questi temi nelle scuole e di rendermi conto di quanta confusione vi sia.
Dalla rigida educazione di un tempo si è passati oggi ad un rapporto con i figli più simile a quello che si vorrebbe avere con un amico. Si dimentica così quanto sia importante per un bambino percepire anche le differenze di ruolo, comprendere che i suoi genitori sono li per lui, per ascoltarlo, indirizzarlo nella vita e spronarlo a far crescere i suoi talenti e correggere le sue inclinazioni negative. In buona sostanza per amarlo come figlio e non per trattarlo come un compagno o un confidente.
Se vuoi in questo corso gratuito online sull’autostima approfondisco questi argomenti.
Che cosa ostacola l’autostima
I fattori invece che portano a una diminuzione dell’autostima sono ad esempio il fatto di essere criticati, sopratutto senza motivo, subire violenze di ogni genere, psicologiche, fisiche e sessuali, essere ignorati, ridicolizzati oppure sentire di dover essere sempre perfetti.
Quest’ultimo è un tema oggi molto sentito. In una società sempre più performante e richiedente sembra ormai sempre più necessario rispondere a standard qualitativi sempre più alti.
Come detto i genitori devono saper fissare degli standard per i propri figli. Banalmente da come tenere la propria stanza o da quale contributo dare in casa ad esempio nelle pulizie. Ma devono anche saper negoziare con i propri figli questi standard, riuscendo ad aiutarli a comprenderne il motivo e a rinegoziarlo anche in base ai loro bisogni e vissuti, permettendo loro di affrontare prove “possibili”, in grado di di far crescere la loro percezione di autoefficacia. Questo permette ai figli di sentirsi ascoltati come co-creatori del proprio processo di crescita. Di fare l’esperienza di essere importanti e di avere valore.
Standard troppo alti e vergogna
Oggi vengono invece richiesti standard sempre più alti che spesso non tengono conto delle reali inclinazioni del bambino, con il risultato che questo imparerà a sentirsi incapace e inadeguato o, peggio, che potrà essere amato solo se rispetterà le aspettative di genitori e insegnanti, percependo in buona sostanza che ciò che “è” non è mai abbastanza. Non a caso autostima e depressione sono inversamente collegati.
Spesso bambini a cui spetta questa sorte divengono adulti sempre più perfezionisti ma mai felici. Il messaggio che apprendono sarà che meriteranno amore solo se saranno adeguati alle richieste dell’esterno, provando spesso molta vergogna.
In particolare la vergogna sembra essere uno degli stati d’animo che maggiormente inducono una bassa autostima. Provare vergogna è spesso associato a sentimenti di colpa ed inadeguatezza che vanno a ledere l’immagine che abbiamo di noi stessi. Ad esempio quando non riusciamo a realizzare un obiettivo prefissato all’interno di un contesto sociale.
Persone che crescono così, cercando di far fronte all’esigenze esterne senza curarsi dei propri reali bisogni, sviluppano soprattutto un’autostima esplicita, fragile, basata su ciò che gli altri ci rimandano e non su ciò che realmente sentiamo dentro.
Autostima implicita ed esplicita
La distinzione fra autostima implicita ed esplicita è molto interessante.
Un’alta autostima implicita è caratteristica di ci crede in sé stesso a prescindere dal punto di vista degli altri. Che mantiene alta l’immagine di sé nonostante le critiche che potrà incontrare.
In genere un’alta autostima implicita è caratteristica di chi possiede forti ideali e riesce a vivere in accordo con essi, a prescindere dalle visioni o opinioni altrui. Chi segue la propria coscienza e ha il coraggio di seguirla, nel tempo diviene, in genere, una persona con un’autostima sempre più solida e strutturata, con un’immagine di sé stesso coerente e determinata.
L’autostima esplicita è invece strettamente legata al punto di vista altrui, estremamente volubile e facilmente modificabile in base all’ambiente esterno. L’autostima così strutturata potrà cedere facilmente di fronte alle avversità o alle critiche che inevitabilmente la vita porta, a meno di un adeguamento costante che, tuttavia, lascerà sempre un senso di incompletezza e di profonda inadeguatezza.
Autostima e Coscienza
Di teorie sull’autostima ve ne sono tante.
Una delle più interessanti è di sicuro quella di Wiliam James, il famoso psicologo Americano, secondo cui l’autostima nasce dal rapporto fra sé percepito e sé ideale.
Ciascuno di noi avrebbe più o meno autostima in base a quanto la percezione che ha di se stesso corrisponde all’idea di ciò che vorrebbe essere.
Mi piace questa teoria e ritengo che esprima con semplicità il “nocciolo della questione”.
Più saremo in grado di seguire la voce della nostra coscienza e tanto più la nostra autostima sarà stabile e forte.
La coscienza è ciò che ci connette ai nostri valori più profondi, a quei valori di base che costituiscono la base stessa dell’essere umano. La nostra coscienza, se interrogata e ascoltata, è sempre in grado di dirci che cos’è meglio o peggio per noi o per gli altri.
La nostra coscienza è ciò che ci connette agli altri, al creato, a tutto ciò che esiste, ed è grazie ad essa che riusciamo a guidare le nostre vite verso ideali sempre più alti.
Essere utili aiuta l’autostima
Come mai ci sentiamo così bene ogni volta che facciamo del bene incondizionatamente o che semplicemente assistiamo ad un atto d’amore del genere?
Le ricerche oggi mostrano quanto attività di volontariato o di servizio altruistico incrementino il nostro benessere, a dimostrazione di quanto la nostra coscienza risponda naturalmente ad un atto d’amore facendoci stare bene.
Aiutando e servendo mettiamo in pratica la verità tramandata da antiche culture, e oggi sempre più comprovata dalla ricerca scientifica, secondo cui nel profondo siamo tutti connessi, manifestandola nella nostra vita. Nel profondo tutti sappiamo perfettamente che essere d’aiuto agli altri, servire per qualcosa di più grande di noi è qualcosa di giusto, qualcosa che se seguito fa star bene. Qualcosa che ha a che fare con la nostra stessa natura.
Seguire questa nostra natura più profonda fa crescere la vera autostima.
In questo video descrivo sette attività per far crescere l’autostima.
La psicoterapia può far crescere l’autostima?
La psicoterapia è un percorso unico, in grado di cambiare la vita delle persone, di aiutarle a comprendere e a trovare nuovi modi di affrontare la vita.
Una psicoterapia orientata ad aiutare le persone ad entrare maggiormente in contatto con sé stesse, con la propria coscienza, con quella parte più profonda di noi che sa cos’è meglio e cosa no, è un percorso di riappropriazione della propria vita grazie al quale poter aumentare l’autostima e renderla più solida e profonda.
Le relazioni primarie della nostra vita ci portano a strutturare dentro noi un’immagine di noi stessi e ad apprendere delle regole su come vivere ogni momento della nostra vita, le nostre relazioni, i nostri sogni e desideri, le nostre emozioni. Cresciuti in un ambiente in cui non siamo stati visti o amati, come detto, è normale per un bambino sviluppare “l’idea” di non essere degno di attenzione e amore.
Una psicoterapia basata sull’ascolto, sulla partecipazione, sul non giudizio, sull’empatia, è in grado di aiutarci a ristrutturare queste credenze inconsce, “procedurali”, legate non tanto a un pensiero ma ad un modo d’essere e vivere. Vivendo insieme, nel setting terapeutico, focalizzando l’attenzione su ciò che vogliamo far crescere è possibile andare a trasformare questi modelli più profondi.
Gli strumenti per attuare questa trasformazione così importante per l’autostima sono primariamente la relazione, ma anche altri, grazie ai quali andare ad affrontare le cose in profondità. Uno strumento a mio avviso molto utile è ad esempio l’ipnosi, sia come strumento di supporto e sia come strumento esplorativo, nel caso ad esempio dell’ipnosi regressiva per andare alla radice dei problemi ed affrontarli.
Quali sono le caratteristiche di una persona con alta autostima
Alcune caratteristiche permettono di distinguere meglio le persone con alta o bassa autostima. Essere aperti alle critiche, riconoscere i propri errori, sentirsi a proprio agio nel dare e ricevere complimenti e, di certo, la coerenza fra pensieri parole e azioni. Le persone con alta autostima non temono di mostrare la propria curiosità, discutere le proprie esperienze, idee e opportunità. Sono autoironiche e si sentono a proprio agio sia con se stesse che con gli altri.
Sebbene la bassa autostima abbia ricevuto più attenzione a livello accademico rispetto a quella alta, oggi, grazie alla psicologia positiva, si sta sempre più studiando come costruire un’alta autostima.
Chi ha un’alta autostima apprezza se stesso e gli altri. Si diverte a crescere come persona e a trovare soddisfazione e significato nella propria vita. E’ in grado di scavare in profondità dentro di sé. E’ creativo. Prende le proprie decisioni e si adegua a quanto gli altri gli dicono solo quando è d’accordo.
E’ più focalizzato sulla risoluzione dei problemi piuttosto che sul crearli. Ha in genere un’alta resilienza. Cerca di mantenere relazioni amorevoli e rispettose. Conosce i propri valori e cerca di vivere di conseguenza. Condivide le proprie opinioni, bisogni e desideri. E’ gentile e in genere più felice.
Autostima e felicità. Quanto sono collegate in noi?
Autostima e felicità sono strettamente collegate ma può esistere l’una senza l’altra? Bisogna essere felici per avere un’alta autostima o bisogna avere una grande autostima per essere felici?
Uno studio su autostima e felicità
In passato secondo molte ricerche si è sempre evidenziato il profondo legame fra autostima e felicità. In genere coloro che sono più felici tendono a sentirsi bene con se stessi e coloro che non hanno autostima sono generalmente infelici. Ma un nuovo studio suggerisce che ciò che rende felici le persone, dalla mezza età in su, e che dà loro sentimenti di valore non è strettamente connesso.
Sono state esaminate le caratteristiche di individui felici con alta e bassa autostima e le caratteristiche di individui infelici con alta e bassa autostima per determinare se questi tratti sono sinonimi o distinti l’uno dall’altro. Per determinare le loro somiglianze e differenze, i ricercatori Sonja Lyubomirsky, Ph.D., Chris Tkach, MA, e M. Robin DiMatteo, Ph.D., dell’Università della California a Riverside, hanno chiesto a un campione di 621 pensionati da 51 a 95 anni, dipendenti di una grande azienda di servizi pubblici, di compilare questionari su ciò che li ha resi felici e ciò che ha dato loro autostima nella vita.
Che cosa ha reso le persone più felici
Sentirsi ottimisti e voler stare con altre persone sono stati i principali fattori predittivi per sperimentare la maggior felicità in questa popolazione anziana. Essere di buon umore e sentirsi soddisfatti della vita erano anche predittori di felicità, seppur meno importanti.
Questo del tutto in linea con altri sudi che hanno evidenziato l’importanza delle relazioni.
Che cosa le ha portate ad avere una maggiore autostima
Sentirsi ottimisti e non disperati, soddisfare i propri bisogni, essere soddisfatti del proprio livello di istruzione e del proprio valore personale erano i più forti predittori per sperimentare una più alta autostima. Le persone che raggiungono livelli più alti di autostima sembrano essere quelle che più di tutte realizzano i propri obiettivi.
L’unico fattore emerso, in comune fra autostima e felicità, sembra essere l’ottimismo. Le persone con livelli maggiori di ottimismo in generale tendono ad essere sia felici che con una maggiore autostima.
Come si può essere felici senza un alta autostima?
Alcuni casi, inoltre, hanno evidenziato come questi due fattori così importanti, autostima e felicità non fossero sempre correlati.
Com’è possibile avere una grande stima di sé ed essere infelici? Secondo gli autori alcune persone hanno una grande autostima ma sentono di non aver raggiunto i propri obiettivi. Sanno di essere intelligenti, abili, attraenti, “hanno quello che serve” ma non hanno realizzato ciò che volevano nella vita. Questo causerebbe l’infelicità anche in presenza di una buona autostima nella vita.
D’altro canto altri studi evidenziano come il raggiungimento dei propri obbiettivi sia strettamente connesso con il superamento di stati di ansia e depressione e più in generale alla soddisfazione nella vita.
Gli individui felici con una bassa autostima, invece, tipicamente avevano avuto stati d’animo più positivi che negativi, si erano sentiti relativamente soddisfatti delle proprie vite e di come avevano passato il proprio tempo libero in relazione con gli altri, sentivano uno scopo nella vita e godevano di buona salute.
Secondo Lyubomirsky la chiave per la felicità di questi individui, nonostante la loro bassa autostima, era la loro estroversione. Erano più sociali ed estroversi, questo rafforzerebbe la loro felicità ma non la loro autostima.
Questo studio evidenzia quanto autostima e felicità siano di fatto aspetti diversi della nostra vita. Benché connessi, autostima e felicità dipendono da fattori in parte differenti.
L’autostima risulta più collegata da un atto volitivo, mirato al raggiungimento di obiettivi nella vita. La felicità sembrerebbe invece più legata alle relazioni della vita al sentirci armonici e sereni in essa.
Come lavorare su autostima e felicità
Come far crescere la mia autostima
Naturalmente da queste riflessioni può discendere la consapevolezza di ciò che posso fare ogni giorno per aumentare la mia autostima, per farla crescere nell’arco della mia vita.
In particolare ciò che posso imparare a fare è focalizzare bene quali siano i miei obiettivi e raggiungerli, giorno dopo giorno. Oltre alla mia autostima questo farà crescere la mia percezione di autoefficacia e la mia fiducia in me stesso.
Potrei ad esempio imparare sempre meglio a fare un buon “Life Design” e a concretizzarlo modificando le mie abitudini di conseguenza.
Come far crescere la mia felicità
Rispetto alla felicità invece ciò su cui potrei maggiormente focalizzarmi sono le mie relazioni.
La capacità di stare con gli altri, di costruire con loro percorsi di senso che mi aiutino a stare sempre meglio in compagnia.