I vuoti affettivi, chiamati spesso anche vuoti emotivi, sono contraddistinti da una sensazione di mancanza, solitudine, inadeguatezza. Quando viviamo dei vuoti affettivi ci sentiamo tristi e sconsolati, anche se spesso non sappiamo da dove derivi quella stessa sensazione.
In alcuni casi sentiamo il vuoto affettivo in seguito a eventi specifici come un lutto o una separazione. In molti di questi casi si tratta solo di lasciar passare del tempo perché quella sensazione passi. Più complesso è il caso in cui i vuoti affettivi che percepiamo siano ricorrenti e radicati ormai nella nostra memoria. In questi casi le origini del vuoto vanno ricercate nella nostra storia, in ciò che è accaduto nel passato.

Da dove nascono i vuoti affettivi
Noi esseri umani cambiamo in base alle esperienze che viviamo ogni giorno. Ciò che sperimentiamo fin dai primi giorni di vita si struttura in noi, divenendo il nostro stato abituale. Se fin da bambini abbiamo vissuto situazioni di solitudine, trascuratezza o abbandono, è normale che si siano strutturati in noi vissuti di questo genere.
Un lutto, eventi familiari complessi, come una grande crisi finanziaria o un trauma, possono aver generato un clima familiare contraddistinto da scarso contatto e solitudine. Nascendo e crescendo in un clima del genere è normale sperimentare una sensazione di vuoto. Lo strutturarsi in noi di vissuti di solitudine e mancanza fin da piccoli ci predispone a sentire quel vuoto affettivo anche da adulti.
Di certo è necessario tenere conto di quanto le traiettorie di vita dipendano da ciascuno di noi. Potremmo aver avuto genitori molto presenti e affettuosi, che ci hanno abituato ad appoggiarci a loro, a percepirli come una costante nella nostra vita. La perdita di essi, magari a causa di un evento imprevisto, potrebbe naturalmente generare in noi un senso di vuoto affettivo capace di consolidarsi nel tempo.
Comprendere la propria storia
Per capire l’origine dei nostri vuoti affettivi è così necessario ripercorrere a ritroso la nostra storia e andare a identificare gli eventi e le ricorrenze che hanno strutturato in noi questo vissuto. Per ciascuno potrà essere diverso.
In questo percorso di conoscenza di sé potrà essere utile partire dagli eventi recenti e andare così a ritroso. Spesso i temi si accavallano, ma di certo identificare gli eventi più recenti che ci hanno portato a vivere questa sensazione di vuoto potrà essere molto utile per iniziare a dare un ordine a ciò che stiamo vivendo.
Compreso l’origine o le diverse situazioni che ci hanno portato a sviluppare questa sensazione di vuoto affettivo dovremo intraprendere un giusto percorso che ci aiuti ad uscirne.
Come superare i vuoti affettivi
Se la mia sensazione di vuoto affettivo è permanente e da sempre presente nella vita, e la causa identificata nel rapporto con mia madre assente o troppo presente, allora potrò avere un’idea della direzione da seguire per poter uscire dal vuoto affettivo. Vivere una relazione densa di significato, prolungata nel tempo, in cui l’altro/a è presente per me con una modalità sana e funzionale, mi permetterà, con buona probabilità, di superare quella sensazione di vuoto.
In alcuni casi, dove il vuoto si è così consolidato da creare forme più strutturate di dipendenza affettiva, potrà essere necessario intraprendere un percorso di psicoterapia, finalizzato a trasformare quei vissuti più in profondità.
Strumenti come l’ipnosi, usati in psicoterapia, possono essere di grande aiuto nell’andare a ricontattare quelle sensazioni di vuoto e a trasformarle nella nostra vita.
Lavorare sul presente
Altro tema molto importante da considerare per andare a lavorare sui nostri voti effettivi riguarda il momento presente. Noi esseri umani abbiamo bisogni essenziali che, se non soddisfatti, possono portarci a percepire un vuoto nella nostra vita.
Tutti abbiamo bisogno di amore e connessione. Che non vuol dire semplicemente vivere una relazione affettiva valida. Si tratta più che altro di sentire l’appartenenza a qualcosa, sentire un legame con qualcuno che ci identifica e che ci permette di dare così un senso alla nostra vita.
Potremmo ad esempio trovare pienezza e appagamento impegnandoci in attività comunitarie che ci permettono di soddisfare questo bisogno: attività di volontariato, far parte di un gruppo religioso, condividere momenti intensi con i propri amici. Sono tante e diverse le situazioni che possono appagarci dal punto di vista affettivo, rispondendo al bisogno fondamentale di appartenenza e vicinanza.
Altri bisogni, che se non soddisfatti possono portarci a percepire una sensazione di vuoto nella nostra vita, sono la mancanza di sicurezza, com’è anche quella di crescere e di affrontare nuove sfide.
La questione importante è quella di conoscere noi stessi e i nostri specifici bisogni.
La Mindfulness come strumento di conoscenza di sé
Di certo una delle attività più fruttuose che possiamo utilizzare per sviluppare questa conoscenza di noi stessi e la Mindfulness. Grazie alla pratica meditativa è possibile sviluppare una consuetudine di presenza consapevole, che ci permette di divenire sempre più esperti di noi stessi e di ciò che accade dentro di noi.
Come anticipato ciascuno di noi è differente ed è quindi importante che ciascuno si assuma la responsabilità della conoscenza di se stesso. Solamente conoscendo me stesso posso comprendere quali siano stati gli eventi importanti che mi hanno portato a strutturare questa sensazione di vuoto e di mancanza affettiva.
Oltre a ciò la pratica meditativa mi permetterà di consolidare un senso di maggiore stabilità e continuità. Spesso la sensazione di vuoto nasce proprio da una condizione di precarietà e instabilità data da diversi eventi della vita. Riuscire a consolidare un senso di continuità ci aiuterà molto nel superare quello di vuoto.
Qui puoi apprendere la meditazione Mindfulness.
Investire su se stessi
Infine, importante per superare i vuoti affettivi è imparare a lavorare su se stessi. Spesso la sensazione di vuoto nasce dall’idea di essere manchevoli di qualcosa. Tendiamo a proiettare all’esterno il soddisfacimento dei nostri bisogni, senza renderci conto che anche da soli possiamo davvero fare molto.
Quando riusciamo a sentirci appagati nei diversi ambiti della vita, cresce naturalmente la nostra autostima. Sentendoci più appagati e completi sarà per noi più facile entrare in relazione.
Riconoscendo il nostro valore riusciremo maggiormente ad evitare relazioni tossiche o disfunzionali che, nel tempo, non farebbero altro che incrementare la nostra sensazione di vuoto. Un tipico errore è quello di accettare dinamiche relazionali disfunzionali pur di tenere legate a noi persone che, in realtà, non ci fanno stare così bene.
Questa tendenza nasce spesso dall’errata convinzione di non andare bene, da un senso di inadeguatezza strutturatosi nel tempo. Quando riusciamo a uscire da queste dinamiche e a riconoscere il nostro valore, grazie ad un percorso di crescita personale, ecco che riusciamo con maggior facilità a identificare ciò che ci nutre, scartando invece ciò che ci danneggia.