Sentirsi inferiori (come smettere)

Sentirsi inferiore è normale. Ci possiamo sentire inferiori in tante situazioni della nostra vita: quando ci troviamo a dover affrontare un esame, quando entriamo in un nuovo gruppo, quando ci confrontiamo con persone più esperte di noi. In tutte queste situazioni è assolutamente normale sentirsi inferiori. In genere da quel senso di inferiorità e inadeguatezza si avvia un processo di crescita e di perfezionamento che ci permette di arrivare a un buon livello di conoscenza o di esperienza. 

La pratica e l’esercizio ci permettono di colmare quel vuoto che percepiamo, arrivando nuovamente a sentirci allineati con lo standard di riferimento. Questo processo è del tutto naturale e fa parte della vita. 

Il problema è quando il senso di inferiorità si fissa nella nostra interiorità, divenendo una sensazione costante. In questi casi è importante cercare di comprendere quali siano le origini del nostro senso di inferiorità e iniziare a lavorarci su.

Sentirsi inferiori

Da dove nasce il complesso di inferiorità

L’American Psychological Association (APA) definisce il complesso di inferiorità come “un sentimento di base di inadeguatezza e insicurezza, derivante da una carenza fisica o psicologica, reale o immaginaria”.

Il termine risale al 1907, quando fu coniato dall’influente psicoanalista Alfred Adler per spiegare perché così tante persone non sembrano motivate ad agire nel proprio interesse e perseguire i propri obiettivi nella vita.

Nell’ambito della salute mentale il concetto di complesso di inferiorità viene in genere associato a quello di bassa autostima.

Perché ci sentiamo inferiori

I motivi per cui ci possiamo sentirci inferiori sono di diversa natura. Alcuni possono riguardare il livello materiale, fisico. Potremmo avere differenze somatiche rispetto al nostro gruppo di riferimento che ci portano a sentirci diversi, e quindi in qualche misura inferiori: più bassi o più alti della media. Oppure potremmo percepire una differenza a livello materiale, di oggetti posseduti.

Anche dal punto di vista psicologico potremmo sentirci in difetto. Meno capaci rispetto agli altri, meno attenti, consapevoli, spigliati e così via.

Le ragioni per cui possiamo sentirci inferiori sono molte, forse tante quante sono le persone. In alcuni casi accade inoltre che non riusciamo a identificare cause specifiche del nostro sentirci inadeguati. Semplicemente ci sentiamo così.

Capire le origini del nostro senso di inferiorità

Il primo passo che possiamo compiere per lavorare sul nostro senso di inferiorità, è quello di comprenderne le origini. Come normalmente è necessario fare per tutte le difficoltà del corpo e della mente, anche in questo caso è necessario ripercorrere la storia di come il nostro senso di inferiorità si sia strutturato nella vita.

Potrebbe essere che fino a una certa data le cose siano andate bene. Fino a uno specifico episodio della nostra esistenza potremmo aver avuto una percezione di noi stessi adeguata, con una buona autostima, con una buona percezione di auto efficacia nella vita. Da quel momento potremmo aver iniziato a percepire un senso di inferiorità.

Più spesso il “sentirsi inferiori” potrebbe essersi strutturato all’interno di processi che affondano così in profondità da essere difficilmente identificabili. Potremmo aver avuto genitori che fin da bambini ci hanno fatto sperimentare dinamiche relazionali disfunzionali, in cui il nostro senso di inadeguatezza o vergogna può essersi consolidato, facendo da sfondo alla nostra quotidianità per molti anni. In questi casi il senso di inferiorità diventa così usuale da divenire familiare.

Il primo passo, comunque sia, è quello di ricostruire lo storico, riconoscere quali siano stati i passaggi che ci hanno portato a sviluppare questa sensazione così radicata.

Il circolo vizioso del sentirsi inferiori

Un altro passaggio importante ha a che fare con il riconoscere gli effetti che il nostro sentirci inferiori può avere. A causa del nostro sentirci inferiori potremmo evitare di compiere tutta una serie di azioni che sappiamo poter essere utili per la nostra vita.

Potremmo sentirci inferiori a livello affettivo e desistere dall’avvicinare persone per noi interessanti, convinti che non verremmo nemmeno visti. Il senso di inferiorità potrebbe portarci delle limitazioni funzionali nella vita che, compiute, non fanno altro che aumentare lo stesso senso di inferiorità. Non mi sento all’altezza e quindi evito tutta una serie di situazioni, alimentando così, ancora più, quella sensazione di non essere abbastanza. In questi casi il senso di inferiorità alimenta un circolo vizioso che spesso sfocia in problematiche più strutturate di ansia e depressione.

Altri aspetti tipici del sentirsi inferiori è provare sentimenti di invidia, sentirsi a credito nei confronti della vita, sviluppare una bassa o, peggio, una falsa autostima.

La falsa autostima del sentirsi inferiori

È normale che una persona che si senta inferiore possa aver sviluppato una bassa autostima. Più complesso è il caso di una persona che vivendo questo senso di inferiorità tenda a sviluppare una falsa autostima. A causa di questo radicato e profondo complesso di inferiorità, alcune persone, più o meno consapevolmente, possono cercare di costruire un’identità posticcia, fatta apposta per mascherare la realtà (percepita).

Tipico è il caso di chi cerca di mettersi in mostra, o che tende a sminuire gli altri, oppure che si focalizza solo su se stesso. In alcuni casi possiamo parlare anche di disturbo narcisistico di personalità, dove la grandiosità viene utilizzata per mascherare il più profondo senso di inadeguatezza.

Riconoscere il complesso di inferiorità

I casi sono diversi e così lo saranno chiaramente anche i diversi interventi che potremo mettere in atto. Un primo passo consiste, come detto, nel ricostruire la storia e nell’accorgerci del circolo vizioso che si è creato dentro di noi. Questo passaggio non è scontato. Molte persone fanno fatica a riconoscere il proprio complesso di inferiorità anche con se stesse.

Un esempio, sempre parlando di narcisismo, è quello del narcisista inconsapevole (secondo la definizione di Gabbard) in cui la persona è incapace di riconoscere la profonda ferita narcisistica che lo fa soffrire. Il narcisista inconsapevole vive degli intensi sentimenti di invidia nei confronti degli altri, e ha bisogno di immaginare il suo sé grandioso per non entrare in contatto con quei vissuti di profonda inadeguatezza che avverte come distruttivi della sua stessa identità.

Prendere quindicoscienza del proprio senso di inferiorità non è scontato. Tuttavia possiamo usare degli indizi per riconoscerlo in noi stessi. Potremmo sorprenderci a pensare male di chi ha successo, o di chi ha realizzato ciò che vorremmo realizzare anche noi. Oppure avere la tendenza a evitare il confronto. O, ancora, tendere ad arretrare di fronte a un’opportunità interessante. Tutti questi indizi potrebbero spingerci a metterci in discussione e a domandarci se non siamo forse vittime di questo senso di inferiorità.

Smettere di sentirsi inferiori

Per smettere di sentirci inferiori dobbiamo poi comprendere un altro aspetto. Il concetto stesso di “sentirsi inferiori” implica un confronto con qualcun altro. Ma l’idea stessa del confronto è qualcosa che potremmo mettere in discussione. Che senso ha confrontarsi con gli altri per concludere di essere inferiori? In realtà ciascuno di noi è diverso, con una sua storia, sogni e risorse differenti. Paragonarsi agli altri è inutile, a meno di non utilizzare questo confronto in termini propositivi.

Posso, ad esempio, paragonarmi agli altri per capire in quali aree della mia vita voglio migliorarmi o perfezionarmi. Ma farlo solo al fine di evidenziare le mie carenze è del tutto inutile.

Per smettere di sentirci inferiori dobbiamo imparare a focalizzarci su noi stessi, ripartire da ciò che siamo. Il primo passaggio dovrebbe essere quello di imparare ad accettarci, che non vuol dire pensare di non dover migliorare, ma semplicemente prendere atto della realtà e imparare a star bene in essa.

In questo pratiche come la Mindfulness possono essere di grande aiuto, perché ci aiutano a far tacere quel continuo giudice interiore.

Focalizzarci su obiettivi realizzabili e portarli a termine

Successivamente possiamo anche imparare l’arte di focalizzarci su obiettivi realistici e portarli a termine. Uno dei problemi con il senso di inferiorità è che continua a farci immaginare scenari difficili da raggiungere per compensare il nostro sentirci da meno.

Imparare a definire piani realizzabili e portarli a termine è un passaggio molto importante. Se riesco a fare questo, magari aumentando progressivamente la complessità, a ogni nuova acquisizione riuscirò ad aggiungere un tassello alla mia fiducia in me stesso.

Incontrando difficoltà e superandole crescerà in me la percezione di autoefficacia e l’autostima. Potrò sentirmi sempre più vicino al mio sé ideale, a quella visione intima e profonda di ciò che vorrei essere nella vita.

Per approfondire nel il mio corso online gratuito sul’autostima troverai molti contenuti su come poter lavorare in questa direzione.