Coronavirus e psicologia, qualche suggerimento.

Il Coronavirus, indubbiamente, sta avendo un impatto molto forte sulle nostre abitudini quotidiane.

Per via della grande capacità di questo virus di propagarsi, siamo costretti ad adottare misure tanto drastiche quanto necessarie per assicurarci di diminuire i contagi.

E’ la prima volta che in Italia ci troviamo nella condizione di dover chiudere scuole e attività commerciali per un tempo così prolungato, chiedendo alle persone di rimanere in casa se non per gli spostamenti necessari.

In seguito a questa direttiva data dal governo con decreto ministeriale in molti si trovano a vivere una condizione mai sperimentata.

Coronavirus

Emergenza sanitaria del Coronavirus

L’emergenza sanitaria generata dal Coronavirus è prima di tutto fisica. Molte, troppe persone sono esposte alla possibilità di ammalarsi gravemente di COVID-19, la malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2, appartenente alla famiglia dei coronavirus

Il COVID-19 è una malattia che colpisce soprattutto le persone più anziane o persone con diverse patologie pregresse, una malattia spesso letale per queste fasce più “deboli” della società. Fasce che vanno tutelate. Le azioni che come paese stiamo adottando per salvaguardare i nostri cari sono a mio avviso segno di un alto livello di civiltà che non sempre viene condiviso da tutti.

D’altro canto, oltre a salvaguardare le fasce più deboli, tali restrizioni servono anche di riflesso per tutti in termini di tutela sanitaria. Il nostro sistema sanitario si trova infatti, per la prima volta dopo tanti anni, messo duramente alla prova. Questo a causa del repentino aumento di casi in cui si necessita di cure ospedaliere. Va detto che fortunatamente il SARS-CoV-2 non è letale quanto altri virus come ebola o aviaria. I numeri elevati dei contagiati che mostrano sintomi o necessitano di un ricovero sono causati dall’alta capacità di diffusione del virus. Più persone vengono contagiate e più il, seppur piccolo, numero di persone che in percentuale possono necessitare di cure specialistiche aumenta.

Chiaramente diminuendo la possibilità di contagio si diminuisce anche la capacità di propagazione del virus e quindi la congestione del sistema sanitario. Anche per questo motivo fondamentale stiamo tutti mettendo in atto azioni straordinarie come quella di rimanere a casa.

Azioni che mettono a dura prova i nostri sistemi abituali di vita, esponendoci ad altri tipi di emergenze che iniziano a prevalere su buona parte della popolazione.

Emergenza economica causata dal Coronavirus

Un’altra emergenza che stiamo tutti affrontando è quella economica. La scelta saggia di fermare molte delle usuali attività sta avendo e avrà un impatto importante sulla nostra economia. Un impatto che soprattutto per alcune categorie lascerà di certo strascichi molto lunghi.

L’economia ha bisogno dei suoi tempi. Quello che stiamo vivendo è un fermo obbligato e repentino che metterà alla prova molte famiglie, colpendo soprattutto le fasce più deboli della società, quelle persone che, più di altre, si trovano sprovviste di solide basi finanziarie per far fronte, senza un introito, alle tante spese quotidiane.

Entrambe queste emergenze metteranno in crisi molte persone e forse intere nazioni.

L’ambiguità del Coronavirus

Un altro fattore che sta generando un certo livello di ansia e preoccupazione è il senso di sospensione, il non sapere come effettivamente andranno le cose, il non sapere quando si concluderà questo grande capitolo per l’Italia e, considerato lo stato di pandemia dichiarato dall’OMS, quando questo accadrà per tutto il mondo.

Mai come oggi ci rendiamo conto della connessione fra tutti noi. Ciò che accade in qualsiasi parte del mondo ha un impatto anche sulle altre sue parti e nulla come il Coronavirus ci aveva permesso, fino ad oggi, di sperimentare questa verità.

Non sapere come si svilupperà il contagio in Italia e nel mondo aggrava la nostra condizione psicologica portandoci dubbi e ansietà.

Gli effetti psicologici del Coronavirus e possibili rimedi

Ma veniamo agli effetti psicologici della diffusione del Coronavirus e alle misure che possiamo mettere in atto per farvi fronte.

Come tutti i virus il Coronavirus fa paura, fa paura sopratutto alle persone appartenenti alle fasce maggiormente colpite ma anche agli altri. In generale, come esseri umani, abbiamo paura dell’ignoto. Non sapere quali siano effettivamente le caratteristiche di questo virus, fino a poco tempo fa sconosciuto, allarma in molti.

Sopratutto questo avviene a fronte della scarsità di nozioni rilevanti e all’eccesso di informazioni maggiormente in grado di generare allarme. Sapere, ad esempio, ad ogni minuto il numero esatto di decessi non ha molto senso. Ogni anno muoiono nel mondo circa 13 milioni di persone per problemi cardiaci, in America una persona ogni tre minuti muore di infarto, saperlo in tempo reale, minuto per minuto, non sarebbe di certo utile.

Il suggerimento in questo caso è quello di tenersi informati limitando la ricerca di “news” sull’argomento ad una volta al giorno, per un tempo limitato, attingendo da fonti istituzionali.

La conoscenza ci può aiutare

Allo stesso tempo, per gestire la paura dell’ignoto, possiamo studiare, documentarci attingendo sempre a fonti ufficiali, agli studi scientifici che, maggiormente, ci possono aiutare a comprendere le caratteristiche del fenomeno.

Se mi alleno a mantenere vigili le mie funzioni superiori di pensiero posso prevenire l’insorgere di ansie e paure eccessive che avrebbero come unico effetto quello di farmi perdere il contatto con la realtà.

Per documentarmi posso attingere alle diverse informazioni disponibili su siti istituzionali come epicentro, il sito dell’Istituto Superiore di Sanità dedicato a questi temi. Oppure al sito dell’Organizzazione mondiale della Sanità.

Sono anche disponibili ottimi documentari che, a mio avviso, possono aiutare a comprendere quanto ciò che ci sta accadendo fosse in realtà previsto da diversi virologi e, ahimè, una naturale conseguenza dei nostri stili di vita e moderni sistemi sociali.

Vincere la paura del Coronavirus e dei suoi effetti

La paura come detto ha un impatto importante sulle nostre vite. Benché necessaria per proteggerci, la paura rischia spesso di eccedere impedendoci di osservare la realtà per ciò che è.

Un dato di realtà è ad esempio che in questa fase non possiamo fare molto per cambiare il destino del nostro paese e delle nostre vite, se non rispettando le regole imposte.

Un altro elemento di realtà è quindi quello che abbiamo molto tempo e che possiamo decidere se sprecarlo ruminando su ciò che è stato, rimuginando su ciò che sarà oppure cercando di impostare nella nostra vita nuove routine o stili di pensiero che potranno solo aiutarci nel futuro.

Costruire una nuova routine di vita

Noi esseri umani abbiamo bisogno di un obiettivo. Senza un obiettivo tendiamo a disperdere le nostre energie e a perdere le nostre facoltà di autoregolazione. Il lavoro, lo sport, le nostre consuetudini abituali, sono tutti rituali che sostengono la nostra vita.

Trovarsi costretti a casa può metterci molto in difficoltà, proprio perché non più ancorati ad una routine quotidiana che ci sostiene.

Il suggerimento in questo caso è quello di riorganizzarsi, di ridefinire i propri confini e di ripartire da li.

In molti si trovano ad avere tanto tempo e poco da fare. In realtà questa potrebbe essere l’occasione per consolidare nuove abitudini da portare avanti un domani. Routine di cura di noi stessi. Routine che normalmente, presi dalle contingenze quotidiane, non ci concediamo mai di sviluppare.

Ad esempio, possiamo suddividere la nostra giornata in orari precisi. Continuare a svegliarci a un buon orario, fare sport a casa, meditare, studiare, riprogettare il nostro impegno professionale nella vita.

Questa potrebbe essere un’occasione d’oro che rischiamo di perdere se solo permettiamo alla paura o alle preoccupazioni per il futuro di prendere il sopravvento nelle nostre vite.

L’impatto dell’isolamento sociale

Un altro importante effetto che questa condizione sta portando alle nostre vite è la costrizione all’isolamento. In tempi di crisi noi esseri umani abbiamo un naturale istinto a legarci, a fare branco, ad unire le forze per aumentare le probabilità di sopravvivenza.

In questa condizione forzata siamo invece costretti a isolarci ancora di più, a fermarci a ridurre molte delle nostre attività.

Improvvisamente ci troviamo con molto tempo libero e diversi pensieri per la testa. Questo naturalmente genera, sopratutto nelle persone maggiormente soggette all’ansia, uno stato di preoccupazione crescente che può portare a problematiche intense.

Sentirsi soli e isolati può essere un’elevata fonte di stress. Secondo uno studio di Harvard durato più di 80 anni il fattore che maggiormente ci permette di vivere a lungo e sani sono le relazioni. La solitudine ha un forte impatto negativo sulla nostra salute come anche relazioni che non funzionano bene.

In questa fase ci si può trovare in entrambe le situazioni. O soli o con persone con le quali abbiamo difficoltà ancora irrisolte.

Imparare a stare con noi stessi, l’insegnamento della Mindfulness

E così uno degli effetti del Coronavirus è quello di costringerci a stare maggiormente con noi stessi. Per molti questa è una sfida difficile da affrontare. Stare con se stessi non è sempre facile. Presi dalle tante attività siamo spesso anestetizzati e non in grado di stare realmente nel presente, di fermarci e di stare con “ciò che è”.

Per questo motivo a mio avviso una delle pratiche che maggiormente varrebbe la pena utilizzare in questi giorni di restrizione forzata è la Mindfulness. La Mindfulness è una pratica di consapevolezza sempre più studiata grazie agli effetti importanti che ha nell’insegnarci a gestire emozioni come la paura. La Mindfulness ci riporta al presente, alla realtà, a ciò che accade.

Usare questo tempo per praticare ogni giorno potrebbe essere l’inizio di un magnifico viaggio. Come dice Jon Kabat Zin, il massimo divulgatore della Mindfulness a livello mondiale, la Mindfulness è un atto d’amore verso noi stessi. È la scelta deliberata e consapevole di dedicarci a noi stessi. Scegliere anche per solo pochi minuti, ogni giorno, di ascoltarci, di divenire presenti a ciò che accade dentro di noi, è davvero una scelta importante.

Nel tempo la pratica di consapevolezza migliora la nostra memoria, l’attenzione, la concentrazione, riduce l’ansia, lo stress e si è rivelata essere un intervento di “best practice” anche per la depressione.

Ma soprattutto la Mindfulness è la via maestra per conoscere noi stessi.

In questo corso online gratuito di Mindfulness puoi apprendere le basi della pratica e iniziare.

Imparare a stare con gli altri

Altro tema importante in questi giorni è quello di imparare a stare davvero con gli altri. Prima del Coronavirus in molti avevano consolidato l’abitudine a stare insieme a “distanza”. Il coronavirus ci ha spinti a ridurre queste distanze, in una condizione di convivenza da molti forse temuta.

Se vogliamo trovare un effetto “positivo” del Coronavirus è che possiamo cercare di migliorare le nostre relazioni affettive. Questa è l’occasione per superare alcune incongruenze della nostra vita, ad esempio prendendoci cura di quei rapporti che magari da tempo sopravvivono su un filo sottile tenuto in equilibrio proprio dalla distanza.

Anche solo passare del tempo con i nostri partner, genitori o figli può essere un occasione importante per rinforzare i legami, per conoscersi meglio, per costruire insieme ricordi significativi da condividere nel tempo.

Riprogettare la propria vita

Infine, un suggerimento che penso possa essere utile in questo momento di passaggio è quello di riprendere in esame la propria vita, con l’intento di domandarsi quale sia davvero la direzione che vogliamo essa prenda. Avere del tempo è davvero un’occasione importante e una delle cose che spesso non ci diamo mai il tempo di fare è di meditare sulla nostra esistenza e su ciò che vorremmo accadesse in essa.

In questo post parlo del Life Design, un concetto ideato e diffuso recentemente dall’Università di Stanford che se applicato può davvero aiutarci a vivere meglio.