Mindfulness e paura sembrano essere antagonisti. In un recente studio pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry è stato approfondito come la Mindfulness sia in grado di alterare i ricordi della paura.
I ricercatori del Massachusetts General Hospital (MGH) hanno osservato come la meditazione consapevole sia in grado di ridurre le associazioni di paura nel nostro sistema nervoso.

Usando a riferimento il modello della CBT (Terapia Cognitivo Comportamentale) di esposizione al sintomo per ridurre l’attivazione della paura, i ricercatori hanno cercato di osservare come la pratica della Mindfulness sia in grado di creare uno stato di sicurezza interiore nelle persone che si trovano ad affrontare l’oggetto temuto.
Esposizione al sintomo nelle condizioni fobiche
Usata prevalentemente nelle condizioni di fobia, l’esposizione allo stimolo pauroso è una tecnica efficace per aiutare la persona a superare la paura immotivata da luoghi, oggetti o situazioni.
Una tipica procedura di esposizione all’oggetto temuto è quella che viene condotta nella terapia per la paura di volare. In questi casi, in uno stato di rilassamento profondo, la persona viene guidata a percorrere le tappe in cui si troverà a prendere l’aereo. Tipicamente questa semplice esposizione è già sufficiente a provocare una risposta emotiva importante.
Il lavoro terapeutico sta nell’aiutare la persona a ridurre l’attivazione ansiosa e a percepire sempre più un senso di sicurezza. Si tratta di cambiare la neurocezione del sistema nervoso.
Per funzionare al meglio, è necessario creare una sorta di “ancoraggio” che aiuti la persona ad associare allo stimolo pauroso un ricordo di “sicurezza”.
Mindfulness e paura, come la consapevolezza porta alla sicurezza
La Mindfulness mostra così i suoi effetti in modo evidente. Grazie alla pratica di consapevolezza siamo in grado di ridurre lo stato ansioso, di tornare al presente, a ciò che accade, sviluppando una capacità di osservare il fenomeno per ciò che è, liberi dai soliti condizionamenti della mente.
Meditando ogni giorno possiamo creare in noi stessi quello stato di confort e sicurezza necessario per gestire sempre meglio le nostre attivazioni interne.
Oggi sappiamo come la meditazione incida profondamente sul nostro sistema nervoso, andando ad accrescere quelle aree che ci permettono di avere maggiore controllo e consapevolezza dei nostri stati interni e a far decrescere quelle, come l’amigdala, che invece tendono a farci sperimentare paura ed emozioni negative conseguenti.
A sostegno quindi delle ricerche precedenti questo studio ha sottolineato come l’apprendimento avanzato di questo segnale di “sicurezza” sia un meccanismo attraverso il quale la consapevolezza può aiutare le persone ad avere una risposta meno reattiva e più adattiva agli stimoli che provocano ansia.
La ricerca per studiare Mindfulness e paura
Per studiare Mindfulness e paura i ricercatori hanno utilizzato diverse scansioni cerebrali effettuate con risonanza magnetica funzionale e un compito di condizionamento della paura, osservando i cambiamenti nelle reti neurali associate all’attenzione e alla memoria a seguito dell’allenamento di meditazione consapevole.
Nello studio, 42 partecipanti hanno completato un programma di riduzione dello stress basato sulla consapevolezza di otto settimane, in cui hanno appreso pratiche di meditazione e yoga formali. Altri 25 partecipanti sono stati randomizzati e inseriti in un gruppo di controllo generico sulla gestione dello stress di otto settimane. Istruiti sull’impatto dello stress hanno eseguito semplici esercizi aerobici.
I ricercatori hanno scoperto che i cambiamenti nell’ippocampo (una regione fondamentale per la memoria) dopo la pratica di consapevolezza erano associati a una maggiore capacità di ricordare la memoria di sicurezza e quindi a rispondere in modo più adattivo allo stimolo pauroso.
Secondo Gunes Sevinc, primo autore dell’articolo, ricercatrice post-dottorato presso il MGH, “l’allenamento alla consapevolezza può migliorare la regolazione delle emozioni cambiando le risposte neurobiologiche associate alla nostra capacità di ricordare che uno stimolo non è più minaccioso”. Anche secondo Sara Lazar del MGH Psychiatric Neuroimaging Research Program, autrice senior dello studio: “la paura e l’ansia hanno una componente abituale: il ricordo di qualcosa che ha provocato paura in passato innescherà una risposta abituale alla paura quando ci viene ricordato l’evento, anche se non esiste una reale minaccia del momento presente. I dati indicano che la consapevolezza può aiutarci a riconoscere che alcune reazioni alla paura sono sproporzionate rispetto alla minaccia, e quindi a ridurre la risposta alla paura a quegli stimoli. La consapevolezza può anche migliorare la nostra capacità di ricordare questa nuova reazione meno paurosa e rompere l’abitudine all’ansia “.
I limiti dello studio su Mindfulness e Paura del MGH
Uno dei principali limiti dello studio era che tutti i partecipanti erano individui sani senza ansia. Studi futuri dovranno essere condotti con campioni clinici e utilizzando stimoli minacciosi rilevanti per la loro ansia (ad esempio ragni, segnali che scatenano il panico o PTSD, ecc.) per determinare se simili cambiamenti nell’attivazione del cervello si verificano in queste condizioni.
Inoltre, alcuni dei risultati sono stati osservati in entrambi i gruppi di consapevolezza e controllo, suggerendo che alcuni dei cambiamenti non sono specifici della pratica di consapevolezza, o potrebbero essere dovuti a qualche altra componente del programma, come il supporto sociale.