La perseveranza può ridurre ansia e depressione

Secondo uno studio sulla perseveranza condotto su migliaia di americani nel corso di 18 anni, le persone che non rinunciano ai propri obiettivi (o che migliorano nel tempo senza rinunciare ad essi) e che hanno una visione positiva della vita, riportano livelli inferiori di ansia e depressione e meno episodi di attacchi di panico.

Lo studio è stato pubblicato dall’American Psychological Association nel Journal of Abnormal Psychology.

Perseveranza - Enrico Gamba

La perseveranza produce resilienza

Secondo Nur Hani Zainal, MS, della Pennsylvania State University, autore dello studio insieme al dr. Newman, “la perseveranza coltiva un senso di intenzionalità che può creare resilienza o ridurre gli attuali livelli di disturbo depressivo maggiore, disturbo d’ansia generalizzato e disturbo di panico“, “guardare il lato positivo degli eventi sfortunati ha lo stesso effetto perché le persone sentono che la vita è significativa, comprensibile e gestibile“.

Depressione, ansia e panico sono comuni disturbi mentali che possono risultare cronici e debilitanti e mettere a rischio la salute fisica e il sostentamento di una persona.

Spesso le persone con questi disturbi sono bloccate in un ciclo di schemi di pensiero e comportamenti negativi che possono farli sentire peggio“, “volevamo capire quali strategie specifiche di coping sarebbero state utili per ridurre i tassi di depressione, ansia e attacchi di panico“.

Quando incontro problemi non mi arrendo

Zainal e Newman hanno utilizzato dati ricavati da 3.294 adulti che sono stati seguiti per 18 anni. L’età media dei partecipanti era di 45 anni, quasi tutti bianchi e poco meno della metà con un’istruzione universitaria. I dati sono stati raccolti tre volte, nel 1995-1996, dal 2004 al 2005 e dal 2012 al 2013. Ad ogni intervallo ai partecipanti è stato chiesto di valutare la persistenza dei propri obiettivi (ad esempio, “Quando incontro problemi, non mi arrendo fino a quando non li risolvo “), padronanza di sé (ad es.” Posso fare tutto ciò a cui tengo veramente “) e una rivalutazione positiva (ad es.” Riesco a trovare qualcosa di positivo, anche nelle situazioni peggiori “). Inoltre sono state somministrate scale per la valutazione dei principali disturbi depressivi, ansiosi e di panico.

Le persone che hanno mostrato maggiore persistenza degli obiettivi e ottimismo durante la prima valutazione a metà degli anni ’90 hanno riportato maggiori riduzioni di depressione, ansia e disturbi di panico nei 18 anni a seguire.

In tutti quegli anni, le persone che hanno iniziato con meno problemi di salute mentale hanno mostrato una maggiore perseveranza nei confronti degli obiettivi della vita. Erano più bravi a concentrarsi sul lato positivo anche di eventi sfortunati.

Avere degli obiettivi della vita ci aiuta

I nostri risultati suggeriscono che le persone possono migliorare la loro salute mentale aumentando o mantenendo alti livelli di tenacia, resilienza e ottimismo“. “Aspirare verso obiettivi personali e di carriera può far sentire le persone come se avessero un significato nelle proprie vite. D’altra parte, disimpegnarsi dallo sforzo per raggiungere quegli obiettivi o avere un atteggiamento cinico può avere alti costi per la salute mentale “.

Ogni volta che nella vita ci fissiamo degli obiettivi e che ci dedichiamo anima e corpo ad essi, tutto il nostro sistema inizia a protendere verso il loro raggiungimento. Questo processo ci permette di fare sintesi dentro noi stessi. Oltre a ciò il dedicarsi ai propri obiettivi ci permette di consolidare in noi un’immagine diversa di noi stessi. Da persone non in grado di realizzare i propri sogni riusciamo sempre più a percepirci come agenti attivi della nostra vita.

In questo video descrivo una serie di attività che ciascuno può utilizzare per cercare di raggiungere sempre più i propri obiettivi.

La perseveranza come un attributo da far crescere nella vita

La domanda potrebbe così diventare, come posso far crescere la perseveranza nella mia vita? La risposta è in realtà semplice. Come qualsiasi altra cosa che cresce. All’inizio una pianta è piccola ma se ben curata nel tempo può divenire una quercia. Il punto è iniziare, iniziare a perseverare.

Se temo ad esempio di non avere alcuna perseveranza e di non riuscire mai a raggiungere i miei obiettivi posso semplicemente iniziare a focalizzarmi su piccoli progetti da portare a termine.

Iniziando a perseverare, iniziando a concludere i miei intenti, naturalmente la perseveranza inizierà a crescere. Il punto è continuare, insistere.

Se ci fermiamo, smettendo di perseverare, naturalmente potremo iniziare a ritenere di non essere in grado, di non avere abbastanza risorse, energia, intelligenza per realizzare gli obiettivi prefissati. Questo genere di riflessioni sono in genere l’anticamera di ansia e depressione. Ansia e depressione sono profondamente connesse. Più mi dico che non riesco e più mi sentirò in ansia. Più mi sentirò in ansia e meno riuscirò. Meno riuscirò e più mi deprimerò.

La perseveranza in terapia

In psicoterapia, ad esempio, la questione della perseveranza è fondamentale. La terapia si basa anche su questo. Sulla capacità di fissare un obiettivo insieme e di andare avanti, fintanto che esso non venga raggiunto.

Perseverando, raggiungendo gli obiettivi prefissati, arrivando a veder realizzato quanto sperato, naturalmente si attiva un processo di crescita e guarigione. Aumenta l’autostima, la fiducia in se stessi, la percezione di autoefficacia.

Buona parte del lavoro sta in genere nell’aiutare la persona a “vedersi con altri occhi” a rileggere la propria storia, ad assumere un diverso punto di vista che le permetta di intravedere vie di uscita dal buio della depressione.

In fin dei conti l’immagine che abbiamo di noi stessi è in genere ciò che di fondamentale ci ancora al successo o alla sconfitta.

La questione della perseveranza è infine quella della Volontà. Già Assagioli aveva ben definito questo tema. La volontà è il cardine intorno al quale può ruotare tutta la nostra esistenza. Se riesco ad intervenire su di essa interverrò su tutto il resto.

Articolo: “Relazione tra strategie cognitive e comportamentali e cambiamento futuro nei problemi di salute mentale comune in 18 anni”, di Nur Hani Zainal, MS, e Michelle G. Newman, PhD, della Pennsylvania State University. Journal of Annormal Psychology. Pubblicato online il 2 maggio 2019.