Il disturbo borderline di personalità è una condizione complessa, caratterizzata da diversi aspetti che tendono a ricorrere. L’insorgenza del disturbo borderline di personalità si presenta, in genere, nella prima età adulta.

Chi soffre di questo disturbo tende ad avere relazioni instabili, in cui forti emozioni travolgono costantemente le interazioni con gli altri. E’ presente una marcata instabilità nell’immagine di sé e nell’umore, oltre a una consistente impulsività.
Vivere con questo disturbo non è semplice, la percezione è quella di essere costantemente sotto pressione, costantemente sballottati dalla vita. Gli alti e bassi sono come montagne russe che costantemente rimettono tutto in discussione.
Le cause del disturbo borderline di personalità
Sono molte le teorie che hanno tentato di spiegare le cause del disturbo borderline di personalità. Gli esseri umani sono complessi, caratterizzati da diversi livelli in continuo e dinamico dialogo fra loro.
Ciò che viviamo nel corso della vita va a strutturare in noi tendenze specifiche che, in alcuni casi, possono assumere delle configurazioni come quella del disturbo Borderline di personalità.
Secondo molti autori, caratteristici del passato di chi soffre di questo disturbo sono una familiarità con un genitore sofferente della stessa patologia, la presenza di traumi in età infantile, la crescita all’interno di relazioni disfunzionali che non hanno aiutato alla costruzione di facoltà di autoregolazione adeguate.
Le funzioni di autoregolazione nel disturbo borderline di personalità
Proprio le funzioni di autoregolazione, risultano particolarmente compromesse nel disturbo, come se la persona non fosse in grado di riconoscere e vivere serenamente il limite. “Tutto è oltre”.
Uno dei criteri diagnostici per identificare il disturbo ha a che fare con la tendenza ad una eccessiva impulsività, con eccessi potenzialmente pericolosi. Spendere troppo, una vita sessuale senza giudizio, l’abuso di sostanze, la ricerca del limite costante mettendosi anche in pericolo (ad esempio la guida spericolata), sono caratteristiche di chi soffre di questa condizione.
Il limite dev’essere oltrepassato, alle volte anche quello corporeo, con tendenze autolesive come tagliarsi o provocarsi ferite. Come se oltrepassando il limite la persona riuscisse a sentirlo. A sentirsi viva e presente.
L’abbandono
Un’altra caratteristica del disturbo borderline di personalità è quella di percepire costantemente una precarietà relazionale. L’abbandono, reale o immaginario è sempre percepito.
Per la paura dell’abbandono la persona è disposta a gesti disperati che, spesso, provocano proprio quanto temuto. Vivere con una persona che soffre di questo disturbo non è semplice.
Anche il senso di abbandono è associato spesso ad esperienze traumatiche del passato, mai completamente rielaborate, in cui la persona ha fatto esperienza di profonda precarietà o addirittura pericolo.
Come se la persona continuasse a trovarsi in quelle condizioni disperate del passato, rivivendo l’angoscia di perdere tutto. I comportamenti o le strategie messe in atto per evitare possibili abbandoni sono varie. L’idealizzazione del partner è una di queste, con poi una conseguente profonda svalutazione a fronte di aspettative regolarmente disattese.
Anche per proteggersi dal possibile abbandono sono spesso presenti minacce, gesti o comportamenti suicidari, atti estremi che producono spesso un effetto manipolatorio nei confronti dell’altro.
Ansia e irritabilità eccessive
Un altro aspetto, spesso evidente, per chi soffre del disturbo borderline di personalità è quello dell’ansia e della costante preoccupazione. È presente una costante instabilità affettiva che rendono complesse e difficili le relazioni interpersonali.
La percezione è di essere sempre al limite, instabili, precari, in pericolo. L’ansia e l’eccessiva preoccupazione sono il chiaro segno di una scarsa funzione di autoregolazione dei propri stati interni e della presenza ingombrante, ancora, di eventi passati mai rielaborati.
Tale condizione negli anni, se non trattata adeguatamente, può divenire strutturale rendendo più difficile il cambiamento.
Instabilità nell’immagine del sé
Labili i confini, indefinita la personalità. Un’altra caratteristica di chi soffre di questo disturbo è quella di avere un’identità instabile. Mancando il limite diviene difficile identificare i propri confini, con se stessi e con gli altri.
Tutto cambia, tutto è in mutamento, la percezione è di non avere punti fermi, di essere costantemente sballottati dalla vita. Tale condizione può essere anche accentuata dall’utilizzo di sostanze che esasperano ancora di più la tendenza ad andare oltre al limite.
Nel disturbo borderline di personalità le relazioni sono compromesso, a seconda dei casi anche la condizione lavorativa. Tale precarietà contribuisce, insieme al costante alternarsi di diversi stati interni, ad una percezione di se stessi sempre instabile e in mutamento.
Questa condizione può mettere molto in difficoltà la persona alimentando l’angoscia e dei vissuti di solitudine e abbandono.
La terapia del disturbo borderline di personalità
La psicoterapia è lo strumento che, più di tutti, può aiutare la persona ad affrontare questa condizione così pervasiva. Fra i modelli più efficaci vi è di certo la DBT o terapia dialettico comportamentale. Un approccio integrato e, a seconda della fase di vita della persona, multidisciplinare, può aiutare molto la persona a trovare quell’ancoraggio stabile, grazie al quale andare a costruire “una base sicura” dentro se stessa.
Come detto le relazioni primarie di chi soffre di questo disturbo sono spesso caratterizzate da forti tensioni, rabbia, traumi. Poter sperimentare un contesto di sicurezza e fermezza, con regole chiare e condivise, può aiutare molto a superare quei modelli disfunzionali che, come in un giradischi rotto, continuano a ripetersi.
La ricerca e la pratica clinica hanno mostrato inoltre come alcuni strumenti possano aiutare sensibilmente, all’interno di un più strutturato percorso di psicoterapia, ad affrontare e superare le impetuose tempeste del disturbo.
La Mindfulness nel disturbo Borderline di personalità
Nel percorso di psicoterapia sarà utile introdurre strumenti come la Mindfulness, che aiutano la persona a sviluppare proprio quelle funzioni di autoregolazione di cui risulta carente.
La Mindfulness ci aiuta non solo a rielaborare quanto accaduto ma, soprattutto, a strutturare dentro noi una presenza consapevole, in grado di farci attraversare, con sempre più stabilità, le impetuose correnti della vita.
La Mindfulness porta a sperimentare uno stato interno che possiamo definire, in buona sostanza, opposto a quello generato dal disturbo borderline di personalità. Praticando la mente si calma, diveniamo sempre più in grado di disidentificarci dai tumulti interni, e dal continuo alternarsi di stati caratteristico del disturbo.
Psicoeducazione e disturbo borderline di personalità
Un altro elemento utile in psicoterapia per trattare il disturbo Borderline di personalità è legato alla comprensione della vita e delle regole che la governano. Spesso chi soffre di questo disturbo fa molta fatica a mantenere chiari nella mente i principi di causa ed effetto.
I tumulti provati internamente, ed esternamente, portano ad uno stato di confusione, che impedisce alla mente logica di prevedere gli effetti delle proprie azioni a breve, medio, lungo termine. Uno degli aspetti da trattare è quindi quello di aiutare la persona a comprendere quali saranno gli effetti del proprio agire, aiutandola a comprendere meglio il limite, letteralmente, a colonizzare le zone corticali superiori in relazione a specifici temi.
Riuscire a gestire l’emotività è una conquista importante per chi soffre di questo disturbo.
Ipnosi e disturbo borderline di personalità
Anche l’ipnosi può essere uno strumento estremamente utile da usare nel percorso terapeutico. L’ipnosi è uno strumento estremamente eclettico, in grado di lavorare su diversi fronti. Grazie all’ipnosi metaforica o eriksoniana sarà possibile aiutare la persona a “mettere degli argini” a calmarsi, a ritrovare un maggiore equilibrio, rinforzando le funzioni “sane” dell’Io.
Con l’ipnosi regressiva sarà possibile andare a lavorare sugli eventi del passato ancora attivi nella psiche, riuscendo a comprendere meglio quanto stato ma, soprattutto, a ripercorrere e rielaborare quelle emozioni ancora attive, fonte di sofferenza.
EMDR e disturbo Borderline di personalità
Come detto il disturbo borderline di personalità presenta spesso una storia di traumi. In questi casi lo strumento cardine, in grado di aiutare nella rielaborazione di eventi traumatici è l’EMDR.
Grazie al movimento oculare bilaterale, e all’apposito protocollo di intervento, è possibile aiutare ulteriormente la rielaborazione di quanto è stato, desensibilizzando il nostro sistema nervoso da eventi dolorosi ancora disturbanti.
Insieme questi strumenti, all’interno di una relazione forte e chiara possono aiutare a sviluppare nuovi modelli di funzionamento più utili e “sicuri” da utilizzare nella vita.