Ipnosi Ericksoniana

 Enrico Gamba - Ipnosi Ericksoniana - Milton Erickson

Milton Erickson

Milton Erickson, uno dei più grandi psichiatri del novecento è l’ideatore dell’ipnosi Ericksoniana. Le sue idee e la sua pratica clinica hanno rivoluzionato il modo di intendere psicoterapia e ipnoterapia e sono oggi a fondamento di molte correnti psicologiche quali la terapia strategica, la psicoterapia breve, la programmazione neurolinguistica o il costruttivismo.

Secondo Erickson l’inconscio non era un serbatoio di conflitti rimossi così come inteso per lo più da Freud, ma soprattutto la fonte di immense risorse che andavano solo risvegliate e diffuse nella vita dell’individuo.

Dentro ciascuno di noi secondo Erickson risiede un’energia in grado di guarire le nostre vite e di farci raggiungere livelli di benessere sempre più elevati. Erikson dimostrò questo con la sua stessa vita. Paralizzato dalla poliomielite a 19 anni dovette sempre usare un bastone, ma nonostante questo non si fece mai mancare nulla, andava in bicicletta, in campeggio, era sempre in movimento. Anche più avanti negli anni, nonostante il peggioramento della sua salute in generale, mantenne sempre alto il suo spirito, non facendo mai accorgere gli altri delle sue difficoltà.
Daltonico, affetto da aritmia e da diverse gravi allergie era molto più attento alle risorse delle persone che alle loro mancanze.

L’ipnosi Ericksoniana

Erickson ha riscritto il modo di intendere l’ipnosi, è stato presidente e fondatore della Società Americana di Ipnosi Clinica, è grazie a lui se oggi l’ipnosi è così diffusa in ambito clinico e non solo.

L’ipnosi Ericksoniana è uno strumento estremamente efficace e diretto per parlare all’inconscio delle persone. Molto simile ad una semplice conversazione l’ipnosi Eriksoniana utilizza metafore, immagini, un linguaggio poetico in grado di guidare il paziente sempre più in uno stato di profondo rilassamento, fra la veglia e il sonno, là dove risiedono le infinite potenzialità della persona.

Durante una seduta la trance ipnotica si può manifestare con semplici indicatori: gli occhi semi aperti o chiusi, lievi alterazioni dello stato di coscienza, alterazioni nella percezione del tempo, un rilassamento generalizzato dei muscoli, il respiro rallentato, una possibile amnesia, analgesia ecc..

L’ipnosi Ericksoniana è uno strumento unico, non replicabile, tanto è unico il mondo della persona con cui viene utilizzata.

Ipnosi Ericksoniana e unicità della persona

Uno dei più grandi insegnamenti di Erickson è stato a mio avviso proprio questo. L’unicità della persona. L’assoluta speciale unicità di ciascun essere.
Milton Erickson amava la natura, passava ore a contemplarla e a trarre da essa i tanti insegnamenti che elargiva copiosi ai suoi pazienti. Era in grado di cogliere le sfumature, di accorgersi delle anche lievi differenze di ciascun fenomeno, tanto più delle persone.

Era convinto che non servissero a molto le tante teorie psicologiche, forte della consapevolezza che ciascun essere vivente è un pianeta a sé stante con leggi e dinamiche che possono essere solo avvicinate e comprese.

L’induzione ipnotica Ericksoniana non è quindi mai uguale a sé stessa. Secondo il modello dell’ipnosi Eriksoniana tutti sono ipnotizzabili ma per ciascuno l’ipnosi assume una forma ed una modalità specifica, non replicabile, unica.

Ciascuna seduta, ciascuna induzione ipnotica è quindi il risultato di un momento d’incontro unico e irripetibile fra inconsci che si parlano, alla ricerca delle sorgenti più profonde del potere.

Le risorse nell’inconscio

Per Erickson le sue tante difficoltà a livello fisico erano a tutti gli effetti il suo punto di forza più grande. Era del tutto consapevole che non sono le agiatezze o le sicurezze a rendere forti le persone ma bensì proprio le difficoltà, gli ostacoli, le malattie.

Tutti incontriamo ostacoli lungo il cammino ed Erickson sapeva nel profondo che questa è la più grande benedizione che possiamo avere nella vita. E’ solo superando gli ostacoli che possiamo sviluppare quella forza e fiducia in noi stessi necessaria per affrontare prove sempre più grandi.

Erickson credeva che ciascun essere umano fosse destinato a vivere sano, in ricchezza e serenità. Il suo compito come terapeuta, che eseguiva con costanza e dedizione, era semplicemente quello di aiutare i pazienti ad accorgersi di questo grande potenziale dentro di loro.

enrico gamba - Milton Erickson - Ipnosi Ericksoniana

Il processo ipnotico nell’ipnosi Ericksoniana

Erickson non ha mai sistematizzato il suo sapere in libri strutturati, tuttavia ha scritto diversi articoli e soprattutto trasferito molte delle sue conoscenze ai suoi allievi che hanno poi riferito di aver appreso da lui.

Secondo il modello Ericksoniano possono essere descritte tre fasi principali del processo ipnotico:

  • Preparazione
  • Trance Terapeutica
  • Valutazione e ratifica del cambiamento terapeutico

Preparazione

In questa prima fase ciò che conta è iniziare la costruzione delle basi su cui potrà poi fondarsi il rapport. Il rapport, definito da Erikson come: “lo stato in cui la concentrazione e la consapevolezza del soggetto sono dirette unicamente sull’ipnotista e su quanto l’ipnotista desidera inserire nella situazione di trance, con l’effetto di dissociare il soggetto stesso da ogni altra cosa“, può essere raggiunto grazie ad una profonda fiducia nell’ipnotista e nel suo sincero intento di voler aiutare il paziente. Il rapport viene alimentato in questa prima fase costruendo una relazione terapeutica significativa in cui il paziente inizia a sentirsi sempre più a suo agio e disponibile nei confronti dell’ipnotista, arrivando a demandare a lui la possibilità di essere guidato nell’esplorazione del proprio inconscio.

Trance Terapeutica

Corrisponde alla fase già descritta in cui le difese di critica e ragione del paziente si affievoliscono per lasciare sempre più spazio a immagini e immaginazione. In questa fase il paziente diventa ricettivo e in grado di assumere nuove prospettive e punti di vista, di raggiungere nuove intuizioni e consapevolezze. Molto spazio in questa fase viene data al sentire, al vivere nell’immaginazione (e di conseguenza anche nel corpo) nuove esperienze, nuovi stati d’animo o sensazioni che possono poi aiutare il paziente a vivere con maggior forza e serenità la propria vita.
Qui Erickson definisce cinque stadi di induzione ipnotica:

  1. Fissazione dell’attenzione
  2. Depotenziamento degli abituali schemi di riferimento e credenze
  3. Ricerca inconscia
  4. Processo inconscio
  5. Risposta ipnotica

Fissazione dell’attenzione

Questa prima fase dell’induzione ipnotica si caratterizza dal fatto che l’attenzione del paziente viene focalizzata su un punto o un tema specifico. Per ottenere questo l’ipnotizza può chiedere di fissare un punto o di focalizzarsi sul respiro o semplicemente sulla sua voce. In realtà tutti viviamo lievi induzioni ipnotiche ogni giorno, ogni volta che la nostra attenzione viene focalizzata su qualcosa e ci dimentichiamo di tutto il resto.

Depotenziamento degli abituali schemi di riferimento e credenze

In questa fase come ben spiega il dr. Giuseppe Regaldo, critica e logica iniziano a diminuire per lasciare sempre più spazio alla facoltà immaginativa. Grazie a questo processo è possibile riuscire a lasciar andare gli schemi precostituiti e vivere esperienze creative sempre più profonde e sempre più in grado di suggerire nuovi spunti e intuizioni.

Ricerca inconscia

Realizzata con implicazioni, domande, giochi di parole, e altre forme di suggestione ipnotica indiretta.

Processo inconscio

In questa fase si sollecita l’attivazione di associazioni inconsce e meccanismi mentali.

Risposta ipnotica

E’ la naturale risposta ipnotica del paziente, diversa per ciascuno. Alcuni possono presentare un profondo rilassamento, catalessia, anestesia, amnesia, regressione d’età, altri ancora seppur in casi più rari arrivare a forme di sonnambulismo.

Valutazione e ratifica del cambiamento terapeutico

In questa fase il terapeuta comunica al paziente le alterazioni a livello sensoriale e percettivo, questo permette al paziente di accorgersi degli effetti del processo di induzione e di lasciarsi di andare sempre più al rapport ormai instaurato.

Il ruolo del terapeuta nell’ipnosi Ericksoniana

Il terapeuta nell’ipnosi Ericksoniana è solo un elemento di contorno, è il “guardiano del fuoco”, è colui che costruisce il clima, il tempo atmosferico entro cui possono verificarsi i fenomeni della guarigione.

Secondo il modello Ericksoniano è il paziente che deve fare tutto il lavoro, è lui che deve ritrovare dentro di sé le energie per cambiare la sua vita.

A volte Erickson, che riceveva in casa, soleva chiedere ai suoi pazienti di fare cose apparentemente stravaganti ma dal profondo valore simbolico, come quella di camminare fino in cima ad una montagna dietro casa sua. Lui si sedeva li, all’inizio della salita e passava il tempo a fissare la persona che saliva aspettandola poi fino al ritorno. Questo poteva essere poi lo spunto per molte riflessioni o semplicemente un insegnamento come quello che per ottenere qualsiasi cosa serve fatica.