La procrastinazione è una cattiva abitudine che può farci sprecare molta energia. Apparentemente mossa dalla voglia di fare altro o nulla, la procrastinazione spesso nasconde profondi conflitti inconsci che, se non compresi, possono continuare ad agire impedendoci di realizzare il nostro più pieno potenziale.
Procrastinare significa letteralmente “rimandare a domani”. Da un punto di vista psicologico, questo rimandare ha un notevole impatto sull’economia della nostra vita psichica.
Ogni volta che la nostra mente formula un intento, viene attivato uno specifico sistema cognitivo, finalizzato al raggiungimento di quell’obiettivo. La nostra mente, anche inconsciamente, continua a lavorare per raggiungere quell’obiettivo, prospettando scenari, facendo valutazioni o cercando risorse. Tutto questo ha un certo costo energetico e, soprattutto, occupa spazio.
Non portare a compimento tutto questo lavoro, sommando altri intenti, ci porta in quello stato di sofferenza che chi tende a procrastinare ben conosce. Quell’impressione che le cose da fare siano troppe, e che lo sforzo per realizzarle enorme.
Come se fossimo già stanchi prima di iniziare. In effetti il nostro sistema ha già elaborato un’infinità di possibilità e, con tutta probabilità, si è già effettivamente stancato.

L’effetto valanga della procrastinazione
La procrastinazione genera in noi quello che mi piace definire come “l’effetto valanga”. Si inizia con un piccolo ammasso di neve di cose che dobbiamo fare. Scendendo dalla montagna (passando il tempo), la neve inizia ad assommarsi, andando ad accumularsi sempre più (si accumulano tutte le cose da fare). Infine la valanga diventa incontrollabile e in grado di provocare seri danni.
Questo è “l’effetto valanga” della procrastinazione. Più accumuliamo cose da fare, bollette da pagare, esami da ritirare, case da sistemare, relazioni da chiarire, più in noi cresce una percezione di pericolo e instabilità. Ci sentiamo confusi, a tratti smarriti, di certo in ansia.
Arrivati a questo punto sistemare le cose diventa più complicato. Come nel caso della valanga, quando la neve è arrivata a valle, è molto difficile liberarsene. Chiaramente tutto sarebbe più facile se avessimo risolto la situazione facendo subito ciò che abbiamo pensato di fare.
Cause e rimedi per la procrastinazione
Prima di addentrarci su quali possano essere le strategie migliori per riuscire a superare la procrastinazione, è necessario comprendere quali siano le cause che ci portano a procrastinare, perdendo di vista i nostri reali obiettivi.
Nel mio sito e nel mio canale YouTube ho già approfondito ampiamente, quanto le nostre relazioni familiari possano incidere sulla costruzione del nostro carattere, e, quindi, anche sulla creazione di modelli di pensiero e di azione disfunzionali, come quelli che ora vedremo. Mi limito qui a dire che uno dei passaggi evolutivi fondamentali è proprio quello di riconoscere questi modelli e andarli a trasformare. Tipicamente tendiamo a ad essere influenzati dai nostri genitori, ripetendo i loro modelli per analogia o per contrapposizione. La grande sfida della vita sta nello sviluppare una consapevolezza di questi apprendimenti e scegliere quali invece vogliamo che caratterizzino la nostra esistenza.
Procrastinazione e capacità di scelta
Una delle grandi cause della procrastinazione sta nella nostra capacità, o, incapacità di scegliere. Saper fare scelte è una qualità fondamentale dell’essere umano, che, se non sviluppata, può causarci notevoli problemi.
Dal greco κρίσις (krísis) che significa scelta, ogni volta che ci troviamo a dover decidere e indugiamo, andiamo in crisi. La crisi nasce proprio dal fatto che non riusciamo ad effettuare la nostra scelta, rimaniamo “in mezzo”, attratti da entrambi i possibili scenari, senza riuscire a decidere. Questa incertezza è in grado di farci piombare nella confusione, annullando anche la nostra capacità di discriminazione.
Saper scegliere è un arte e, spesso, quando continuiamo a procrastinare, il problema non è più quale scelta fare, ma farla e basta. Ogni strada avrà dei lati positivi e negativi. L’unica vera ricchezza che abbiamo è il tempo, e se lo sprechiamo a decidere fra due o più alternative, rischiamo di rimanere lì ad aspettare senza veder realizzata nessuna possibilità.
Alle volte è utile darsi delle scadenze per poter decidere. Darsi un limite temporale. A livello strategico questo aiuta la mente a focalizzarsi.
Procrastinazione e priorità
Un altro grande tema associato alla tendenza a procrastinare è quello della capacità di dare priorità. Spesso andiamo in crisi perché, schiacciati dalla “valanga” di cose da fare, non sappiamo da che parte iniziare. Dopo aver passato giorni a rimandare, diventa sempre più difficile iniziare e l’incapacità di dare le priorità diventa un’aggravante importante.
Saper dare le priorità nella vita è molto importante. Ognuno deve comprendere quali siano le sue, per ciascuno è diverso. Ciò che conta è avere chiara quale sia la propria scala di valori e, di conseguenza, la sequenza delle cose da fare. Se metto sullo stesso livello pulire la cucina o pagare l’affitto di casa, sono forse già in quella fase in cui la mia capacità di discriminare ha iniziato a vacillare.
Un buon esercizio per poter migliorare la nostra competenza di dare le priorità è quello di scrivere tutte le cose da fare, e poi, due alla volta, scegliere quale sia più importante.
Ad esempio, cucina, affitto: affitto. Affitto, lavoro: lavoro, ecc..
Dando le priorità posso capire da quale punto partire e quindi focalizzare meglio le mie energie.
L’arte di sapersi organizzare per vincere la procrastinazione
Fatte le mie scelte e date le mie priorità, un’altra questione che rimane in sospeso, e che farà la differenza, è la mia capacità di organizzarmi. L’organizzazione è una qualità fondamentale dell’essere umano e, in realtà, di tutto il creato. Prova a osservare una pianta, un bosco, la natura più in generale, come anche ciò che abbiamo costruito. Tutto necessita di un certo livello di organizzazione. Noi esseri umani abbiamo bisogno di mangiare almeno un paio di volte al giorno, di dormire un tot. di ore, abbiamo bisogno di mantenere una certa temperatura corporea e così via. Tutto in noi è organizzazione. Certo, l’organizzazione può cambiare da persona a persona, ma essa è alla base di tutti i nostri processi.
Allo stesso modo, se vuoi realizzare i tuoi progetti, uno dei modi più semplici per farcela è quello di sviluppare una buona capacità di organizzazione.
Sapersi organizzare vuol dire saper dare tempi e struttura ai nostri processi. Se devo costruire una casa, non ha senso che io inizi a costruire il tetto. Dovrò chiaramente dedicarmi prima agli scavi delle fondamenta. Ancora prima, dovrò fare degli studi geologici per analizzare il terreno.
Ogni azione dev’essere collocata in uno schema di riferimento sensato, che giustifichi l’azione stessa. All’inizio possiamo essere disorganizzati e imprecisi ma, nel tempo, abituandoci a organizzare le piccole e grandi cose della vita, svilupperemo sempre più questa necessaria competenza.
Un semplice esercizio da seguire è quello che di suddividere il tempo della mia giornata nelle diverse attività che ho scelto di svolgere, e poi impegnarmi, ogni giorno, nel rispettare questo piano. Un’altra grande qualità da sviluppare sarà quella della flessibilità.
Flessibilità e procrastinazione
Anche se apparentemente in antitesi, la flessibilità può diventare un ottimo strumento per contrastare la procrastinazione. Alle volte procrastiniamo, o peggio rinunciamo ai nostri progetti, perché, dopo aver scelto e definito le priorità, dopo esserci anche organizzati nei minimi dettagli, semplicemente cediamo di fronte agli imprevisti.
La flessibilità è lo strumento che ci permette di non cadere in questo tranello. La flessibilità va di certo misurata, e qui sta l’arte del suo utilizzo. Posso essere flessibile nei tempi, come anche negli obiettivi da vuoler raggiungere. Se tuttavia cambio completamente gli obiettivi o dilato troppo i tempi, l’eccesso di flessibilità diventerà dannoso. Se, d’altro canto, rimanessi rigido su ciò che volevo ottenere, esattamente come lo volevo ottenere, o sui tempi, rischierei semplicemente di fallire e rinunciare a quanto scelto.
La vita è fluida, la realtà in continuo mutamento, non prevedere una certa flessibilità nel nostro “progetto” potrebbe rivelarsi un grande limite.
Immagina di star navigando in mare, di avere una bussola e una direzione chiara verso cui andare. Ti piace la tua andatura e ti godi il panorama, quando vedi delle increspature nelle onde e ti accorgi di star andando verso un banco di scogli. Cosa faresti? Cosa ne sarebbe di te e della tua barca se non decidessi prontamente di cambiare rotta? Chiaramente, una volta evitati gli scogli, potrai di nuovo puntare verso la direzione prescelta, ma la flessibilità nella rotta sarà stata essenziale.
Lo stesso vale nella vita. Dovremmo a lungo interrogarci su quali realizzazioni desideriamo raggiungere, poi, una volta definita la rotta, dovremmo andare avanti fino in fondo, accettando i continui cambi di programma.
La perseveranza e la capcità di resistere alla frustrazione
Veniamo così ad un altro grande limite nella lotta alla procrastinazione. Spesso, quando decidiamo di fare qualcosa, e facciamo tutto quanto abbiamo detto finora, semplicemente cediamo di fronte allo sconforto. Aver programmato una serie di passaggi e incontrare difficoltà (inevitabili), potrebbe portarci a vivere un senso di frustrazione letale.
Uno dei migliori consigli che mi sento di dare ai genitori è quello di far sperimentare, ogni giorno, un pò di frustrazione ai propri figli. La capacità di reggere la frustrazione è la più grande garanzia di successo.
Se di fronte ogni piccolo fallimento cediamo, allora il vero fallimento arriverà. Fallire non è sbagliare o incontrare difficoltà. Fallire è scegliere di rinunciare ai nostri obiettivi. Il fallimento, di per sé, non esiste. Siamo noi che, convincendoci di aver fallito, rinunciamo.
In questo video ho approfondito ancora meglio quali siano alcune strategie che possiamo mettere in atto per contrastare la procrastinazione.
I conflitti alla base della procrastinazione
Veniamo così ai conflitti inconsci che ci portano a procrastinare. Spesso, infatti, non ci rendiamo conto di che cosa realmente ci stia limitando, trovandoci ancorati alla poltrona, incapaci di agire.
I motivi che ci portano a procrastinare, e a rimandare così la nostra vita, possono essere svariati. Essi dipendono dall’unicità di ciascuno ed è quindi difficile fare un elenco esaustivo. Di certo vi sono, tuttavia, delle problematiche ricorrenti che, nei tanti anni di clinica, ho avuto modo di identificare.
Procrastinazione e senso della vita
Una delle prime questioni ha a che fare con il senso che diamo alle cose. Cosa faresti se tuo figlio fosse in pericolo di vita? Subito accorreresti per salvarlo. Questo perché, in generale, amiamo i nostri figli e diamo, giustamente, un grande significato alla vita e al nostro essere genitori.
Quest’azione, con tutta probabilità, non subirebbe il nefasto effetto della procrastinazione. Di fronte a un’emergenza, semplicemente agiamo. il nostro sistema affronta subito la questione e raramente rimanda.
Ma cosa può accadere quando ciò che dobbiamo fare per noi non è importante o, addirittura, avverso ai nostri più profondi valori? Certo, razionalmente è giusto fare ciò che dobbiamo fare, ma non sempre ne siamo così convinti. Se ad esempio ci troviamo in una condizione di “caduta di senso”, più in generale nella vita, potremmo incontrare molte resistenze nel portare avanti i nostri intenti.
Il senso è molto importante, esso ci motiva, fungendo da carburante per le nostre azioni. Se perdiamo senso in ciò che facciamo, perdiamo anche la spinta ad andare avanti, e questo può avere ripercussioni a cascata importanti. Alle volte una caduta del senso della vita può portarci anche a stati depressivi, associati spesso al “lasciar andare” della procrastinazione.
Un antico detto degli indiani Lakota recita come il primo passo per far fonte alle difficoltà sia quello di riesaminare il nostro sistema di credo. Questo ci può aiutare a dare le priorità e fare quelle scelte che tentenniamo a fare.
La paura di fallire o di avere successo
Un atro conflitto che possiamo vivere, non sempre consapevole, nasce dalla paura di fallire. Investire energie, tempo, fatica, in un qualsiasi intento, potrebbe causarci molta più sofferenza se le cose dovessero andare male.
La protezione che il nostro sistema attua è quello di fermarsi e non fare nulla. Non investendo, la perdita sarà minore. Chiaramente questo è il preludio del fallimento. Non facendo nulla, e non vedendo alcun miglioramento, alla fine cederò.
Noi esseri umani tendiamo a ricercare il piacere e evitare il dolore. Di norma prediligendo l’evitamento di ciò che ci fa soffrire. Anche se sappiamo che fare ciò che dobbiamo ci farebbe star bene, la paura di fallire, e del dolore che proveremmo vedendo sfumati i nostri progetti, ci può spingere a rinunciare. La vergogna, il senso di inadeguatezza, e la paura di essere visti come persone che falliscono, sono potenti deterrenti per la mente. Più facile è rimanere nell’ombra e evitare di fare grandi investimenti.
Alle volte la paura non è quella di fallire ma di avere successo. Il successo implica tutta una serie di reazioni che possiamo temere. La solitudine prima di tutto. Mal comune mezzo gaudio, dice il proverbio. La sofferenza unisce. Se qualcuno lotta per il successo potrebbe rischiare di rimanere solo, di subire l’invidia, di essere additato perché in vista. Tutti questi “effetti collaterali del successo” potrebbero metterci in difficoltà facendoci desistere dal nostro impegno.
Quando i sogni sono troppo grandi
Infine, un altro tema, che mi capita spesso di dover affrontare in psicoterapia, ha a che fare con la grandezza dei nostri sogni. Penso che ciascuno di noi abbia impresso nell’anima un progetto, una chiamata, una sorta di vocazione che si esprime in sogni e spinte evolutive.
Alle volte, quando sentiamo come troppo grandi questi sogni, possiamo cedere alla paura, al senso di inadeguatezza, all’idea di non essere in grado.
Prova a immaginare come si dev’essere sentito Ghandi quando, portando avanti le sue idee, vide i suoi compagni essere uccisi? I suoi sogni erano enormi, incredibili. Di certo deve aver sentito il peso di tanta grandezza.
Spesso la tendenza a procrastinare è solo il segno che in noi abitano grandi sogni che temiamo di non poter realizzare e che percepiamo come difficili da realizzare. Nel profondo sappiamo di potercela fare e proprio questo genera in noi il conflitto facendoci soffrire.
Di certo, se avremo il coraggio di credere nei nostri sogni, di credere in quella voce più profonda che ci guida nella vita, costruiremo una sempre più solida fiducia in noi stessi, scoprendo nuove risorse e affinando le nostre abilità. Infine, la ricompensa non sarà solo veder compiuto quanto desiderato, ma, soprattutto, aver maturato in noi tutta quella grandezza che all’inizio potevamo solo intuire di “poter essere”.