Acufene. Psicoterapia, Mindfulness e Ipnosi

Che cos’è l’acufene

L’acufene irrompe nella vostra vita, spesso lentamente, altre volte con impeto e confusione.
Dal greco ἀκούω «udire» e ϕαίνομαι «manifestarsi» l’acufene è un disturbo che coinvolge l’apparato uditivo contraddistinto dalla percezione di rumori più o meno intensi o costanti come fischi, ronzii, fruscii, pulsazioni che in alcuni casi possono arrivare a compromettere seriamente la qualità della nostra vita.

L’intensità dell’acufene può variare molto e questo anche in relazione ai diversi momenti della nostra giornata o più in generale della nostra vita. Per molti diventa un compagno fastidioso che ci accompagna per buona parte della giornata per altri un vero e proprio incubo.

 Acufene - Enrico Gamba

Diffusione del sintomo

Ad oggi secondo alcune stime il tinnito, detto anche acufene, coinvolge circa il 10-15% della popolazione e nella maggior parte dei casi è ben tollerato. Nell’1-2% degli individui può causare complicazioni più gravi di adattamento.

Diversi milioni di italiani (3-5) convivono con l’acufene, ritenendo questo un sintomo semplicemente da accettare con caratteristiche diverse a seconda del paziente.

A tutti sarà capitato di percepire tintinnii o altri suoni immediatamente dopo l’esposizione a rumori molto forti, come ad esempio dopo un concerto, ma il rumore percepito dopo un po’ sparisce.
Nel caso dell’acufene comunemente inteso invece, molti dicono di sentire un rumore flebile ogni volta che prestano attenzione, la maggior parte di essi non può distinguere il rumore tra gli altri suoni ambientali.

Le cause dell’acufene

Quali siano le cause dell’acufene non è ancora del tutto noto. Già una definizione chiara di esso può essere complicata. L’acufene origina da un suono reale o solo percepito e quindi da un’allucinazione uditiva? Questo è di certo un tema molto dibattuto. Di fatto ad oggi non sono state ancora riscontrate evidenze che mostrino danni cerebrali a cui attribuire questa sorta di malfunzionamento.
In generale con acufene si intende in ogni caso una percezione acustica non indotta da stimoli reali, interni o esterni. Come detto tuttavia il tema è dibattuto. Secondo alcuni ad esempio di fatto gli acufeni sarebbero generati comunque da suoni emessi da nostro stesso apparato uditivo.
In alcuni casi di acufeni è stato possibile isolare alcune sostanze responsabili dell’attivazione della sensazione uditiva. In particolare in questi casi si parla di “acufeni sinaptici cocleari”.

Acufene e personalità

Secondo i ricercatori del National Institute for Health Research (NIHR) Nottingham Hearing Biomedical Research Unit, le persone che soffrono di solitudine, quelle preoccupate, ansiose, infelici o soggette a sbalzi d’umore sono di solito quelle più colpite proprio dall’acufene.
Dopo aver preso in esame i dati relativi a oltre 500.000 persone di età compresa tra i 40 e i 69 anni i ricercatori hanno pubblicato le loro conclusioni su Science Direct, mostrando come l’acufene avesse interessato il 16% dei soggetti, colpendo con più frequenza i maschi rispetto alle femmine. Le donne tuttavia denunciavano una propensione a ritenerlo più fastidioso. In ogni caso le persone con queste caratteristiche legate alla qualità della vita interiore erano più in difficoltà nel gestire il proprio acufene. Il maggiore e più significativo fattore associato all’acufene è risultato essere la solitudine.

Il ruolo della psicoterapia nella cura dell’acufene

Qual’è il nesso fra psicoterapia e acufene e quali sono oggi le metodiche che possono essere utilizzate con maggiore successo? Di fatto la psicoterapia nelle sue diverse forme ha un ruolo fondamentale, quello di riportare la persona a sè stessa. Di aiutarla grazie ad un percorso di progressiva presa di consapevolezza dei propri bisogni e stati interni a riprendere il possesso della propria vita. Di riappropiarsi di quella quotidianità che troppo spesso prende il sopravvento facendoci dimenticare di noi stessi.

Questo processo di allontanamento da noi stessi oggi così comune nella nostra società è una delle fondamentali cause dello stress. Più sono lontano da me stesso, maggiore sarà la mia percezione di non poter far fronte alle richieste della vita stessa. Come posso fare ciò che devo se sono lontano da me stesso? Lo stress genera così in noi una serie di risposte generalizzate e specifiche fra cui anche l’aumentare degli acufeni.

Stress e fischio all’orecchio

Molte persone riportano l’insorgenza di questo sintomo in concomitanza di eventi particolarmente difficili della loro vita, in cui perso il controllo si sono trovate in grossa difficoltà, oppresse molto spesso dallo stress e dalla percezione di non saper come affrontare le difficoltà.

Curando lo stress è possibile ridurre l’acufene?
Si. Lo stress oltre a generare molte difficoltà in tutto il nostro sistema è un direttamente coinvolto nell’aumento o nella diminuzione degli acufeni. Le persone che riescono grazie ad un percorso a ridurre i tanti fattori di stress nella loro vita, recuperando spazi sempre più ampi di serenità in genere riescono sempre meglio a gestire l’acufene fino, in alcuni casi, a farlo scomparire per periodi sempre più lunghi.

Mindfulness e acufeni

Oggi per abbattere lo stress lo strumento più accreditato dalla comunità scientifica è di certo la Mindfulness. La pratica della mindfulness è un’abitudine in grado di cambiare sensibilmente i livelli di stress nel nostro organismo. Se riesco a meditare ogni giorno con intensità costante inevitabilmente lo stress inizierà a diminuire progressivamente sempre più e questo avrà effetti notevoli sul tanto fastidioso fischio all’orecchio.
La pratica della Mindfulness si basa su un semplice principio: quello di riportare l’attenzione a me stesso. A ciò che accade realmente dentro di noi, sviluppando una facoltà crescente a stare nel presente a rimanere ancorati a ciò che realmente accade nella nostra vita. Anche nella cura degli acufeni la Mindfulness è uno strumento potente, in grado di aiutarci a vivere con crescente serenità questo fenomeno così fastidioso.
Uno degli insegnamenti più importanti di questa pratica di consapevolezza è quello di riuscire a fermarci su ciò che è, su ciò che accade effetivamente.

Acufene e percezione

Come detto l’acufene viene spesso inteso come un errore percettivo, in cui la nostra percezione è falsata da meccanismi ancora non noti. Ciò che è certo che grazie a specifiche pratiche è possibile intervenire sensibilmente sulla nostra stessa percezione. Se sento dolore, in genere esso è composto da diversi fattori, molti dei quali legati alla mia percezione stessa del dolore. Posso farmi male ad esempio ad un piede, come a qualsiasi altra parte del corpo. Normalmente ciò che accadrà sarà un aumento della mia percezione del dolore, avrò un irrigidimento della muscolatura, inizierò a preoccuparmi per tutta una serie di cose che vanno dal: “come farò ad andare al lavoro” al “speriamo che non sia nulla di grave” ecc… In genere tutti questi pensieri, preoccupazioni o forti stati emotivi ci allontanano dalla percezione “pura” del dolore, andando a costruire intorno ad esso tutta una serie di vissuti che vanno ad incrementarlo.
Uno dei principi su cui si basa ad esempio l’agopuntura è porprio quello di bloccare la percezione del dolore. Così facendo la persona rinizia a vivere la propria vita normalmente, permettendo al suo corpo di guarire da sé.
Allo stesso modo rispetto all’acufene, se riesco a liberarmi da tutti i vissuti e le “sovrastrutture” che costruisco sul fischio che sento, con buona probabilità lentamente il suo effetto sarà sempre meno influente nella mia vita.

Ritornare a sé stessi con la Mindfulness

La Mindfulness usata ad esempio all’interno di un percorso di psicoterapia ha un ruolo fondamentale nel riuscire a realizzare questo percorso di presa di consapevolezza di ciò che realmente accade. Grazie ad una pratica costante e un adeguato supporto è possibile divenire sempre più in grado di gestire il fastidio o il dolore, arrivando a ridurre sensibilmente l’influenza.
Oltre a questo un percorso del genere ha il vantaggio di offrire un cambiamento stabile e duraturo. In grado di cambiare nel profondo il nostro stesso stile di vita o approccio alla vita.

Acufene e ipnosi

Un altro grande strumento da poter usare nella gestione degli acufeni è l’ipnosi. Grazie all’ipnosi clinica è possibile condurre le persone ad uno stato di analgesia, di assenza di dolore. Per questo molto spesso l’ipnosi viene usata nei pronto soccorsi, in quesi casi in cui non è possibile intervenire farmacologicamente. Anche nella cura degli acufeni l’ipnosi può essere un valido strumento. Sia in una fase esplorativa finalizzata a comprendere le origini di questo sintomo e sia in una fase di trattamento, finalizzata a diminuire l’effetto di tale sintomo sulla vita delle persone.

L’ipnosi è uno strumento molto versatile, da adattare all’esigenze di ciascuno ed è di certo uno strumento che può portare in tempi relativamente brevi a diversi miglioramenti.

Grazie all’induzione ipnotica è inoltre possibile “allenarsi” ad andare in uno stato di rilassamento progressivamente sempre maggiore, riuscendo così a recuperare sempre più uno spazio di calma e serenità dentro sé stessi. Questo ha in genere un effetto notevole sull’acufene.

Acufene e globalità della persona.

Come detto la psicoterapia ha un obiettivo fondamentale, quello di riportare le persone a sé stesse. In questo l’acufene può essere interpretato come un segno, un’indicazione. In una prospettiva più psicosomatica il modo che il nostro sistema ha per ricordarci di riportare l’attenzione a noi stessi, ad ascoltarci, a riprendere davvero possesso della nostra vita. Visto in quest’ottica l’acufene stesso può divenire l’occasione di iniziare sul serio a prenderci cura di noi stessi, a recuperare uno spazio di senso che ci permetta di comprendere meglio come stiamo e che cosa effettivamente accada dentro noi stessi. Una possibilità di ritornare a casa.