Cybercondria, che cos’è e che effetti può avere sulla nostra vita

Che cos’è la cybercondria?

La cybercondria consiste in un’eccessiva e ripetuta ricerca su internet di informazioni correlate alla salute associata a stress e a un’interruzione delle usuali attività quotidiane.

cybercondria

L’uso di internet per accedere a informazioni collegate alla salute è sempre più diffuso, secondo dati del 2006 circa 8 americani adulti su 10 riportano di aver cercato informazioni mediche online. Talvolta questa ricerca è associata a dei vantaggi, tra i quali sentirsi rassicurati e bene informati sulla propria o sulla altrui esperienza medica, ma a volte persone che cercano su internet informazioni correlate alla salute vivono un’esperienza di ansia crescente relativa al proprio stato di salute come risultato del loro comportamento di ricerca, in questi casi l’uso di internet può portare a delle convinzioni sbagliate secondo le quali sintomi innocui sono il segnale di una grave condizione medica.

Questo porta ad un aumento dell’ansia relativa al proprio stato di salute e per tenere sotto controllo quest’ansia e cercare rassicurazione alcune persone persistono nelle loro ricerche online con un rischio di escalation dell’ansia per la propria salute, in un circolo vizioso di fallimenti continui nella riduzione stessa dell’ansia.

Ipocondria e cybercondria

L’ansia per la salute o ipocondria è una condizione normalmente associata all’aspettativa della presenza della malattia e alla preoccupazione di essere malati, è stata definita come una preoccupazione ad ampio raggio che gli individui possono avere circa la loro salute. Quando l’ansia per la salute si verifica in maniera specifica come risultato delle ricerche su internet correlate ad informazioni sulla salute viene comunemente definita come cybercondria.

Talvolta controllare le informazioni mediche online è un comportamento tramite il quale le persone cercano rassicurazione rispetto al fatto che non ci sia qualcosa che non va a livello medico, una modalità di ridurre lo sconforto e la preoccupazione rispetto all’incertezza della propria condizione di salute. Ridurre l’incertezza è una motivazione alla base della ricerca di informazioni mediche online. Purtroppo però la ricerca di informazioni mediche online potenzialmente aumenta l’incertezza e l’ansia per la propria salute.

Si potrebbe dire che l’ansia per la salute sta su un continuum, un livello moderato di tale ansia può essere positivo nella misura in cui porta una persona ad una attenzione medica appropriata, se si arriva ad un livello di grave preoccupazione concettualizzata come ipocondria, le conseguenze possono essere di grave stress e interferenza nella vita quotidiana.

Non c’è ancora un consenso sulla direzione della relazione tra ansia per la salute e cybercondria. Per esempio l’ansia per la salute può precedere la ricerca online di informazioni mediche e la ricerca online può peggiorare o mantenere la già esistente ansia per la salute, ma la cybercondria può verificarsi anche tra persone nelle quali non sono presenti eccessivi livelli di ansia per la salute.

Cybercondria  come strumento di autoregolazione interno

Alcune ricerche mostrano che persone che vivono la cybercondria fanno un uso eccessivo di internet anche per altri scopi, quindi la cybercondria può essere correlata all’uso problematico di internet. L’uso problematico di internet è stato definito come l’inabilità a controllare l’uso di internet che può portare a conseguenze negative nella vita quotidiana, a livello psicologico, sociale, scolastico o lavorativo.

Tutti e due questi concetti riflettono l’incapacità di controllare l’uso di internet e possono essere visti come dei tentativi di controllare le emozioni negative tramite tale uso allo scopo di modificare il proprio umore.

Alcuni autori hanno proposto una concettualizzazione metacognitiva dell’uso problematico di internet basata sul modello metacognitivo dei disturbi emotivi di Well (2009), secondo il quale le credenze rispetto al proprio pensiero e ai propri stati interni (credenze metacognitive) contribuiscono a forme di autoregolazione disadattive che peggiorano o mantengono le emozioni negative. Secondo questa visione la cybercondria può essere vista come una forma di autoregolazione delle emozioni e dei pensieri negativi innescata dalle credenze metacognitive, dovuta all’incapacità di tenere sotto controllo un pensiero eccessivo circa la propria salute.

Questo stile di pensiero è dominato dalla preoccupazione e dalla ruminazione che sono conseguenza delle proprie credenze metacognitive relative alla preoccupazione di avere una malattia grave.

In questo video spiego l’importanza del nostro sistema di credo.

La ricerca di informazioni relative alla salute motivata dalle credenze metacognitive

Le credenze metacognitive possono essere un indicatore della tendenza a monitorare e controllare il pensiero che può contribuire a un ciclo di autoregolazioni disadattive che aumentano le emozioni negative e l’uso ripetuto di internet. Nel contesto della cybercondria le credenze che abbiamo rispetto all’incontrollabilità dei pensieri relativi alla salute possono portarci a preoccuparci della nostra salute e alle conseguenti ripetute ricerche online di informazioni relative alla salute che possono essere usate per cercare di ridurre l’ansia, mentre queste ricerche spesso servono solo ad aumentarla e rafforzare la convinzione della non controllabilità dei pensieri collegati alla salute (“non ho controllo sui pensieri relativi alla mia salute”).

L’interpretazione negativa del pensiero può portare alla percezione di un’incapacità a gestire la situazione, così come a un perseverare nella ricerca o ad evitare di farlo come strategia di autoregolazione.
La ricerca di informazioni relative alla salute può essere motivata dalle credenze metacognitive piuttosto che dall’ansia per la salute.

Utilizzare la metacognizione

Vediamo cosa può accadere a livello metacognitivo in una persona che vive la cybercondria e come la metacognizione può ridurre l’uso problematico di internet.

In una prima fase i pensieri e le credenze per così dire positive saranno: “cercare informazioni mediche online mi farà sentire meglio”, quelle negative: “non posso controllare il mio pensiero di cercare informazioni mediche online”, l’attivazione dei pensieri intrusivi e il tentativo di sopprimerli può portare a una escalation di pensieri negativi, che si cercherà di controllare tramite la ricerca di informazioni online.

In una seconda fase di maggior coinvolgimento, i pensieri positivi come “cercare informazioni mediche online mi aiuterà a controllare i miei pensieri/ridurre la mia preoccupazione”, sono affiancati da cambiamenti nel monitoraggio metacognitivo (cioè la capacità di monitorare gli stati interni come guida per comprendere quanto si è vicini alla risoluzione della discrepanza tra il vissuto attuale e quello desiderato).

Questi due fattori portano a una riduzione della capacità di regolare il proprio comportamento. La riduzione del monitoraggio metacognitivo può risultare dalla perdita della consapevolezza e dalla mancata attenzione al flusso di informazioni che ci permettono di identificare quando inizia il coinvolgimento negativo nella ricerca delle informazioni mediche online.

Nel corso del tempo i pensieri negativi circa l’incontrollabilità del proprio comportamento aumentano e favoriscono la perseveranza nel comportamento sbagliato.

Usare la Mindfulness per fronteggiare il flusso di pensieri

Nella gestione della prima fase può aiutarci la mindfulness, osservare i nostri desideri, immagini, ricordi e pensieri, senza cercare di controllarli o cambiarli, può essere utile per interrompere i pensieri e le metacognizioni associate. Talvolta non ci rendiamo conto che nella nostra mente si è inserito il pilota automatico e i nostri pensieri procedono senza che ne abbiamo consapevolezza, diventare testimoni del flusso di questi pensieri può aiutarci a prenderne coscienza.

Nella seconda fase il focus deve essere su una modifica dell’attenzione e sul miglioramento del monitoraggio metacognitivo, con l’obiettivo di un aumento della consapevolezza di quelle che sono le informazioni più adattive che possono aiutare a regolare pensieri e comportamento. Ad esempio si può dirigere intenzionalmente l’attenzione su alcuni aspetti del comportamento che non sono adattivi, quanto tempo si passa su internet e con quale frequenza, al fine di aumentare la capacità di identificare dei segnali di stop.

In questo video descrivo come iniziare velocemente a praticare la Mindfulness.

  • Fergus, T., A., Spada, M., M., (2017). Cyberchondria: Examining relations with problematic Internet use and metacognitive beliefs. Clinical Psychology & Psychotherapy (24) 1322–1330.
  • Wells, A. (2009). Metacognitive therapy for anxiety and depression. New York, NY: Guilford.