Attenzione è riuscire ad essere presenti davvero nel qui e ora.
Attenzione è imparare a disattivare il pilota automatico, mantenendo alta la consapevolezza di sè.
Attenzione è riuscire ad ascoltare se stessi e gli altri, senza essere condizionati da continui giudizi o pregiudizi su ciò che accade.
Ciascuno di noi, fin dal grembo materno, avvia un processo di assimilazione culturale fatto di modelli di relazione, pensieri, comportamenti sempre più complessi. Tutti questi modelli divengono nel tempo il “serbatoio” in cui andiamo ad assimilare nuove informazioni. A livello neurologico tutte queste esperienze vanno a caratterizzare sempre più il modo in cui le fitte reti neuronali del nostro cervello e, più in generale di tutto il nostro sistema nervoso, tendono ad attivarsi.
Più attiviamo certi percorsi neuronali e più questi tendono ad attivarsi con facilità.
La consapevolezza stessa, l’essere consapevoli di ciò che accade dentro di noi è una funzione del nostro cervello che può crescere e svilupparsi. Ormai sono molte le evidenze scientifiche che dimostrano come una pratica costante di meditazione Mindfulness, rivolta appunto ad incrementare la consapevolezza non giudicante di ciò che accade dentro e fuori di noi, abbia un’influenza sulla concentrazione stessa dei nostri neuroni. In particolare su zone del nostro cervello come l’ippocampo sinistro, la corteccia cingolata posteriore, la giunzione temporo-parietale, il cervelletto. Zone quindi associate all’apprendimento e alla memoria, alla regolazione emotiva, alla consapevolezza di sé e alla capacità di assumere diverse prospettive. Requisito questo in genere fondamentale per riuscire ad avere relazioni maggiormente serene con gli altri.
Divenire consapevoli è quindi un percorso di trasformazione, di conoscenza e autoanalisi costante che facilita un processo di emersione della consapevolezza grazie al quale è sempre più possibile divenire consapevoli di tutti quei modelli di pensiero che abbiamo incontrato e interiorizzato nel corso della nostra esistenza.
Il primo passo per iniziare quest’importante esplorazione è quello di portare attenzione a sé stessi. Un’attenzione non giudicante, che permetta a tutto ciò che è, di essere. Non giudicare permette di vedere, capire, di non eludere dalla coscienza la realtà di ciò che si svolge dentro e fuori di noi. Il primo passo è quindi quello di scegliere di voler vedere, di decidere che è meglio affrontare anche ciò che non ci piace di noi stessi piuttosto che nascondere ciò che da sempre ci accompagna. Ci vuole coraggio. Questo è il primo passo per integrare e trasformare, per avvicinarsi sempre più ad uno stato di presenza consapevole, di costante coscienza integrata.
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Hölzel B. K., Carmody J., Vangel M., Congleton C., Yerramsetti S. M., Gard T., Lazar S.W., (2011) Mindfulness practice leads to increases in regional brain gray matter density. Psychiatry Research: Neuroimaging, Volume 191, Issue 1, 30 January 2011, Pages 36–43.