
Comprendere dove ci troviamo è fondamentale per poter cambiare.
David Wallin, famoso psicoterapeuta americano, parla di tre stati di consapevolezza principali che caratterizzano la vita umana.
Il primo può essere chiamato di “immersione inconsapevole“, questo stato è caratterizzato da una completa immersione nell’esperienza. Chi vive in questo stato di coscienza ritiene essenzialmente che esista un unico punto di vista, il suo.
Questo stato di coscienza è inevitabilmente caratterizzato da una forte tendenza al giudizio altrui. Essendoci un unico punto di vista, ovviamente ciò che diverge da esso non può essere facilmente accettato né tanto meno compreso. In questo primo stato di consapevolezza agiamo tendenzialmente come se avessimo inserito il pilota automatico, poco coscienti di cosa ci fa star bene o male o del perché si ripresentano sempre le stesse situazioni, facciamo molta fatica a cambiare la nostra realtà. Su questo livello la stessa realtà percepita è molto limitata.
Un secondo livello può essere definito come di emersione consapevole, è uno stato decisamente diverso, in cui si inizia prima a percepire e successivamente a comprendere nuovi punti di vista, diversi dal nostro. Su questo livello esistono ancora attrazione e repulsione, alcune cose ci piacciono e altre no, tuttavia iniziamo ad essere sempre più aperti all’altro e consapevoli dell’altrui unicità. Arrivati qui le fondamenta del giudizio iniziano a cedere ed è anche possibile iniziare ad intravedere la nostra tendenza a ripetere schemi di pensiero e azione appresi nelle precedenti esperienze.
Su questo livello è possibile emergere da modelli di relazione antichi, pattern di attivazione neuronale che tendono a ripetersi perché consolidati negli anni. A livello neurologico è come se si iniziasse a far confluire sempre maggior energia o flussi sanguigni verso le regioni corticali più alte, in particolare ad esempio verso la corteccia orbitofrontale, sede fondamentale per l’integrazione delle informazioni. Da questo punto di vista è così possibile mettersi in discussione, rivedere la propria prospettiva, riuscendo a intravedere con sempre maggiore veridicità quella altrui, nel migliore dei casi riuscendo ad intravedere un principio di unità sottostante ai diversi approcci.
Questo livello di maggiore integrazione si raggiunge nel terzo stato che lo psichiatra americano Siegel definisce addirittura come “l’obbiettivo evolutivo della specie umana” e che viene oggi chiamato “Pienezza della Consapevolezza Mentale” o Mindfulness, uno stato di piena presenza consapevole in cui non si è più attratti dagli apposti, dal dualismo di bene e male o di bello e brutto, ma semplicemente osservatori consapevoli dell’esperienza, in grado di lasciare che essa fluisca senza giudizio.
Questo stato di presenza consapevole è caratterizzato da una predisposizione compassionevole verso sé stessi e gli altri, una presenza a sè, ai propri pensieri, alla propria realtà interna ed esterna. Come dice Jon Kabat Zin, ideatore della Mindfulness in occidente, coltivare questo stato di presenza consapevole è una scelta radicale, una rivoluzione a tutti gli effetti, la scelta consapevole e intenzionale di essere presenti nel qui e ora al dispiegarsi dell’esperienza.
In questo stato di pienezza della consapevolezza mentale non è più possibile giudicare se stessi o gli altri, vi è comprensione profonda, pazienza, fiducia, si sviluppa quella che viene chiamata la mente del principiante, ovvero la tendenza a vivere la vita con reale partecipazione, godendo di ogni momento e riconoscendone l’unicità assoluta. Crescono disciplina, attenzione, non attaccamento ai risultati dell’azione, soddisfacimento dell’atto in sé, la capacità di “lasciare andare” e nel contempo di impegnarsi dando il massimo.
Da questo stato di consapevolezza diviene molto più semplice il cambiamenti perché siamo già “emersi” dagli stati mentali che ci limitavano.
Raggiungere questo livello di presenza è un obiettivo importante, l’obiettivo forse di una vita, è un modo di essere, un modo di vivere, un modo bello di vivere la vita.
Leggi di più sulla Mindfulness..
D. J. Wallin, Psicoterapia e Teoria dell’Attaccamento
D. Siegel, Mindfulness e Cervello
J. K. Zin, Riprendere i sensi