E tu, quale soluzione hai trovato?
“Effetto Einstellung” è il nome dato in psicologia ad un fenomeno molto interessante che ha effetti decisivi nella nostra vita di tutti i giorni, affettiva e professionale.
Si tratta di problem solving, della nostra capacità di trovare soluzioni a fronte di un problema. Secondo Luchins ciò che accade è che tendiamo ad utilizzare le stesse soluzioni che abbiamo usato in passato anche di fronte a nuovi problemi, nonostante esistano magari soluzioni molto più semplici.
Questa tendenza, chiamata con diversi nomi in diversi ambiti come Bias di risposta o euristiche, è un fenomeno molto interessante che va compreso e che andrebbe tenuto presente in ogni momento della giornata. Provando a rifletterci in effetti appare chiaro quanto di fronte a piccoli o grandi problemi abbiamo la tendenza ad assumere le stesse risposte che da sempre mettiamo in campo, spesso con risultati disastrosi. Basti pensare alle relazioni affettive con un coniuge ad esempio e alla tendenza a ripetere sempre gli stessi meccanismi relazionali, a riproporre sempre le stesse soluzioni di fronte a un litigio, ad una situazione difficile, con l’inevitabile conseguenza di arrivare sempre allo stesso punto in genere di non dialogo o chiusura.
L’alternativa diventa allora il riuscire a divenire in primo luogo consapevoli di questo meccanismo e secondariamente di porre l’attenzione sempre più al presente, a ciò che realmente accade. Una maggiore attenzione sembrerebbe essere appunto la variabile decisiva per cambiare atteggiamenti e predisposizioni, azione e reazione.
Imparare a portare attenzione al presente significa ad esempio riuscire a “leggere” con più attenzione le situazioni, riuscendo così a coglierne le sfumature, le differenze rispetto a quanto vissuto in passato. In conseguenza a ciò sarà possibile usare strategie nuove, modificate, perfezionate in relazione alla situazione reale.

Questo meccanismo è altrettanto importante al lavoro, nell’ambito professionale. Ad esempio può accadere di avere l’abitudine a leggere i fallimenti come la prova indiscussa della propria incapacità, usando quindi strategie di problem solving compensatorie come investire in altro o semplicemente affrontare il problema a testa bassa senza chiedere nulla a nessuno e facendo tutto da soli. Un analisi più attenta, il porre una maggiore attenzione, potrebbe invece aprirci degli scenari del tutto nuovi in cui ad esempio diverrebbe chiaro come lo stesso problema potrebbe essere facilmente affrontato chiedendo una collaborazione con qualcuno o prendendo in considerazione altri punti di vista, usando in sostanza strategie di problem solving nuove e più opportune.
Si potrebbe così affrontare il fallimento in un ottica del tutto diversa, magari usandolo come feedback utile a comprendere l’effetto delle nostre azioni al fine di correggerle.
La questione diventa allora come fare a portare attenzione al presente. Alla consapevolezza di ciò che accade realmente? Siamo oggi talmente abituati a ricevere infinite informazioni e a portare avanti innumerevoli compiti che raramente ci ricordiamo di fermarci ad ascoltare cosa avviene nella nostra mente o intorno a noi, eppure ormai le ricerche non hanno dubbi in merito. Praticare tecniche meditative come ad esempio la Mindfulness, avrà un effetto a cascata su tutta la nostra vita, aiutandoci sempre più a modificare il nostro stesso funzionamento neuronale, arrivando sempre più ad affrontare con presenza e attenzione ciò che accade. Ciò che serve è uno sforzo pianificato, la persistente determinata volontà di vivere veramente la propria vita.
Problem solving quindi si, ma consapevole!
Luchins, A. S. (1942). Mechanization in problem solving. Psychological Monographs, 54, No. 248.