Kaizen è una parola giapponese che significa, letteralmente, cambiare in meglio. Kai significa cambiare, cambiamento, mentre Zen viene qui tradotto con buono, migliore.
Questa parola è stata coniata da Masaaki Imai nel 1986 con la pubblicazione del suo libro sulla gestione aziendale “Kaizen: lo spirito giapponese del miglioramento”. Masaaki è un economista giapponese che ha dedicato la sua vita al controllo della qualità.

In realtà, il concetto di Kaizen, a lui attribuito, ha radici nel lavoro che un ingegnere saggista, di nome William Edwards Deming, venne chiamato a fare nell’immediato dopo guerra in Giappone, per migliorare le aziende nipponiche.
Deming viene ancora oggi considerato un eroe in Giappone, insignito, direttamente dall’imperatore, del titolo di Cavaliere di II Classe dell’Ordine del Sacro Tesoro.
L’eccellenza giapponese nel dopoguerra
Ciò che Deming fece fu di dare una direzione nuova alle aziende giapponesi. Ciò che le aziende giapponesi fecero fu di ascoltarlo e di mettere in pratica con attenzione il suo messaggio.
Tutti conosciamo il Giappone per la sua efficienza e precisione. L’idea di comprare un qualsiasi oggetto realizzato in Giappone, viene associato a precisione, durata, infallibilità. Tuttavia, non è sempre stato così. A lungo il Giappone, prima della seconda guerra mondiale, è stato identificato come un popolo che semplicemente copiava i prodotti occidentali, spesso malamente.
Ciò che permise al Giappone di costruirsi una reputazione così solida, e ancora oggi in grado di sostenere la sua economia, è stato proprio il concetto di Kaizen applicato alle aziende.
Ciò che Masaaki, e prima di lui Deming, ha coltivato in Giappone è stata l’impeccabilità dei processi, l’analisi di tutti i passaggi, finalizzata al miglioramento costante.
Kaizen, e il miglioramento giorno dopo giorno
Mettere in pratica il Kaizen in azienda significa sviluppare processi di qualità sempre più strutturati, che permettano un costante monitoraggio e miglioramento di tutti gli aspetti. Dalla progettazione al commercio, dal CEO all’addetto delle pulizie, tutti ogni giorno possono dedicare del tempo a migliorare azioni e processi.
L’attenzione alle risorse umane, alla costanza, alla centralità della qualità, agli effetti nel lungo periodo hanno fatto di questo metodo una risorsa fondamentale per le aziende nipponiche e per chiunque abbia abbracciato questo stesso approccio nel suo lavoro e, come vedremo, nella sua vita.
Per riassumere potremmo identificare il concetto di Kaizen nel modo seguente. Se aumento la qualità, nel breve periodo probabilmente aumenteranno anche i costi. Ma se continuo a migliorare la qualità, rendendo strutturali i processi che mi portano a mantenerla, i costi lentamente diminuiranno e, infine, il profitto aumenterà notevolmente, perché la qualità creerà abbondanza.
In un’ottica aziendale, se produco un cacciavite senza investire troppo in ricerca e sviluppo o senza migliorare i processi di produzione, molto probabilmente terrò bassi i costi. Tuttavia, nel lungo tempo, i miei cacciavite si romperanno o risulteranno scomodi da usare. Infine, prevarranno sul mercato altre compagnie e le mie vendite diminuiranno. Nel lungo tempo avrò profitti inferiori.
Se, al contrario, decido di investire in tutti i campi, e quindi nella ricerca di nuovi materiali, ergonomici, estetici, alla produzione e commercializzazione, i miei cacciaviti avranno un costo elevato all’inizio, ma, nel tempo, la qualità sempre maggiore prevaricherà sul mercato portando i miei cacciaviti in tutte le case.
Ovviamente i profitti saranno molto più alti.
Portare il Kaizen in tutti gli ambiti della nostra vita
Il concetto del Kaizen è sempre stato applicato alle aziende e meno di frequente alla psicologia, ma prova a immaginare la portata di questo concetto se applicato alle nostre vite.
Ogni giorno tendiamo a ripetere le stesse consuetudini: pensieri, emozioni, comportamenti, abitudini. Molte di esse sono state semplicemente ereditate o assimilate nel corso della vita dalla nostra famiglia di origine o da amici e parenti.
Raramente ci diamo il tempo di mettere in discussione questi processi, semplicemente andiamo avanti così, un pò per inerzia, un pò perché non ci diamo il tempo di pensare a delle alternative. Pensare ad esse costerebbe fatica, avrebbe, per l’appunto, un costo. Il problema è che raramente riusciamo ad accorgerci del costo a lungo termine di tutte quelle “non scelte” di ogni giorno.
Portando avanti modelli di pensiero o comportamento obsoleti, nel tempo, facciamo sempre più fatica, ci indeboliamo, alle volte arrivando anche a sviluppare patologie.
Come cambierebbe la nostra quotidianità se riuscissimo a introdurre la stessa logica di Deming e Masaaki applicata alle aziende alla nostra vita?
Certo, all’inizio avrebbe dei costi elevati, anche solo in termini di tempo, ma cosa accadrebbe se iniziassimo a migliorare ogni singolo aspetto della nostra esistenza?
Valutare i singoli aspetti della nostra vita
La nostra vita è costituita da diversi ambiti. Per generalizzare potremmo definire due macro categorie: dentro e fuori.
Dentro possiamo identificare i nostri pensieri, le nostre emozioni e stati d’animo, le nostre credenze, conoscenze e convinzioni più profonde, il nostro carattere, le nostre qualità e nostri difetti.
Esternamente possiamo identificare diversi ambiti: gli affetti, la famiglia, la professione, il lavoro, le condizioni di vita socio economiche e così via.
Ecco applicare il Kaizen alla “piccola azienda” che siamo, vorrebbe dire passare in rassegna questi tanti ambiti e, per ciascuno di essi, nel tempo, andare a creare costanti miglioramenti.
Come penso oggi? Ho pensato bene? Ho avuto buoni pensieri oppure mi sono lasciato andare allo sconforto, al pessimismo o alla colpa? Oppure, esternamente, in relazione al lavoro: lo sto eseguendo nel modo migliore, sto provando entusiasmo?
Spesso, presi dalla routine, non ci rendiamo conto di quanto sia potente l’intento di migliorarci. Cambiare in meglio è possibile se solo decidiamo di farlo.
Il Kaizen in Giappone
Il Giappone da sempre conserva tesori culturali, come il concetto di Ikigai. Ma ciò che qui è maggiormente degno di nota non è tanto la tradizione. Il concetto di Kaizen, come abbiamo visto, è stato importato e di recente. Ciò che ha fatto la differenza è stato quanto i giapponesi abbiano preso sul serio questa visione, applicandola nel dettaglio in tutti i processi aziendali.
Addirittura, questa prospettiva si è generalizzata, contribuendo ad una rappresentazione del Giappone come di un paese estremamente efficiente e specializzato.
Per applicare il Kaizen alle nostre vite non basta quindi apprendere il concetto. Come sempre, ciò che fa la differenza nel cambiamento è la pratica, la costanza, la capacità di interiorizzare un’idea e di tradurla in azione. Come diceva Gandhi “sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fin tanto che non vengono trasformati in azioni”.
Per applicare il Kaizen alla propria vita serve quindi la scelta consapevole, deliberata e determinata a voler migliorare, ogni giorno, qualche aspetto di noi stessi. Non tanto per ottenere di più o per raggiungere risultati più elevati, ma solo per il concetto stesso di miglioramento e crescita, per portare qualità nelle nostre vite. Naturalmente questo porterà sempre più abbondanza e soddisfazione.