Disturbo narcisistico di personalità

Dare una definizione dettagliata del disturbo narcisistico di personalità è difficile. Di certo possiamo utilizzare delle categorie come quelle del DSM V, lo strumento utilizzato in psichiatria per identificare i disturbi mentali. Tuttavia, nella nostra società moderna, riuscire a definire cosa sia il narcisismo sano e cosa sia invece il narcisismo patologico è estremamente difficile. Questo a causa del fatto che la nostra è una società narcisistica, dove l’immagine di se stessi e il confronto con gli altri è estremamente importante.

Nello spettacolo, nello sport, nella vita quotidiana, e oggi sempre più anche online, diamo molta importanza all’immagine di noi stessi. Fino a qualche anno fa pensare che qualcuno potesse passare ore a farsi fotografie per vedere quale fosse la migliore immagine da postare su un social avrebbe fatto subito pensare a un disturbo narcisistico di personalità. Tuttavia oggi, soprattutto fra i giovani, questo comportamento è estremamente diffuso o quasi ormai atteso. Diventa quindi difficile dare una definizione netta di che cosa possa essere un disturbo narcisistico di personalità.

La diagnosi di Narcisismo sano o patologico

Una sana autostima, o un narcisismo sano, può essere definito come la naturale tendenza della persona a voler piacere, a voler avere delle gratificazioni sociali, a ritenersi in un certo modo speciale. Questo atteggiamento è del tutto normale e, a seconda delle fasi del ciclo di vita, maggiormente evidenziato. Un ragazzo di 14 anni naturalmente sentirà il bisogno di piacere, di avere conferme, di sentirsi voluto e desiderato dagli altri. Chiaramente, se quello stesso bisogno fosse espresso con la stessa intensità da un uomo di quarant’anni potrebbe condurre a diverse considerazioni.

Un altro tratto distintivo del narcisismo è quello di tendere a sfruttare gli altri e manipolarli. Purtroppo anche in questo caso assistiamo ad una diffusione sociale di questo stesso atteggiamento. Oggi viene spesso assegnato più valore a chi riesce ad ottenere ciò che vuole dagli altri, a chi ha successo, anche se tale successo è stato raggiunto sfruttando le persone.

Dal piccolo della vita individuale, questo stesso discorso può essere esteso a livello globale. Basti pensare alle grandi società che producono in paesi con scarse garanzie, sfruttando pienamente i lavoratori, per vendere nei paesi più ricchi. La nostra è una cultura dello sfruttamento. Nulla da stupirsi se anche le singole persone tendono a utilizzare questa stessa metodologia. Andare quindi a definire quando la tendenza a sfruttare gli altri abbia a che fare con un disturbo narcisistico di personalità o semplicemente con un aspetto caratteriale o culturale, non è sempre così semplice.

Disturbo o semplice tendenza?

Normalmente quando si parla di disturbi psicologici si riescono a definire tali, e a differenziarli da una semplice difficoltà o tendenza della mente, per il fatto che il disturbo comporta una riduzione delle funzioni della vita. È possibile quindi identificare il disturbo mentale come una condizione in cui la persona vive delle limitazioni nello svolgimento delle usuali attività della vita: amare, lavorare, socializzare eccetera. Sebbene in generale i disturbi mentali comportino quindi tali limitazioni, nel disturbo narcisistico di personalità questo aspetto è più complesso. Come ha mostratola ricerca, le persone con un tale disturbo spesso riescono a portare avanti delle carriere di successo. Anzi, molto spesso alcuni potrebbero pensare che sia proprio grazie a tale disturbo che siano riuscite nel proprio intento.

Per quanto riguarda l’amore e le relazioni di coppia, fortunatamente riusciamo ad avere un indicatore abbastanza affidabile della presenza o meno di un disturbo narcisistico di personalità. Il narcisista difficilmente riesce a portare avanti delle relazioni sane. Nella sua storia relazionale raramente troveremo relazioni durature e positive. Che abbiano permesso ad entrambe le persone di crescere serenamente. Più spesso troveremo relazioni disfunzionali, brevi o comunque problematiche.

Il narcisista non riesce a vedere l’altro. Vede piuttosto un oggetto utile per glorificare se stesso. La scelta del partner è spesso assoggettata al bisogno di visibilità, di piacere, di successo. È normale che chi soffre di questo disturbo tenda a ricercare persone con un certo aspetto, con una certa posizione sociale, con una certa ricchezza. Ma il narcisista non vede la persona che ha di fronte, vede uno strumento utile per raggiungere uno scopo. Naturalmente alle persone non piace essere trattate come un oggetto. Quindi, a meno di trovarci di fronte alla presenza di un disturbo dipendente di personalità, o una forte paura dell’abbandono, o a una qualsivoglia sofferenza psichica, normalmente una persona sufficientemente sana, a furia di sentirsi trattata male dal narcisista tenderà a chiudere la relazione.

Epidemiologia del disturbo narcisistico di personalità

Per i motivi appena esposti è difficile dare una stima esatta del fenomeno. Diverse ricerche hanno mostrato come esso sia in aumento soprattutto in una certa fascia della popolazione, ma definire quanto questo aumento dipenda dai cambiamenti culturali e sociali è difficile.

In uno studio pubblicato nel 2008 da ricercatori del National Institutes of Health, è stato evidenziato come il 9,4% dei ventenniamericani ha mostrato sintomi riconducibili al disturbo narcisistico di personalità. Nella fascia anziana, oltre i 65 anni il dato è sceso al 3,2% (Journal of Clinical Psychiatry, Vol. 69, n. 7). Lo studio è stato condotto attraverso interviste faccia a faccia di un campione rappresentativo a livello nazionale di 34.653 adulti.

Anche rispetto all’incidenza di genere vi sono dei pareri discordi. Alcune ricerche hanno mostrato una maggiore prevalenza negli uomini. Altre non hanno confermato questo dato, rilevando la presenza del disturbo in egual misura nelle donne.

Sintomi del Disturbo narcisistico

Volendo definire criteri più oggettivi per arrivare a una diagnosi di disturbo narcisistico di personalità, possono tornare utili i sintomi riportati dal DSMV, il manuale dei disturbi mentali.

Il DSMV categorizza i sintomi del disturbo narcisistico nel seguente modo: Un persistente senso di grandiosità, la necessità di sentirsi al centro dell’attenzione, e una pressoché totale mancanza di empatia, evidenziato da almeno cinque dei seguenti criteri:

  • Un senso evidente di grandiosità, esagerato, infondato.
  • Una fantasia di successo senza limiti, di potere, intelligenza, bellezza, influenza e di amore perfetto.
  • La convinzione radicata di essere speciali e unici, e di dover stare solo con persone altrettanto speciali.
  • Il bisogno di essere ammirati senza condizioni.
  • Sensazione di avere maggiori diritti degli altri.
  • Tendenza a sfruttare gli altri per raggiungere i propri obiettivi.
  • La mancanza di empatia.
  • La tendenza a provare invidia e la convinzione che gli altri provino invidia per lui.
  • La tendenza a essere arroganti e superbi.

Le tante tipologie di narcisismo

In realtà, come detto, descrivere il disturbo del narcisista non è semplice. In diversi si sono cimentati in questo compito.

Il narcisista inconsapevole o ipervigilante

Gabbard identifica un continuum che va dal narcisista inconsapevole al narcisista iper vigilante, definendo due tipologie molto differenti di narcisi.

Il narcisista inconsapevole è una persona che risulta estremamente centrata su se stessa, ma che non si rende conto del proprio egocentrismo. Fatica a stare nelle relazioni perché non cerca realmente la relazione con l’altro. Vuole essere sempre al centro dell’attenzione. Potrebbe risultare esagerato nelle proprie manifestazioni.Viene percepito dagli altri come una persona eccentrica, estremamente egocentrica.

Il narcisista iper vigilante invece è spesso una persona più riservata, che tuttavia rimane costantemente attenta a tutto ciò che accade intorno a sé, facendo molta attenzione a qualsiasi segno di giudizio che possa essere formulato nei suoi confronti. Spesso interpreta gesti assolutamente involontari degli altri o frasi, come attacchi alla sua persona, come il tentativo di sminuirlo o ferirlo. Il narcisismo iper vigilante è strettamente legato alla vergogna, alla sensazione di sentirsi inadeguati e imperfetti.

Narcisita covert o narcisista overt

Un’altra classificazione del disturbo narcisistico di personalità è data da Wink. L’autore distingue il narcisista overt dal narcisista covert.

Il narcisista overt presenta degli alti livelli di autostima e un’altrettanto alta reattività alle critiche. Tende a mostrarsi molto sicuro di sé nelle diverse dinamiche sociali. Mostra tratti svalutanti nei confronti degli altri e delle relazioni in generale che rifugge, in quanto limitative della propria grandiosità. Anche nella cultura dominante il narcisista overt è il classico narciso che non si crea molti problemi e far soffrire gli altri. La scarsa o totale assenza di empatia lo porta a essere un seduttore pericoloso, e una persona in carriera senza troppi scrupoli. Spesso si associa a questa forma mentale una certa “cattiveria” attuata con mirate pratiche di manipolazione psicologica.

Il narcisista covert, simile nella calssificazione di Gabbard al naricisista ipervigilante, di contro è una persona molto più insicura, con una bassa autostima, riservata, che alberga nel cuore lo stesso senso di grandiosità che tuttavia non trova sfocio se non nella fantasia. Il narcisista covert può alimentare profondi e intensi sentimenti di invidia che lo portano a chiudersi sempre più e a provare un’intensa rabbia. Mostra un attaccamento insicuro e preoccupato e la paura costante di essere abbandonato. Mostra anch’egli una frustrazione alle critiche pronunciata. Tende anch’egli a criticare molto gli altri.

Origine del Disturbo narcisistico di personalità

Nel mito Narciso era un giovane bellissimo. Figlio di Cefiso e Liriope, Narciso era così bello che l’indovino Tiresia predisse la sua fine. Narciso avrebbe raggiunto la vecchiaia solo “se non avesse mai conosciuto se stesso.”

Liriope fece di tutto per evitare che il figlio vedesse la sua immagine riflessa, ma quando Narciso la scorse in uno specchio d’acqua se ne innamorò perdutamente. Presto, tuttavia, si accorse che l’immagine era la sua stessa. Preso atto che non avrebbe mai potuto avere se stesso, si tolse la vita. Nel mito greco Narciso era talmente preso da se stesso che rifiutava tutti coloro che cercavano di corteggiarlo. Tutti desistettero a parte un giovane di nome Aminia. Narciso gli diede una spada con cui lui si tolse la vita. Nel farlo maledisse Narciso che morì della stessa sorte.

Nel mito secondo Ovidio la storia si ripete, seppur con sfumature diverse. La morte di Narciso avviene nello stesso modo, ma decisa dalla dea della giustizia Nemesi che, dopo aver udito il lamento costante di Eco, innamorata di Narciso ma non ricambiata, decide di vendicarla.

Nel 1911 Otto Rank, per primo, scrive un saggio di psicoanalisi dedicato al narcisismo. In esso associa il termine alla tendenza di alcune persone ad avere una grande vanità e la tendenza all’autocelebrazione.

Narcisismo e ferita narcisistica

Le diverse teorie che si sono susseguite negli anni concordano nell’identificare la principale causa del disturbo narcisistico di personalità nella cosiddetta ferita narcisistica. Una condizione di sofferenza vissuta fin da bambini, di deprivazione relazionale, umiliazione, vergogna. Per proteggersi dalla sofferenza generata da tale ferita il narcisista tende a usare diverse strategie. Il narcisista inconsapevole o overt cercherà di accentrare l’attenzione su se stesso, mentre quello iper vigile o covert tenderà ad evitare le situazioni in cui potrebbe essere attaccato o sentirsi vulnerabile. Entrambi alimenteranno un sé grandioso necessario per mantenere un’immagine coesa di se stessi.

Kohut, uno degli autori che maggiormente si è occupato di narcisismo, ha ipotizzato che le persone con un disturbo narcisistico di personalità siano bloccate in una fase evolutiva in cui per mantenere integrato il sé hanno bisogno di costanti conferme dagli altri. Le difficoltà secondo Kohut nascevano dai fallimenti relazionali dei genitori, in particolare nel riuscire a far sperimentare delle situazioni di empatia al figlio. I genitori di figli con un disturbo narcisistico sarebbero genitori anaffettivi, centrati più sull’apparenza che sull’essenza. Spesso anch’essi narcisisti.

Secondo studi più recenti una delle cause del narcisismo potrebbe essere un particolare stile genitoriale in cui il figlio riceve troppe attenzioni e gratificazioni da parte dei genitori, che lo allenerebbero a sentirsi sempre più importante e meritevole degli altri. Il narcisista imparerebbe fin da bambino di valere più degli altri e avrebbe la percezione di meritarsi effettivamente di più. Questi genitori potrebbero aver la tendenza a glorificare il figlio, senza tuttavia riconoscerne i reali bisogni.

Disturbo narcisistico di personalità e relazioni di coppia

Nella relazione di coppia il disturbo narcisistico di personalità crea una serie di problematiche spesso ricorrenti. Il narcisista si innamora di se stesso proprio come fece narciso, innamorandosi della propria immagine riflessa nell’acqua. Inizialmente il narcisista vede nell’altro se stesso, ritenendo che l’altro sia quell’essere perfetto che lui stesso é. Non vive una condizione di separazione dall’altro ma di simbiosi, di totale vicinanza. In questa prima fase il narcisista tende a una iper valutazione dell’altro, a idealizzarlo, a farlo sentire una persona unica e speciale. In questa prima fase, utilizzando un termine legato ad altri contesti, avviene una sorta di Love Bombing in cui l’altro si sente completamente avvinto da tanto amore.

Il Love Bombing del narcisista

Nella fase di innamoramento del narcisista l’altro sperimenterà una serie di sensazioni mai provate. Si sentirà completamente amato e riconosciuto, percepirà di aver trovato ciò che da sempre attendeva. Peccato che sia un incanto. Il narcisista programmerà viaggi, esperienze, o addirittura una vita insieme. Questo perché anch’egli ha bisogno di placare la profonda paura di essere abbandonato.

Questa prima fase dura relativamente poco. Ciò che accade successivamente é che Narciso inizia a rendersi conto che l’altro non è così perfetto come pensava. Inizia così un’altra fase in cui il narcisista tende a voler cambiare l’altro. Non è inusuale che appena conosciuti, se non da pochi mesi, proponga all’altro di fare dei cambiamenti nell’aspetto, nell’abbigliamento, nel taglio dei capelli, o addirittura con interventi chirurgici che potrebbe anche essere disposto a finanziare.

Da tutto a niente

Da una prima fase quindi di totale coinvolgimento, si passa ad una fase di distacco emotivo. Secondo alcuni autori, proprio per il timore di essere abbandonato, o forse scoperto nella propria vulnerabilità, il narciso recide il legame o lo limita fortemente, mostrando la caratteristica freddezza del narcisista.

Questo stacco così netto destabilizza l’altro facendolo sentire inadeguato e fuori luogo. Da un punto di vista neuronale una forma di Love Bombing così intensa porta a sviluppare una dipendenza da dopamina. Tante attenzioni, tanto affetto, portano l’altro a legarsi, ad affezionarsi, a crederci. A quel punto il destino è segnato, la sofferenza inevitabile. Questo processo viene spesso definito come la manipolazione del narcisista. Non è detto che sia consapevole o che sia voluto, ma, di fatto, spesso ricorre. Con il passare degli anni il narcisista potrà anche decidersi a mettere su famiglia, anziché continuare a cambiare i propri partner replicando sempre gli stessi modelli. Tuttavia, per un narcisista, riuscire a portare avanti una relazione coniugale non sarà semplice. A seconda poi della sua tipologia di carattere più generale, si potranno incontrare difficoltà di vario tipo. Una di esse è di certo il bisogno costante di conferme e rassicurazioni da parte dell’altro, con la tendenza poi a sentirsi umiliati e svalutati perché non sufficientemente considerati.

La terapia del disturbo narcisistico di personalità

La terapia del disturbo narcisistico di personalità richiede tempo e dedizione. Il paziente narcisista soffre di questo disturbo a causa di una profonda carenza di empatia e affetto. Ciò che deve poter sperimentare in terapia è una relazione empatica che gli permetta di lasciar andare le maschere costruite negli anni, e di accedere a una più profonda relazione.

Il narcisista teme il contatto e il giudizio, riuscire a lasciarsi andare in una relazione più profondamente è un compito arduo, tuttavia diversi orientamenti sembrano dare discreti risultati. Fra questi la terapia psicodinamica e quella metacognitiva.

Nel mio modello di psicoterapia il percorso prevede diversi passaggi, dalla presa di coscienza del disturbo, all’accesso a quella sfera emotiva più profonda così schermata, fino alla rielaborazione dei profondi sentimenti di invidia. Il tutto deve poter accadere all’interno di una relazione empatica e non giudicante che aiuti l’altro a comprendere senza chiudersi.

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