Distacco emotivo e consapevolezza

Distacco emotivo e consapevolezza sono strettamente collegati. Più diveniamo consapevoli dei nostri processi interni, di ciò che accade dentro di noi, maggiormente possiamo sviluppare un sano distacco emotivo. Lungi dall’essere uno stato dissociativo o di rimozione dei propri vissuti, un sano distacco emotivo è più la capacità di sviluppare uno sguardo interiore consapevole, un testimone in grado di osservare e scegliere se lasciarsi trasportare o meno da quanto sperimentato.

Il vortice delle emozioni

Troppo spesso le nostre emozioni divengono un laccio stretto, che limita i nostri movimenti, costringendoci a volte in errori anche gravi. Sviluppare un sano distacco emotivo è così davvero importante. Ogni volta che ci sentiamo a disagio, che ci troviamo di fronte a un conflitto, quando abbiamo paura, quando subiamo uno sgarbo o nelle tante situazioni che possono capitare nella vita, le nostre emozioni giocano un ruolo fondamentale. Sia in positivo che in negativo. Spesso ci troviamo sballottati fra felicità e tristezza, motivazione e depressione, rabbia e apatia. In questi casi le emozioni, e il loro continuo alternarsi, rischia di destabilizzarci, di farci perdere una visione coerente di ciò che accade dentro di noi. In definitiva di noi stessi.

Distacco emotivo - dr. Enrico Gamba

Ciò che rischiamo di perdere, o alle volte di non riuscire mai a sviluppare, è una sana capacità di autoregolazione emotiva che ci aiuti a vivere con serenità l’alternarsi delle tante situazioni di ogni giorno. A lungo andare questa difficoltà può strutturarsi, fino a divenire un problema sempre più complesso, fino a farci sviluppare, in alcuni casi, un vero e proprio disagio o una patologia.

Vivendo troppo a lungo uno squilibrio del genere, la stessa immagine che andiamo a costruire di noi stessi rischia di limitarci. Se ad esempio vengo continuamente travolto dalla paura, senza riuscire a gestirla efficacemente, a lungo andare posso sviluppare una convinzione riaspetto alla mia incapacità, che può favorire l’insorgenza di un disturbo d’ansia. Come per esempio nel caso degli attacchi di panico. Ciò che posso consolidare dentro di me potrà essere l’idea, non solo di non essere in grado di gestire la situazione in sé, ma, soprattutto, le mie emozioni, i miei stati d’animo, ciò che accadrà in una certa situazione dentro me stesso.

La grande utilità delle emozioni

Ben inteso, le emozioni sono importanti, fondamentali, più di tutto sono in grado di farci sentire vivi, attivi, partecipi in ciò che accade. Se provi a ripensare a quand’eri bambino e a quanto fosse bello emozionarti davanti a un filo d’erba, o parlando con una persona nuova, di certo puoi comprendere le mie parole. Tuttavia non sempre veniamo educati fin da piccoli ad una buona gestione emotiva, alla capacità di riconoscere le diverse emozioni, ad ascoltare, divenirne sempre più consapevoli.

A meno di aver avuto la fortuna di venire guidati fin da piccoli da genitori consapevoli e sufficientemente attenti, potremmo aver sviluppato (almeno) due atteggiamenti fondamentali. Quello di isolare i nostri stati d’animo senza più essere in grado di riconoscere ciò che accade dentro di noi, oppure di essere travolti da essi, arrivando ogni volta a sperimentare picchi d’ansia e complessità emotiva, tale da non sapere bene come fare.

In questo altro post descrivo meglio le differenti tipologie di reazioni che possiamo avere a fronte dei tanti stati emotivi. Emotività e stili di attaccamento.

In entrambi i casi la difficoltà nella gestione delle emozioni può davvero divenire fonte di sofferenza e, alle volte, un limite importante nel raggiungimento dei nostri obiettivi.

Perché sviluppare un sano distacco emotivo

Troppo spesso la vita ci travolge, impedendoci di assaporare l’attimo, di stare nel presente, di essere consapevoli di ciò che accade. Sviluppare allora un sano distacco emotivo diviene fondamentale. Se riesco a “mettere spazio” dentro di me, fra ciò che accade fuori e dentro e, anche rispetto al dentro, osservare consapevolmente, allora sono davvero libero. Solo se posso scegliere posso definirmi così, libero. In alternativa sono semplicemente schiavo di me stesso, del mio carattere, della mia storia, delle mie paure, di ciò che è stato, ma che troppo spesso non ho mai scelto di essere.

Sviluppare un sano distacco emotivo diviene così una risorsa importante che ci permette di recuperare potere, una possibilità di scelta, di determinare la nostra vita.

Quante volte ti è capitato di dirti che se avessi agito diversamente le cose sarebbero andate in un altro modo, di vivere rimpianti e ripensamenti? Prova a immaginare se in quei momenti importanti tu avessi avuto il tempo e la lucidità di riflettere, ponderare e, capace di ascoltare con chiarezza le tante istanze dentro di te, di scegliere con piena fiducia e responsabilità.

Come acquisire un sano distacco emotivo

In diversi post e video ho spiegato come funziona il nostro cervello, come cresce e cambia nel tempo. Anche in questo caso queste conoscenze divengono fondamentali per capire come poter sviluppare una capacità.

Semplicemente ti devi allenare.

Ogni giorno devi sviluppare una facoltà contemplativa che ti permetta di divenire maggiormente consapevole dei tuoi processi interni. Per fare questo la tecnica più utile e strutturata è di certo la Mindfulness. Ne parlo spesso nei miei post e video semplicemente perché davvero funziona! Qui se vuoi trovi il mio corso online gratuito di Mindfulness.

Qui di seguito voglio però proporti altri semplici esercizi per sviluppare un buon distacco emotivo:

  1. Appena ti accorgi che una situazione ti crea disagio, fai tre passi indietro. Si, fisicamente. Non serve tu lo dica agli altri, anzi eviterei ;-). Ma fai tre passi indietro, simbolicamente è come se tu testimoniassi nel corpo la volontà di osservare più da fuori la situazione.
  2. Se non è sufficiente interrompi la  situazione e vai a bere un bicchier d’acqua. Funziona quasi sempre.
  3. Quando non sei ancora nella situazione, ma per esperienza sai che potrebbe portarti a non saper più gestire le tue emozioni, inizia ad immaginarla. Se riesci a rimanere calmo immaginandola nella mente avrai molte più possibilità di farcela nella realtà. D’altro canto se ti agiti solo ad immaginarla figurati quando ti troverai a viverla.. Ancora, impara ad allenarti.
  4. E se proprio fai fatica a sentirti a tuo agio anche solo immaginandola usa un esercizio mutuato dalla terapia strategica breve. Fai il contrario e sfrutta l’effetto paradosso. Immaginati lo scenario peggiore. Come potrebbe andare nel peggiore dei modi? Va bene, succede il peggio e poi? Mentre sei li a immaginare domandati come stai, se davvero fa tanta paura come temi.
  5. Infine, come suggerisce Assagioli, prenditi in giro. Si, prenditi in giro mentalmente, ridi di te. Questo è davvero un ottimo sistema. Molte delle emozioni che starai provando andranno via da sé.

Distacco emotivo e spontaneità

Infine, giusto una precisazione. Essere distaccati emotivamente non significa non essere più spontanei. Il problema della spontaneità e che viene spesso usata a baluardo per poter fare ciò che ci viene di fare, giustificandoci dietro a frasi del tipo “io sono fatto così”. “O mi accetti così come sono” ecc..

Io penso che ciascuno di noi, con il passare degli anni, sia sempre più responsabile di sé stesso. Da piccoli possiamo “incolpare” i genitori, ma poi siamo noi a doverci assumere la piena responsabilità dei nostri pensieri, parole e azioni. Per far questo dobbiamo prima di tutto indagare il nostro attuale modo di essere, divenire consapevoli dei nostri modi di fare, pensare e agire, e, nel mentre, iniziare a modificarli per farli divenire sempre più simili a ciò che riteniamo essere giusto.

E’ bene che la spontaneità arrivi allora, quando davvero abbiamo consolidato dentro di noi sani modi di essere, affini a ciò che riteniamo essere giusto. In alternativa, una spontaneità basata solo sul fare ciò che viene in mente di fare, quando mi viene in mente di farlo, rischia davvero di giocare a nostro sfavore nella vita.

Un sano distacco emotivo diviene allora la capacità di lasciarci completamente andare consapevolmente alla spontaneità, mantenendo però il controllo di quanto accade. E’ come se tu scendessi dalle rapidi di un fiume, completamente in balia delle onde, oppure con la consapevolezza di saper gestire al meglio la cosa, capace e fiducioso nella tua capacità di muoverti con disinvoltura, di accelerare e frenare, di remare o lasciarti andare.

In questo video approfondisco ancora più questo argomento.

Quando il distacco emotivo non è una scelta

Chiaramente quando il distacco emotivo non è una scelta entriamo in un altro ambito. In questo caso diventa necessario fare delle distinzioni. Potrebbe accadere che il distacco emotivo sia strutturato dentro noi a dei livelli tali da impedirci di provare emozioni, oppure di riconoscere e percepire quelle degli altri. In questi casi si vanno a prospettare delle problematiche strutturate. Una di questa potrebbe essere l’anaffettività, e ancora più intensamente, un disturbo evitante di personalità.

Altro caso patologico che potrebbe presentare delle caratteristiche di distacco emotivo involontario sono i disturbi dissociativi come la depersonalizzazione o la derealizzazione. In questi casi la persona non riesce a sentire le proprie emozioni a causa del disturbo d’ansia o dei traumi soggiacenti. Vivere delle condizioni della mente come queste può diventare molto frustrante. Chi soffre di questi disturbi non sente ciò che gli altri sentono, percependosi sconnesso dal resto del mondo.

In questi casi, in cui l’essere distaccati emotivamente non è una scelta consapevole e reversibile, può essere opportuno intraprendere un percorso di psicoterapia, finalizzata a prendere coscienza degli effetti che eventi del passato possano aver generato nella nostra vita.

Entrare in terapia per lavorare su un eccessivo distacco emotivo

Come spiegato la consapevolezza è un aspetto fondamentale della vita. Grazie ad essa possiamo raggiungere un sano distacco emotivo, che ci permette di gestire con serenità le situazioni di ogni giorno. Diverso è il caso in cui viviamo una condizione di distacco emotivo involontario o, ancora peggio, senza una piena consapevolezza di noi stessi. Un esempio classico è quello di persone con un forte tratto narcisistico che, a causa della propria ferita narcisistica possano essersi chiuse su se stesse, senza più riuscire a sentire l’altro.

In questi casi il distacco emotivo del narcisista si può mostrare con grande freddezza nella relazione, portando il partner a vivere una grande sofferenza.

Per il narcisista riuscire a riconoscere di avere un difetto nella capacità di empatizzare con l’altro è troppo rischioso. Mettersi in discussione viene percepito come un attacco all’io e quindi qualcosa da evitare. Il risultato è che la distanza affettiva diviene uno strumento di protezione per salvaguardare l’immagine di se stessi.

Le tante cause del distacco emotivo

È così chiaro quanto le tante facce del distacco emotivo possano prendere vita a seconda della storia di ciascuno. Ciò che farà la differenza è la consapevolezza di quest’attitudine e, ancora più, la possibilità di scegliere se utilizzarla o meno a seconda dei contesti.

Volendo ancora seguire l’esempio del narcisista, chi si trovasse a vivere nella condizione di partner del narcisista, dovrebbe cercare di sviluppare un sano distacco emotivo, con il quale riconoscere i tanti, piccoli o grandi, segni capaci di indicare la direzione della relazione.

Grandi emozioni o promesse all’inizio della relazione potrebbero essere colte come indicatori di allarme, utili per attivare la nostra capacità di mantenere uno sguardo distaccato e consapevole.