Ottimismo, effetti e benefici

L’ottimismo è una qualità interiore molto importante che la scienza, oggi più che mai, sta studiando per comprenderne gli effetti su mente e corpo.

Ottimismo

Spesso diamo per scontate le cose, specialmente le più semplici. A lungo questa attitudine ha coinvolto anche qualità come l’ottimismo che, tuttavia, stanno dimostrando di poter avere un impatto davvero importante sulle nostre vite.

L’ottimismo è una predisposizione interiore di fiducia e speranza verso ciò che potrà accadere nella nostra vita. L’ottimismo ci porta a focalizzarci più sugli aspetti positivi che negativi. Ci permette di non scoraggiarci, di perseverare più a lungo, di affrontare successi e insuccessi in modi specifici.

Ottimismo vs pessimismo

In particolare questo è un aspetto che è stato negli anni molto studiato. Gli ottimismi reagisco agli eventi della vita in un modo molto diverso rispetto ai pessimisti.

Di fronte ad un evento negativo gli ottimisti rimangono saldi in se stessi, non si preoccupano troppo, ritengono che ciò che è accaduto dipenda essenzialmente dalle circostanze del momento, sia qualcosa di provvisorio e circoscritto, situazionale. I pessimisti invece tendono ad avere una reazione diametralmente opposta. Di fronte ad un evento negativo iniziano a pensare di essere stati loro la causa, dando così una ragione disposizionale di quanto accaduto. Dipende, ritengono, da una loro disposizione interna, percepiscono quanto accaduto come permanente e generalizzato.

Di fronte a queste contrapposte reazioni è facile immaginare quali possono essere i diversi effetti fra ottimisti e pessimisti. Gli ottimisti semplicemente lasceranno passare un po’ di tempo, si rimboccheranno le maniche e ripartiranno fiduciosi di poter conquistare ciò che desiderano. Ciò che di negativo è loro accaduto viene dimenticato e messo da parte o meglio utilizzato come apprendimento per migliorarsi.

Per i pessimisti la reazione sarà molto diversa. L’evento negativo rimane presente nella coscienza, si attiva una maggiore ruminazione su quanto stato e nel ripartire permane la percezione di essere sbagliati, di non andar bene, di avere un problema alla base. Cambierà la situazione ma io sono sempre io, e se sono stato la causa degli eventi negativi anche in passato lo sarò anche in futuro.

La gabbia del pessimismo

La gabbia del pessimismo diviene così un recinto a maglie strette dal quale può essere sempre più difficile uscire. Il pessimismo è così associato, nella ricerca scientifica, a maggiori condizioni di ansia, di stress e, infine, depressione. Per il pessimista gli eventi della vita tenderanno a riconfermare quella visione negativa e perpetuata nel tempo. Come in una sorta di profezia che si autoavvera la persona vittima di pessimismo incontrerà costantemente quell’immagine di se stessa che così tanto la fa soffrire.

Martin Seligman, uno dei primi psicologi ad occuparsi di questi temi, ha dedicato buona parte dei suoi studi ad approfondire i meccanismi della mente che, come l’impotenza appresa caratteristica di uno stile maggiormente pessimista, tendono a radicarsi in noi portando ad effetti come la depressione. La visione negativa del mondo, e soprattutto di me stesso, può divenire così una gabbia, rinforzata dall’esperienza, che mi convince sempre più del mio senso di inadeguatezza, della mia impotenza, della mia incapacità ad affrontare la vita e ad essere una persona che merita di essere felice.

La svolta positiva in psicologia e lo studio dell’ottimismo

Proprio Seligman è stato uno dei primi a contribuire ad una svolta importante nella ricerca in psicologia: “la svolta positiva”. Da diversi anni infatti, anziché focalizzarci sulla patologia, sulle malattie e sulla sofferenza delle persone, la psicologia, e la ricerca scientifica da essa ispirata, sta sempre più approfondendo gli aspetti positivi della nostra mente. Quei fattori fondamentali che ci portano a essere maggiormente resilienti, più sereni, più capaci di affrontare le tante piccole grandi difficoltà della nostra esistenza.

Fra questi studi di certo quello dell’ottimismo è uno dei più ricorrenti. Oggi, la ricerca scientifica ha dimostrato come l’ottimismo abbia delle profonde implicazioni nella nostra vita, che possono essere rilevate su diversi livelli.

Gli effetti fisici dell’ottimismo

In uno studio condotto nell’Università della Carolina del Nord negli anni ’60 sono stati esaminati 6.959 studenti che al loro primo anno avevano compilato un questionario in grado di valutare il grado di ottimismo e pessimismo. A distanza di 40 anni in 476 morirono a causa di diverse patologie fra cui, in particolare, malattie tumorali. Andando a valutare i livelli di pessimismo e ottimismo di queste 476 persone è stato possibile osservare come i pessimisti (negli anni ’60 appena iscritti all’Università) avevano un tasso di mortalità più alto del 42% rispetto ai più ottimisti.

Questa è solo una tante ricerche che ormai ci fanno comprendere quanto l’ottimismo sia un potente fattore di resilienza nella vita. L’ottimismo ha effetti positivi sulle malattie cardiovascolari, sulla pressione sanguigna e, più in generale, sulla salute delle persone.

Altri studi sull’ottimismo

In uno studio condotto con 309 pazienti in attesa per un intervento di bypass coronarico, è stata eseguita una valutazione psicologica volta a misurare ottimismo, depressione, nevrosi e autostima. I pazienti sono stati poi monitorati per sei mesi dopo l’intervento. Gli ottimisti avevano solo la metà delle probabilità dei pessimisti di richiedere un nuovo ricovero in ospedale. In uno studio simile su 298 pazienti con angioplastica i pessimisti avevano tre volte più probabilità degli ottimisti di avere attacchi di cuore o richiedere una nuova angioplastica o operazioni di bypass.

In un altro studio americano con 2.564 uomini e donne di età pari o superiore a 65 anni è stato riscontrato l’effetto positivo dell’ottimismo sulla pressione sanguigna. Oltre alla pressione sanguigna, l’altezza, il peso e informazioni come età, stato civile, consumo di alcol, diabete e farmaci è stata utilizzata una scala per la misurazione delle emozioni positive. Fra tutti i fattori studiati le emozioni positive hanno avuto l’impatto maggiore nel determinare una pressione sanguigna più bassa (fonte).

In un’ottica PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia) oggi sappiamo quanto le nostre emozioni incidano profondamente sul nostro sistema endocrino ormonale e sul nostro sistema immunitario, andando a determinare i nostri livelli di salute o malattia. Questi, come anche tanti altri studi, confermano l’importanza di vivere ogni giorno emozioni positive mantenendo un atteggiamento ottimista.

Effetti dell’ottimismo sulla mente

Ma di certo gli effetti più sorprendenti dell’ottimismo possono essere riscontrati nella mente, nell’atteggiamento delle persone nei confronti della vita e delle esperienze che possiamo vivere in essa. L’ottimismo ci permette di affrontare con maggiore resilienza le tante piccole, grandi difficoltà dell’esistenza: malattie, lutti, abbandoni, povertà, fragilità. Tutte le difficoltà che possiamo incontrare vengono attenuate a livello psicologico da un atteggiamento maggiormente positivo e ottimista.

Effetti sulla felicità

L’ottimismo può naturalmente portare ad un senso di maggior felicità nei confronti della vita. Per come funziona il nostro sistema nervoso, noi esseri umani traiamo piacere soprattutto dall’attesa di ciò che potrà accadere di positivo nella nostra esistenza. Questa attesa attiva il circuito della dopamina, portandoci quindi a provare piacere. L’ottimista riesce a vedere il futuro e ciò che accadrà con positività, godendo di questa piacevole attesa che, di fatto, diviene un carburante per vivere con maggior soddisfazione la quotidianità stessa. Gli ottimisti, in genere, hanno una percezione di soddisfazione nei confronti della loro vita maggiore.

Ottimismo e relazioni

L’ottimismo ha inoltre degli effetti particolarmente benefici sulle nostre relazioni: familiari, affettive, amicali, professionali. Chi è ottimista è spesso una persona maggiormente sicura di sé, con la percezione di poter determinare il proprio destino e maggiormente positiva. Naturalmente avere vicino una persona con queste caratteristiche risulta essere più piacevole oltre che contagioso.

L’impatto sulle emozioni

Ma un effetto ancora più importante dell’ottimismo sta proprio sulle emozioni che ciascuno di noi può provare nella propria vita. Come detto il pessimismo viene maggiormente associato a stati depressivi, confusione, stanchezza, tristezza, alla radicata convinzione di non essere a posto o che il mondo intorno a noi non vada bene. L’ottimista ha invece la percezione di poter fare la differenza nella propria e nell’altrui vita, di poter vivere con soddisfazione, nonostante vi possano essere dei momenti di difficoltà. Tale attitudine interiore lo porta a sperimentare delle emozioni maggiormente positive come la gratitudine, la pace, amore e serenità. L’ottimista, proprio per questa sua particolare caratteristica, tende ad avere meno rimuginio o ruminazione su ciò che è stato, e quindi riesce a essere una persona più attenta, consapevole, presente e capace di stare nella vita. Di abitarla con intensità.

Le controindicazioni dell’ottimismo

Come ci insegna la storia gli eccessi non vanno mai bene. Anche nel caso dell’ottimismo è bene condividere delle riflessioni. Vi sono diverse forme di ottimismo, forse tante quante sono le persone stesse. Alle volte l’ottimismo è radicato sull’errata convinzione che non esista il male, che non vi siano le difficoltà, che la vita sia semplice e facile. Spesso queste persone, che non riescono a vedere le cose per ciò che sono, rimangono poi profondamente colpite quando la vita chiede loro il conto, quando essa mostra il proprio lato oscuro. Oppure ci sono persone che si rifugiano ottusamente nell’ottimismo, volendosi convincere a tutti i costi che le cose vadano bene quando di fatto non è così.

E chiaro che queste forme di ottimismo, molto più superficiali, molto meno radicate in una consapevolezza reale della vita, sono forme che possono presentare diversi problemi e che, di certo, non possono produrre tutti gli effetti positivi appena menzionati.

L’ottimismo non può essere un feticcio posticcio da attaccarci addosso nella speranza che nessuno se ne accorga. L’ottimismo, che può fare la differenza nella nostra vita, è il frutto di un cammino esperienziale, intellettuale, emotivo, relazionale che ci porta non a dimenticare ciò che di negativo può accadere nella vita, ma riuscire a dare ad esso un senso più ampio, con una prospettiva più ampia della vita stessa e del significato che essa assume. L’ottimista sa che, nonostante vi siano le nuvole, il sole è sempre presente, che si tratta di aspettare perché queste passino, permettendo di nuovo alla luce di splendere. L’ottimista mantiene dentro sé una convinzione radicata paragonabile alla fede, alla fiducia profonda che le cose potranno andare bene, che vi sia un senso più ampio e positivo in tutto ciò che accade nella nostra esistenza.

Le origini dell’ottimismo

Rispetto alle origini dell’ottimismo si tratta di comprendere diversi aspetti. Una componente ha che fare con la trasmissione trans-generazionale. I modelli di pensiero, culturali, relazionali che possiamo assimilare nell’ambito della nostra famiglia di origine influenzano profondamente il nostro ottimismo. Si ritiene vi sia una componente genetica o di certo epigenetica che incide profondamente sulla nostra capacità di percepire la vita in modo maggiormente positivo. Di certo vi è poi una componente ambientale che dipende dalle esperienze che facciamo nella vita, da ciò che accade giorno per giorno. Specialmente nei primi anni della nostra vita riuscire ad interiorizzare una base sicura, ad esempio nelle relazioni affettive primarie, è un fattore importante per riuscire, da adulti, a percepire questa sicurezza e serenità nei confronti della vita e di tutto ciò che può accaderci in essa.

Gli studi sull’attaccamento umano hanno mostrato quanto una relazione positiva e sensata con le nostre figure di attaccamento ci possa aiutare a costruire un attaccamento sicuro. A consolidare quella base sicura grazie alla quale muoverci con maggiore fiducia nel mondo. Benché siano ancora pochi gli studi che correlano l’ottimismo con i diversi stili di attaccamento, è chiaro come questi possano incidere nella costruzione del nostro stile ottimista o pessimista.

Diventare più ottimisti

Ciò che inoltre la scienza sta dimostrando è quanto questi stili di personalità, ottimismo o pessimismo, possano essere modificati nell’arco della vita grazie a esperienze riparative e grazie, in particolare, a un lavoro su se stessi. Ciò che è di fondamentale importanza comprendere è quanto ciascuno di noi possa assumersi la responsabilità dei propri stati interni, del proprio sistema di credo, della propria visione delle cose. Riuscendo così a cambiare sempre più profondamente la propria vita.

Noi esseri umani in questo abbiamo un grande potere che spesso, tuttavia, non esercitiamo. Come lo stesso Martin Seligman ha ben evidenziato, noi possiamo apprendere l’ottimismo oltre che l’impotenza. Ma per fare questo dobbiamo impegnarci in un cammino di crescita personale, di trasformazione, che ci permetta sempre più di prendere possesso del nostro sistema di credo, dei nostri pensieri, del nostro modo di rappresentarci la vita e noi stessi in essa. Grazie ad un cammino come questo sarà possibile riuscire sempre più a costruire un solido ottimismo dentro noi, che ci permetta di affrontare con maggior sicurezza e resilienza le tante piccole grandi prove della vita.