Emozioni. E se potessimo imparare a gestirle?

Il potere delle emozioni

Le emozioni sono una delle componenti più importanti della nostra vita.
E’ grazie ad esse che siamo in grado di comprendere a livello più profondo la realtà che ci circonda. Sono le emozioni a dirci se qualcosa ci fa bene o male, se una situazione o una persona ci piacciono o meno. Sono istintive, dirette, immediate, ma come vedremo esse sono spesso suscitate anche da quanto pensiamo e sentiamo, dai nostri pensieri e dal nostro sistema di credo.

Ciò che è certo è che le emozioni hanno un grande potere su di noi, caricandoci di energia o determinazione o facendoci crollare davanti anche a situazioni banali che in altri momenti della vita avremmo affrontato con sicurezza. Paura, gioia, tristezza, vergogna, sorpresa, gratitudine, sono solo alcune delle emozioni che ogni giorno aumentano o rallentano il nostro battito cardiaco, incrementano o diminuiscano la nostra attenzione e i nostri riflessi, danno o meno senso alla nostra vita.

Emozionarsi fa bene?

Per molti la risposta a questa domanda è del tutto scontata. Emozionarsi fa bene, certamente. Chi prova emozioni positive riporta livelli di benessere maggiori, è più soddisfatto della propria vita e sente spesso un senso di appagamento che da sé basta a star bene. Tuttavia non sempre le emozioni che ci troviamo a vivere sono positive. Spesso, e purtroppo troppo spesso, ci troviamo a lasciare spazio dentro di noi ad emozioni negative, che se trascurate e messe in disparte possono nel tempo causarci molta sofferenza, portandoci alla distruzione.

Ad esempio uno dei fattori che maggiormente predispongono alla possibilità di avere problemi cardiaci (la principale causa di morte al mondo) è tendere a coltivare emozioni quali la rabbia (se ti capita di trovarti spesso a vivere quest’emozione potrebbe interessarti quest’articolo “Rabbia, imparare a gestirla“). La rabbia ha un effetto estremamente deleterio sul nostro organismo, riducendo le nostre difese e aumentando drasticamente lo stress.

Altre emozioni estremamente distruttive che dovremmo sforzarci di tenere lontano sono colpa e vergogna, entrambe strettamente legate all’ansia e al senso di inadeguatezza che più di tutto è in grado di generare sofferenza nella nostra vita.

Le emozioni hanno quindi un impatto molto elevato sia sul nostro benessere e sia sul nostro malessere.

Se vuoi in questo video approfondisco e riprendo alcuni argomenti di quest’articolo.

Le emozioni di Inside Out

Se hai mai visto Insiede Out, il bel film di Pete Docter, avrai notato quanto nel film risulti importante che emozioni come Tristezza (l’ultima a destra nella foto in alto) debbano crescere.

Per realizzare questo film è stata richiesta la consulenza a Paul Ekman il famoso psicologo Americano che ha dedicato tutta la sua vita professionale a studiare le emozioni, a comprenderne tipologie e caratteristiche. Paul Ekman, girando per il mondo ed entrando in contatto con moltissime culture ha scoperto quanto a prescindere dal nostro gruppo di riferimento esistano emozioni di base che tutti viviamo e che prendono spazio in noi nel corso della crescita. A partire da sinistra sempre nella foto in alto abbiamo:

  • Gioia
  • Paura
  • Rabbia
  • Disgusto
  • Tristezza

Come Riley, la protagonista che nell’arco del film cresce affrontando le situazioni della vita, allo stesso modo le nostre emozioni possono crescere, strutturarsi, modificarsi.

Molto interessante è l’evoluzione di Tristezza, un’emozione da tutti considerata negativa e messa in disparte, che nel film non doveva mai prendere il sopravvento nella vita interiore della protagonista. Il farlo avrebbe voluto dire trasformare anche i ricordi più belli e gioiosi in ricordi tristi, carichi di afflizione. Eppure alla fine, dopo la tumultuosa vicenda di Riley, diventa chiaro come il dare spazio a Tristezza, il permetterle di trovare espressione, diventa la chiave del successo, il passaggio fondamentale che permette alla protagonista di crescere.

Molto bella è anche la scena in cui si “vedono” le emozioni della mamma di Riley, tutte sedute dietro alla grande console degli adulti. Chi era a capo di tutto il gruppo? Non Gioia come ci si potrebbe aspettare, ma proprio Tristezza e non una Tristezza cupa e inconsapevole ma una Tristezza saggia, matura, cresciuta, in grado di affrontare con sicurezza le situazioni anche difficili della vita.

Le emozioni possono crescere?

Inside Out è solo un film, tuttavia ci trasmette un insegnamento importante.
Le emozioni devono crescere, devono potersi sviluppare dentro di noi. Tutte le ricerche dimostrano oggi quanto nella vita non sia importante tanto essere intelligenti o talentuosi per stare bene. Ciò che più conta è sviluppare una buona competenza emotiva, la capacità di gestire sempre meglio le nostre emozioni, nelle relazioni familiari, al lavoro, con gli amici. Saper gestire le emozioni, riconoscerle e viverle con consapevolezza ci da una marcia in più, aiutandoci a perseguire sempre più il nostro massimo bene.

Un tempo si pensava che l’intelligenza fosse un concetto globale e fisso che trovava espressione in specifiche attività della mente, come la memoria, la capacità di fare associazioni o di fare calcoli, in realtà si è oggi compreso come esistano diversi tipi di intelligenza fra cui anche l’intelligenza sociale e ovviamente l’intelligenza emotiva. Soprattutto si è visto quanto l’intelligenza cambi e si trasformi continuamente in base alle esperienze della nostra vita. Se coltivata e fatta crescere la nostra intelligenza può superare limiti di cui all’inizio non eravamo nemmeno consapevoli.

Come nascono le emozioni

Ma come nascono le emozioni? Questa è una domanda a cui tantissimi studiosi hanno cercato di dare risposta ciascuno sviluppando la sua teoria. Sempre secondo Ekman le emozioni già citate sono emozioni base che tutti gli esseri umani sviluppano, tuttavia ciò che accade successivamente è che il modo in cui queste emozioni si attiveranno e gli eventi scatenanti che potranno portarle a manifestarsi, dipenderanno sempre più dalle esperienze vissute, dalle relazioni intessute con le persone importanti della nostra vita.

Specialmente in famiglia, fin dalla nascita, apprendiamo il modo di vivere (o meno) le nostre emozioni, di dare maggior rilevanza ad alcune anziché ad altre. In alcune famiglie è normale provare gioia e soddisfazione e quando questo non avviene ci si preoccupa cercando di capirne il perché. In altre provare un’emozione del genere significa uscire completamente dal seminato, trovarsi a volte a scontrarsi con tutti gli altri.

La famiglia ha un ruolo decisivo nel far crescere o meno le nostre emozioni, nell’aiutarci o meno a divenirne consapevoli, a prediligere emozioni negative o positive.

(se vuoi approfondire in quest’articolo parlo dei diversi stili di attaccamento e di come questi ci portano a vivere e gestire la nostra emotività: “Emotività e stili di attaccamento“)

Il nostro temperamento innato, le nostre tendenze alla nascita si incontrano con i modi di vivere della nostra famiglia, di nostra madre e di nostro padre, dei nostri fratelli. Oltre ai geni ereditiamo tantissimo da chi è stato prima di noi. Divenirne consapevoli è uno degli strumenti più importanti che abbiamo a disposizione per poter scegliere.

Si possono gestire le emozioni?

Qui i pareri si scontrano. C’è chi ritiene che le emozioni in quanto tali siano del tutto estranee al campo razionale e che non possano quindi esserne influenzate, a tal motivo ritengono che le emozioni vanno sempre bene, proprio perché libere, istintive, “innate”.
Altri invece credono nel fatto che le emozioni possano essere gestite e regolate, che sia possibile avere un’influenza su di esse e che si possano quindi trasformare.

Sinceramente se non credessi in questa seconda ipotesi non potrei fare in alcun modo il lavoro che faccio. Oggi la ricerca ha spiegato molto di quest’ambito, dimostrando che le emozioni possono essere trasformate, possono crescere e mutare nel corso della nostra vita. Non cambia ovviamente l’emozione in sé, la gioia è gioia e la tristezza è sempre quella. Cambiano le motivazioni per cui proviamo emozioni del genere e soprattutto cambia il nostro modo di gestirle quando insorgono oltre che ovviamente all’intensità con cui possono manifestarsi.

Del resto questa verità è anche abbastanza intuitiva se si tengono in considerazione gli effetti delle diverse culture sull’espressione delle emozioni. E’ risaputo di come in alcune culture orientali il manifestare certe emozioni sia qualcosa che esce completamente dai canoni sociali e quindi non approvato, specialmente in pubblico, pensate alla differenza sotto questo punto di vista fra un italiano medio e un nordico o un giapponese ad esempio. Le emozioni di base sono quelle, ma il nostro modo di viverle cambia a volte radicalmente nel corso della nostra vita.

Oltre all’influenza culturale possono poi verificarsi anche delle condizioni più patologiche che portano a vivere con molta difficoltà le emozioni come ad esempio in talune forme di anaffettività e incapacità quindi di provare e mostrare emozioni.

Una buona educazione emotiva

Come detto tutti dobbiamo imparare a gestire bene le nostre emozioni se vogliamo vivere con pienezza e soddisfazione le nostre vite. Come fare? Il primo passo è sempre quello della conoscenza, della consapevolezza.

Prova a prendere un foglio di carta e a disegnare cinque cerchi che rappresentano le cinque emozioni di base, puoi farli colorati come in quest’esempio qui sotto o come preferisci.

Enrico Gamba - mappa emozioni

Osserva quanto sono grandi i cerchi, come sono posizionati nel foglio, quali più grandi degli altri, se vuoi puoi anche avvicinare i cerchi fra loro o segnare delle linee che li congiungono in base al tuo sentire.

Ecco questa è una semplicissima rappresentazione di quanto spazio queste emozioni hanno dentro di te. E’ solo un inizio, ma prova a domandarti ora come vorresti cambiare le cose, se ci sono emozioni che vorresti spostare, aggiungere, ingrandire e diminuire..

Essere consapevoli delle nostre emozioni e di quanto esse siano presenti in noi è un primo passo fondamentale per poterle trasformare, per scegliere consapevolmente di dare loro maggiore o minor spazio nelle nostre vite.

Esistono solo queste emozioni di base?

Certamente no. Queste cinque intanto sono solo quelle identificate da Paul Ekman e si riferiscono comunque solo alle emozioni dette primarie. Vi sono moltissime altre emozioni dette secondarie (ma che siano solo secondarie è in realtà ancora ampiamente in discussione) che si strutturano e crescono con noi nel corso della vita come:

  • gratitudine
  • allegria
  • simpatia
  • vergogna
  • colpa
  • ansia
  • speranza
  • offesa
  • nostalgia
  • rimorso
  • delusione
  • rassegnazione

E altre ancora.

In definitiva, emozionarsi si, ma cercando sempre più di vivere e diffondere nella nostra vita emozioni positive, trasformando anche la sofferenza in occasioni di crescita per raggiungere livelli di benessere sempre più solidi e duraturi.